Giovedì, 06 Novembre 2014 15:14

Distretto turistico Gran Sasso, Franceschini: "Modello da sostenere"

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Web Tv Regione Abruzzo

Inizia a muovere i primi passi, e decisi, il progetto del distretto turistico montano del Gran Sasso d'Italia.

Ieri, nella sala 'Sotto gli Archi' del piccolo borgo di Santo Stefano di Sessanio, è stata organizzata un'intensa giornata di lavoro con il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Accanto a lui, il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, che sta coordinando la proposta con gli attori locali legati al prodotto turistico Gran Sasso, il presidente Luciano D'Alfonso, a ribadire la volontà della Regione Abruzzo di impostare una nuova strategia di sviluppo turistico, culturale, economico e sociale, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, i primi cittadini del comprensorio, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e l'assessore Dino Pepe.

"Abbiamo invitato Franceschini perché è un amico di questo territorio", ha spiegato Lolli, ricordando quando - da capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati - il ministro ha organizzato quattro pullman per portare i parlamentari democrat a L'Aquila, a rendersi conto dello stato della città a seguito del sisma, e l'impegno poi assunto per destinare al cratere i 20milioni della Legge Mancia. "Il progetto che presentiamo stamane - ha incalzato il vice presidente della Regione Abruzzo - intende rendere il Gran Sasso il primo distretto turistico montano d'Italia. Significherebbe semplificazione fiscale e procedurale per i Comuni, per gli operatori e le imprese, l'attivazione di contratti di rete e il diffondersi di un approccio culturale diverso al turismo".

Un diverso approccio nell'accoglienza al turista, innanzitutto, "non mero consumatore, piuttosto cittadino che sceglie il nostro territorio per vivere un'esperienza emozionale".

Perché la scelta del Gran Sasso? "Il Gran Sasso è un brand, conosciuto e riconosciuto da tutti. Ha caratteri di unicità e una sua forte entità territoriale".
Il progetto nasce sull'onda della splendida esperienza del 'Festival della Montagna' che ha raccontato i diversi progetti portati avanti dai soggetti che vivono e lavorano sulla nostra montagna in maniera innovativa, per dar vita a prodotti moderni capaci di farla vivere tutto l'anno. "Uno spunto che abbiamo raccolto e su cui intendiamo lavorare - ha sottolineato Lolli - a partire dal progetto che presentiamo stamane, passando per l'organizzazione di uno dei 5 eventi Expo dedicati all'Appennino, la Festa della Montagna che a breve animerà Ovindoli, la Fiera dei prodotti del parco a L'Aquila, fino all'adunanza nazionale degli alpini nel maggio 2015, per arrivare poi alla seconda edizione del 'Festival della Montagna'".

La parola chiave per realizzare il progetto del distretto turistico è 'insieme'. "Nell'interlocuzione con le DMC (Destination Management Company, ndr) che, oggi, firmeranno un accordo per lavorare in concerto tra loro, e parliamo di oltre 400 operatori già organizzati, con le amministrazioni dei 4 enti d'ambito e i comuni dell'Aquila e di Barisciano, con i Beni separati e la loro ricchezza di proposte e idee, con il Parco Nazionale, con i soggetti che vivono e investono sul territorio, dovremo essere capaci di confezionare un prodotto che, tra le diverse attività, regali al turista una esperienza di vita. Con due concetti che dobbiamo sempre tenere a mente: l'indentità del comprensorio e la qualità della offerta".

Il modello di riferimento, dunque la scelta del borgo di Santo Stefano di Sessanio per questo primo incontro di lavoro, è l'albergo diffuso: "Di qui l'importanza di ricostruire le seconde case lesionate dal sisma, la vera ricchezza dei nostri borghi. L'albergo diffuso è la cifra essenziale della nostra offerta turistica, accanto agli alberghi ovviamente, agli agriturismi e ad altre strutture che dovremo presto realizzare: è incomprensibile che qui a Santo Stefano non ci sia un'area camper, un camping. Abbiamo da colmare delle grosse lacune".

