Martedì, 01 Settembre 2015 13:52

Servizi sociali della montagna: operatori senza copertura salariale

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Da stamane, "49 operatori dei servizi sociali del territorio della Comunità Montana 'Montagna dell'Aquila' andranno a lavorare senza la copertura di un datore di lavoro. La cooperativa 'Verdeaqua' infatti, dopo avere richiesto per mesi l'adeguamento delle tariffe al costo del lavoro, ha rinunciato alla proroga del servizio. Quindi, pur di non sospendere i servizi, saremo al nostro posto senza copertura salariale e contributiva. I signori sindaci del territorio montano aquilano, il commissario liquidatore della CM e tutti i protagonisti di questa grottesca vicenda sono invitati a vergognarsi ad oltranza". 

La denuncia è firmata Goffredo Juchich, segretario cittadino di 'Rifondazione comunista' che, già nel giugno scorso, aveva informato della "continua e inesorabile crisi dei servizi sociali dell'ambito della Comunità Montana". In effetti, alle generiche rassicurazioni fornite dall'Ente sulla erogazione delle risorse minime per coprire almeno una mensilità arretrata degli operatori, non erano seguiti fatti concreti.

Era stata discussa anche la possibilità di una compartecipazione minima da parte dei Comuni di 200 euro mensili, senza che si siano ottenuti dei risultati: "Evidentemente - aveva sottolineato Juchich - non c'è la volontà di partecipare alla spesa sociale del territorio, nemmeno per una cifra irrisoria che, però, avrebbe permesso alla rete di avere un pò di ossigeno per sopravvivere". 

Oggi, il risultato è che 49 operatori dei servizi sociali stanno lavorando senza alcuna certezza. I trasferimenti garantiti da Regione Abruzzo restano insufficienti, specie per le aree interne, e i sindaci del territorio non intervengono. Per questo, gli assessori del Comune dell'Aquila Fabio Pelini ed Emanuela Di Giovambattista hanno inteso lanciare un appello a Regione Abruzzo perché convochi "urgentemente, un tavolo con i Comuni per affrontare definitivamente l'adeguamento del costo dei servizi degli operatori sociali", così da coprire la differenza tra i costi base sanciti nel 2012 e la tariffa attuale, adeguata agli scatti Istat e di rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro.

"Si tratta di una necessità – hanno dichiarato Di Giovambattista e Pelini – di un'operazione di coscienza, alla quale il Comune dell'Aquila, già dal prossimo affidamento, in procinto di essere pubblicato, sopperirà con grande responsabilità, cosa che devono fare, per forza, tutti gli altri Comuni se vogliono garantire servizi essenziali a quella parte di popolazione svantaggiata. I tagli operati a livello nazionale e regionale sulle politiche sociali, non possono, non devono frenare quanto un buon Comune può e deve fare per essere ritenuto tale. Le mancanze dei vari livelli istituzionali non possono, infatti, ricadere sugli operatori che, in questi anni, hanno sempre garantito un servizio essenziale, sintomo inequivocabile del grado di civiltà di comunità".

Il Comune dell'Aquila, quindi, nonostante si sia trovato a gestire una situazione di difetto in termini di fondi, dal 2012, sta contribuendo a mantenere i servizi attraverso il proprio strumento finanziario, ovvero il bilancio, finanziandoli dell'80%. "E' quindi necessario che la Regione inviti i Comuni alla compartecipazione che, peraltro, si ridurrebbe a poche centinaia di euro al mese per ogni amministrazione. Un atto dovuto - hanno aggiunto gli assessori del Comune dell'Aquila - cui ciascun Comune dovrebbe essere in grado di provvedere, senza nessuna sollecitazione".

Ultima modifica il Martedì, 01 Settembre 2015 14:19

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