Bilancio, il tempo stringe.
Stamane si riunisce il Consiglio comunale ma non verranno approvati né il bilancio consuntivo né il bilancio preventivo. A chiarirlo, il Presidente della Prima Commissione, Giustino Masciocco. Si attendono ancora risposte dal governo, sui 24 milioni di euro necessari al Comune dell'Aquila per far fronte alle minori entrate e alle maggiori spese dovute al difficile post-terremoto.
Ma andiamo con ordine.
Qualche giorno fa, la senatrice democrat Stefania Pezzopane aveva annunciato che l'emendamento salva-bilanci sarebbe stato inserito nel decreto Giannini sull'università la cui conversione in legge è prevista entro la fine del mese di aprile. “Non abbiamo potuto inserire la norma nella legge di Stabilità - aveva spiegato - perché il sottosegretario Paola De Micheli ha voluto che si facesse prima una ricognizione approfondita relativa alle mancate entrate dovute alla sospensione del pagamento di alcune tasse locali. Un riaccertamento affidato al titolare dell'Ufficio speciale, Raniero Fabrizi, che - ha sottolineato Pezzopane - sarebbe stato imposto dagli inflessibili e pignoli uffici della Ragioneria generale".
L'annuncio ha fatto molto discutere. Tra gli altri, il presidente del circolo territoriale '99' di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Alessio Pilone, ha denunciato come l'emendamento, in realtà, non avrebbe la necessaria copertura finanziaria. "Da una attenta lettura degli atti parlamentari, infatti, il provvedimento della Pezzopane prevede un trasferimento di 23 milioni per il Comune dell'Aquila e di 5 milioni per gli altri 56 enti interessati dal sisma, ma il capitolo da cui si prelevano i soldi ha una disponibilità di soli 25.2 milioni di euro, 3 in meno di quelli previsti".
Il cespite di spesa interessato - ha aggiunto Pilone - è il 3075, relativo al Fondo per interventi strutturali di politica economica, "istituito originariamente nel 2004 con gli introiti dei condoni edilizi e rifinanziato ogni anno con le varie leggi di stabilità: una sorta di 'tesoretto' utilizzato in maniera flessibile ai fini del reperimento di risorse occorrenti a copertura di interventi legislativi recanti oneri finanziari".
Una specie di 'pozzo di San Patrizio' da cui governo e parlamento attingono ogni volta per le più svariate esigenze e che nel 2016, appunto, "è ridotto a soli 25.2 milioni di euro, come affermano sia il servizio studi del Senato nel dossier allegato alla legge di stabilità per l'anno in corso sia il ministero dell'Economia e delle finanze nel decreto di ripartizione in capitoli del bilancio per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018. Naturalmente speriamo di sbagliarci - ha proseguito Pilone - ma se così fosse saremmo di fronte a un segnale di pressappochismo disarmante".
E così è, in effetti, tanto è vero che Pezzopane, ieri mattina, ha fatto un passo indietro sulla reale efficacia dell'emendamento annunciato che, ha inteso spiegare, "è stata un'utile provocazione per chiedere al Governo i 28 milioni di euro necessari a salvare i bilanci". Una provocazione che, stando alla senatrice, "ha sortito l'effetto positivo di riscuotere l'attenzione del governo e di metterlo di fronte alla necessità e alla urgenza di affrontare il problema e trovare una soluzione in tempi brevi".
"Il governo ha espresso chiaramente in queste ore la sua volontà di sostenere anche quest'anno i bilanci del comune dell'Aquila e di quelli del cratere", ha rassicurato. "Sia il Ministro Elena Boschi, che il sottosegretario Paola De Micheli sono disponibili e sono al lavoro per trovare ogni soluzione".
A dire che lo strumento adeguato in cui inserire il finanziamento necessario, in realtà, non è stato ancora individuato. E il tempo, come detto, stringe. E infatti, Pezzopane ha lasciato intendere che si potrebbe arrivare persino alla proroga della scadenza del 30 aprile per approvare i bilanci.
Ma qual è la situazione, ad oggi?
Come detto, il bilancio consuntivo e il bilancio preventivo andrebbero approvati entro e non oltre il 30 aprile prossimo. Per questo, il presidente del Consiglio comunale, Carlo Benedetti, ha fissato per questa mattina il Consiglio comunale, in prima convocazione, con seconda adunata calendarizzata per sabato.
La Giunta comunale - ha spiegato a NewsTown il presidente della Commissione bilancio, Giustino Masciocco - ha approvato soltanto venerdì scorso il consuntivo. La documentazione è stata inviata ai consiglieri comunali ma manca, ancora, il parere dei revisori dei conti. Dunque, non è stato possibile convocare la Commissione e in Consiglio comunale il punto non potrà essere dibattuto. "Contiamo di utilizzare i giorni di diffida che verranno concessi dal Prefetto per risolvere l'iter procedurale", ha sottolineato Masciocco.
Poco più di venti giorni: passato il termine fissato per legge del 30 aprile, infatti, il prefetto Alecci invierà una diffida al Presidente del Consiglio comunale perché si arrivi all'approvazione del bilancio entro venti giorni. Considerato che il 1° maggio capita di domenica, la diffida dovrebbe arrivare il 2 maggio, al massimo il 3 del mese. Insomma, il bilancio consuntivo e quello di previsione andranno approvati entro il 22 o il 23 di maggio, altrimenti il Consiglio verrà sciolto.