Lolli non ha mancato un riferimento anche alle stazioni di Campo Imperatore e Pietracamela, "stazioni storiche eppure in grandi difficoltà, che vogliamo mettere in condizione di lavorare bene. Abbiamo già impegnato delle risorse per la sostituzione dei vecchi impianti. C'è da cambiare il modello di funzionamento, però: se pensiamo di sfruttare la montagna soltanto per lo sci di discesa, sbagliamo tutto. Ecco perché andrà valorizzata la ricchezza di proposte di Gran Sasso Anno Zero che ha svelato le attività possibili sulla nostra montagna nel festival organizzato al Parco del Castello".

Ovviamente, senza dimenticare l'importanza dei prodotti del nostro territorio e della gastronomia. E i tanti problemi che ancora scontiamo: "L'accessibilità innanzitutto - ha ribadito Lolli - Non è possibile chiudere le strade d'accesso ai nostri borghi di montagna ai primi chicchi di neve".
Il distretto del Gran Sasso dovrà essere capace di dialogare poi con altri straordinari attrattori: "Il turismo spirituale e religioso, certamente. In questo momento, la prima meta turistica in Abruzzo è il santuario di San Gabriele. Dunque, il lavoro di valorizzazione del sito di San Pietro della Jenca, testimonianza del rapporto intenso tra la nostra montagna e Papa Giovanni Paolo II, senza tralasciare il testamento di Celestino. Vale lo stesso per i laboratori nazionali del Gran Sasso, altro attrattore di turismo, per lo più scolastico, che dovremo far dialogare con le attività della nostra montagna".

Un ruolo importante - in questo senso - potrebbe assumere il progetto a cui sta lavorando il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci: una pista ciclabile di 80km, che colleghi l'Alto Aterno con la Valle Subequana, fino a Molina, passando per L'Aquila e unendo, così, alcuni dei parchi della nostra Regione con lo sguardo al Gran Sasso. "Siamo ad un passo dalla ratifica dell’'Accordo quadro di cooperazione' condiviso e diffuso - ha spiegato Pietrucci - dopo il quale, determinata la copertura finanziaria, saremo in grado di cominciare i lavori. Ho voluto imprimere velocità alla concertazione, per eliminare il più possibile i margini d’inattività e rendere questa un’azione politica fruibile entro i pochi mesi necessari alla sua apertura al pubblico. Il progetto si inserisce a pieno titolo nella volontà istituzionale di creazione del Distretto turistico della montagna, primo in Italia, completamente vocato al nostro territorio montano e pedemontano".

Cosa può fare dunque la Regione? "Mettere a disposizione le risorse: i fondi comunitari, innanzitutto, i Fesr (Fondi Europei di sviluppo regionale), i Fears (Fondi europei agricoli per lo sviluppo rurale), e parte dei fondi Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate). Inoltre, ci sono le risorse per la ricostruzione: il 5% destinato alle attività produttive che, in parte, andranno a finanziare anche iniziative di rilancio turistico. Pensiamo a interventi infrastrutturali, per le 2 aree faunistiche del parco, per gli impianti, per il recupero di sentieri e rifugi, per la realizzazione di un Parco avventuristico. E poi a specifici finanziamenti per chi intenda intraprendere attività turistiche, sul modello di 'Obiettivo turismo' che ha già destinato 15milioni di euro, sotto forma di de minimis che vuol dire un sostegno fino all'80% a fondo perduto e per un importo massimo di 50mila euro. Dinanzi ad un investimento di 12.500euro si potranno avere a disposizione 62.500euro per l'avvio delle attività. Abbiamo inoltre individuato una economia di bilancio che permetterà di stanziare ulteriori 100mila euro per il rifinanziamento del 'Festival della Montagna' e per un primo passo nel recupero dei sentieri della nostra montagna. Insomma, abbiamo un lavoro da fare, assolutamente concreto".

