E’ stato lanciato ufficialmente ieri, all’aula magna dell’edificio Alan Turing all’Università degli Studi dell’Aquila, il Toolkit per affrontare le catastrofi, le post emergenze e la ricostruzioni di Territori Aperti, il progetto dell’ateneo e del Comune dell’Aquila finanziato dal fondo “Territori, Lavoro e Conoscenza” di Cgil, Cisl e Uil per fornire uno strumento utile e vivo di supporto e scambio anche per le catastrofi del futuro.
Il Toolkit ha l’aspetto di un sito internet accessibile dal link https://toolkit.territoriaperti.univaq.it, organizzato in schede che partono di situazioni reali e che raccontano, in modo sintetico, come sono state affrontate le criticità nelle tre fasi di emergenza, post emergenza e ricostruzione.
Vengono proposte anche raccomandazioni e procedure in ottica di Disaster Preparedness nelle schede che sono state elaborate dai 130 progetti finanziati dal Comitato Sisma Centro Italia del 2016 e dalle tesi finali del Master Tecnico-Amministrativo Post Catastrofe negli Enti Locali di Territori Aperti, giunto alla terza edizione.
Contestuale al lancio del Toolkit, la proclamazione dei 39 studenti dell'edizione 2020/2021.
Perché la “cassetta per gli attrezzi". L’idea del Toolkit nasce dalla necessità di avere uno strumento in grado di mappare ogni aspetto critico nella gestione di un disastro, selezionando una serie di buone e cattive pratiche al fine di poter gestire al meglio in futuro eventuali situazioni analoghe.
"Il Toolkit rappresenta una novità per l’Italia, ma anche a livello europeo perché l’obiettivo è dare in maniera pragmatica l’opportunità per gli enti locali di aggiornarsi e aggiornare loro stessi questo strumento digitale" ha spiegato Davide Martina, responsabile servizi Help Desk di Territori Aperti. Che nasce anche per colmare un vuoto in questo settore: "codificheremo il Toolkit anche rispetto agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile con i target previsti dall’Agenda 2030, per le policy che interessano gli addetti ai lavori. Il sistema informativo nasce a livello accademico ma avrà una ricaduta concreta quando ad esempio un sindaco o un amministratore troveranno nella 'cassetta per gli attrezzi' le risposte giuste per affrontare una criticità".
Ha aggiunto Lelio Iapadre, Prorettore Univaq e Coordinatore di Territori Aperti: "Quello che vedete oggi qui è un ecosistema di innovazione sociale, realtà di cui si parla molto ora relativo al PNRR. Si tratta di una rete di collaborazione tra università, istituzioni, comunità in cui tutti imparano gli uni dagli altri. Troviamo qui la sintesi di una delle missioni dell’Università, quella dello Sviluppo Sostenibile".
L’esperienza drammatica diventa strumento che guarda al futuro. "Tredici anni fa la scossa del 6 aprile: la nostra Università, dopo un primo momento di sbigottimento, profondamente ferita, ha continuato a lavorare, con tanti progetti attivati anche grazie alla solidarietà, tra cui questo di Territori Aperti", le parole del rettore Edoardo Alesse. "Abbiamo ora una raccolta documentale, dinamica, versatile, aggiornata, utilizzabile da tutti e sarà uno strumento di riferimento per l’intera nazionale, mettendo a sistema le ricerche scientifiche ma anche le situazioni concrete".
"Il Toolkit è un’architettura che mette a sistema un lavoro che stiamo facendo da 13 anni, dal sisma in avanti", ha proseguito il coordinatore del master di Territori Aperti Donato Di Ludovico. "Sono state portate avanti molte ricerche sull’emergenza e il post. Ora possiamo mettere tutti questi dati, elaborati e concreti a disposizione di tutti coloro che dovranno affrontare ancora i terremoti ma anche il rischio idrogeologico, le valanghe, gli incendi attraverso informazioni chiare, misure di intervento e budget necessario".
Si tratta di un traguardo ma non un punto di arrivo, ha inteso sottolineare Antinisca di Marco, responsabile dell’infrastruttura tecnologica di 'Territori Aperti': "Questa è una giornata importante che segna un nuovo inizio, nell’ottica open science che muove la filosofia del progetto. Ora cerchiamo nuovi partner, ossia associazioni, enti e amministratori, che vogliano alimentare con loro esperienze la nostra cassetta per gli attrezzi".
Un progetto nato dalle donazioni dei lavoratori iscritti a Cgil, Cisl e Uil. Soddisfatti dell’iniziativa i sindacati che hanno supportato il progetto attraverso il fondo alimentato dalle donazioni dei lavoratori iscritti a Cgil, Cisl e Uil. "C’è l’orgoglio e la soddisfazione di lasciare uno strumento utile, non solo nell’immediato e che sarà prezioso per il Paese. Va nella direzione della programmazione, di creare una rete della conoscenza. Cerchiamo di dare una prospettiva di futuro in momento che tra guerra e pandemia è ancora più complicato per i territori del post sisma" ha ribadito Gianna Fracassi, vicesegretaria Generale della Cgil.
"Questo è uno tra i progetti più importanti che abbiamo in collaborazione con l’Università" ha sottolineato Fabrizio Taranta, assessore del Comune dell’Aquila con delega alla Protezione Civile; "il nostro territorio per il sisma del 2009 è diventato un laboratorio di esperienza e conoscenza che è importante mettere in rete. Fondamentale anche la formazione con il master di 'Territori Aperti': quando c’è un’emergenza i sindaci sono quelli più esposti e bisogna essere pronti e preparati".
Mettere a sistema la memoria e l’importanza della formazione. Diversi gli interventi durante la tavola rotonda cui ha partecipato, collegato a distanza, Pierluigi Mantini, consulente giuridico del Commissario Straordinario al Sisma 2016 Giovanni Legnini: "Il Toolkit è una grande iniziativa e si inquadra nella policy europea del Disaster Preparedness che va nella giusta direzione coinvolgendo università, amministratori e comunità".
Durante la tavola rotonda, moderata dal giornalista Nello Avellani, direttore di Newstown, Giulia Urso di Riabitare L’Italia ha posto l’accento sul valore del Toolkit e del master di Territori Aperti come strumenti che mantengono alta l’attenzione sulle aree interne e il loro sviluppo futuro, anche attraverso i progetti in fase di sviluppo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Fondo Complementare Sisma, come ha anche affermato Raffaello Fico, dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Sisma Cratere 2009 che ha seguito la proclamazione dei tre dipendenti dell’Ufficio che hanno partecipato al Master di Territori Aperti. Presente anche il collega dell’Usr delle Marche Andrea Crocioni: "Il personale negli uffici e nei comuni deve essere preparato alle emergenze. La formazione che viene svolta con questo master dovrebbe essere obbligatoria. A livello nazionale dovrebbe essere un investimento da fare a tutti i livelli"; parole condivise da Mauro Casinghini, direttore dell’Agenzia Regionale della Protezione Civile Abruzzo: "Siamo consapevoli di quanto sia importante nella formazione, diffondere la cultura della sicurezza può fare la differenza. E questo dipende dagli enti locali sul territorio: c’è molto da lavorare sulla pianificazione e sulla prevenzione. Il Toolkit offre un approccio differente all’emergenza".