Un lavoro che piace molto al ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini. "L'idea del distretto non è importante soltanto per questo territorio: assume piuttosto una grande valenza perché si basa sul modello che il ministero intende perseguire. Finalmente, cultura e turismo afferiscono ad uno stesso dicastero: non era mai accaduto prima. Così, possiamo compiere scelte strategiche che permettano al paese di recuperare un ritardo enorme e colpevole. La politica nazionale non ha mai creduto nel turismo e nella cultura come veicoli di crescita economica. E' a questo settore, invece, che dobbiamo agganciare la ripresa. A rendere competitiva l'Italia, a livello internazionale, è proprio il patrimonio paesaggistico e culturale. Che dovremo essere in grado di mettere in sinergia".

Franceschini ha ricordato che l'Italia è il 5° paese al mondo (il 3° in Europa) per destinazione di turismo internazionale. Addirittura il 1° nei desideri di viaggio dei nuovi viaggiatori, che arrivano dai paesi in forte crescita economica: la Cina innanzitutto, l'India, il Brasile. I nuovi turisti vorrebbero mangiare italiano, vestire italiano, visitare almeno una volta l'Italia: purtroppo, il desiderio di viaggio non si traduce automaticamente in scelte di viaggio. "Una grossa possibilità viene dall'Expo - ha spiegato il ministro - un evento trascurato che invece attira una attenzione enorme nel mondo. Pensate che in Cina sono stati già venduti un milione di biglietti. Per questo, stiamo lavorando a proposte che permettano di portare in giro i turisti che arriveranno a Milano. Una occasione unica per far conoscere l'Italia al di là delle città d'arte, sempre più affollate: viviamo infatti un pericoloso squlibrio, l'85% dei turisti visita il centro nord Italia, da Roma in su, e soltanto il 15% il sud del paese".

Abbiamo le potenzialità per lavorare ad una offerta turistica capace di integrare le diverse esigenze dei viaggiatori, ha inteso sottolineare Dario Franceschini. "Intendiamo investire su un turismo che punti alla valorizzazione delle eccellenze, della qualità e dell'unicità del nostro paese: un turismo che sia sostenibile. Esattamente nella direzione che avete tracciato stamane. L'idea di albergo diffuso è formidabile, il simbolo di quello che dobbiamo fare. L'Italia è il paese dei borghi e non c'è niente di più unico di un borgo che si fa albergo diffuso e che spinge, così, anche gli abitanti a restare o, addirittura, a tornare. Mescolando accoglienza e ospitalità con la quotidianità della vita vera. C'è un mercato enorme: pensate che albergo diffuso non ha traduzione in altre lingue. E' una specificità, una eccellenza tutta italiana".

Dunque, "il progetto del distretto turistico del Gran Sasso avrà il massimo sostegno del Ministero".

A concludere i lavori, il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso: "Il nostro territorio porta con sè una straordinaria capacità di incuriosire che non possiamo lasciar cadere nel vuoto, ma che dobbiamo sempre stimolare come si sta facendo nella costruzione del primo distretto turistico montano del Gran Sasso d'Italia".

E' stata una giornata fruttuosa e produttiva - ha sottolineato D'Alfonso - "che ha messo in campo le migliori risorse per far nascere qualcosa di nuovo e innovativo, a conferma di come questo Abruzzo abbia ancora la forza di incuriosire. Ma per fare turismo - ha aggiunto - dobbiamo creare le migliori condizioni, a cominciare dalla facilità di accesso dei nostri luoghi, dal rendere accessibile la nostra montagna con una sentieristica di livello".

Il presidente D'Alfonso ha sottolineato la necessità di "organizzare eventi di qualità in modo da recuperare un preciso posizionamento che l'Abruzzo in tutti questi anni è andato lentamente perdendo". E la politica per dare risposte dovrà fare scelte ben precise, "come quella che fa riferimento al progetto regionale delle piste ciclabili delle aree interne collegate con la pista che attraversa tutta l'area adriatica abruzzese. Alle Province daremo 5 milioni di euro per realizzare l'infrastruttura della ciclopedonabile delle aree interne con un progetto a pettine collegato con la dorsale adriatica. Poi dovremo avere la forza e la testa di pensare al futuro di queste piste e ai loro costi di manutenzione che, è bene essere chiari, non potranno cadere completamente sulle spalle del soggetto pubblico". 

Ultima modifica il Venerdì, 07 Novembre 2014 17:01

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