Detto del bilancio consuntivo, il problema vero resta però il bilancio di previsione che, non dovessero arrivare i fondi dal Governo, sarebbe impossibile da istruire. E dunque? "Innanzitutto vanno fissate le tariffe e, come sapete, si può modificare soltanto la Tari. Venerdì scorso, la Giunta ha deliberato di aumentarla del 20%. Anche qui, manca il parere dei revisori: è arrivato ieri e, dunque, già per venerdì ho convocato la Commissione così che si arrivi ad approvazione nel corso della seconda seduta del Consiglio, sabato mattina".
A quel punto, e soltanto a quel punto, la Giunta potrà approvare il bilancio di previsione: sarà un bilancio tecnico, istruito in attesa di capire se, entro il 22 o il 23 di maggio, il Governo saprà, o vorrà, garantire i fondi necessari. Così non fosse, l'esperienza del governo Cialente potrà dirsi conclusa perché, come già spiegato dal primo cittadino, il bilancio tecnico non permetterebbe di governare. "Se il Governo non dovesse garantire i fondi - ha sottolineato Masciocco - dovremmo dimetterci tutti, come segno di dignità e di denuncia verso il Governo, e non attendere che il Consiglio venga sciolto perché non è stato in grado di istruire il bilancio".
Tutto chiaro?
Resta una domanda, a cui rispondere, e che già ci siamo posti nei giorni scorsi: come si è arrivati a questo punto? Non può certo trattarsi di sottovalutazione del problema perché, come abbiamo scritto, l'interlocuzione tra il Comune dell'Aquila e il Governo si protrae dal mese di ottobre e i fondi, fino ad oggi, sono stati assicurati ogni anno. E non può certo trattarsi di una sorta di 'vendetta' della sottosegretaria Paola De Micheli, come lasciato intendere, infuriata per la vicenda del rinnovo del contratto ai precari del Comune.
Il punto è un altro, ed è politico. Il governo Renzi sta tenendo per la gola il Consiglio comunale dell'Aquila. E i motivi possono essere soltanto due: sradicare l'ultima giunta ulivista, come denunciato nei giorni scorsi proprio da Masciocco e da Enrico Perilli, 'spazzando' via, d'un sol colpo, l'intera classe dirigente cittadina, mossa ardita certo ma che libererebbe il campo per le elezioni del prossimo anno, oppure tenere appeso ad un filo il Consiglio fino all'ultimo giorno utile, e poi far pesare l'eventuale intervento salvifico, per tacitare qualsiasi voce dissonante ed ottenere, comunque, lo stesso risultato, e cioé liberare il campo per le elezioni del prossimo anno.
E' un timore più che fondato, si percepisce tra le stanze di Palazzo Fibbioni. E si percepisce pure la preoccupazione che, dietro l'operazione, più che una volontà precisa di Palazzo Chigi ci sia, piuttosto, lo zampino di Luciano D'Alfonso che, a Roma, ha ritrovato sintonia con il premier-segretario Matteo Renzi. Con quale scopo, vi starete chiedendo? Avere l'ultima parola sulla scelta del candidato sindaco di centrosinistra e, così, controllare l'ultimo territorio abruzzese che sfugge al suo sguardo, L'Aquila appunto, città che nei prossimi anni ha da spedere ancora qualche miliardo per la ricostruzione, città che deve ancora giocare la ricca partita del 4% dei fondi assicurati allo sviluppo economico.
Benedetti: "Governo ci dia proroga di 30 giorni"
"Il Consiglio comunale si appresta ad affrontare la discussione su un Bilancio gravato da un buco di 24 milioni di euro, dovuto, come vorrei ricordare a beneficio di tutti i cittadini aquilani, non certo ad una gestione disinvolta da parte dell'Amministrazione, né tantomeno a spese folli, ma alle minori entrate e alle maggiori spese sostenute a seguito del sisma".
A scriverlo, in una nota, è il presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti.
"Mi riferisco" prosegue la nota "solo per citare alcuni esempi, alle maggiori spese sostenute per tutti gli oneri relativi alla ricostruzione e all'assistenza alla popolazione, così come all'aumento di chilometraggio dei bus urbani o dei mezzi preposti alla raccolta dei rifiuti per coprire i nuovi insediamenti Case e Map, a fronte della riduzione di entrate, in termini contributivi, dovuta all'inagibilità di molte abitazioni".
"Per compensare tali minori entrate e maggiori spese" afferma Benedetti "sono necessari 16 milioni ai fini di poter sostenere le sole spese obbligatorie (vale a dire il pagamento degli stipendi e poco altro), mentre con 24 milioni si avrebbe una maggiore capacità di spesa, tale da consentire la realizzazione di lavori pubblici e fornitura di servizi. Quest'anno, inoltre, per la prima volta, il termine per l'approvazione del Bilancio di previsione è fissato al 30 aprile".
"Chiedo pertanto al Governo" continua Benedetti "di concedere una proroga di 60 giorni, che consentirebbe di non aumentare la Tari e darebbe la possibilità alla senatrice Pezzopane di lavorare ad uno strumento legislativo contenente i trasferimenti necessari. Mi auguro che, in questo frangente, la sottosegretaria De Micheli dimostri attenzione alle nostre problematiche, peraltro ripetutamente segnalate dal sindaco Cialente e dal sottoscritto".
"In assenza di tale proroga" conclude la nota "il Consiglio comunale deve dare prova di maturità e senso di responsabilità approvando, per il momento, un bilancio tecnico, in assenza del quale, però, la città sarebbe bloccata. Successivamente, nel momento in cui arriveranno i fondi, si potranno effettuare scelte politiche e dare degli indirizzi. Ora, ripeto, è il momento della responsabilità cui sono chiamati tutti coloro ai quali i cittadini aquilani hanno conferito il mandato di sedere sugli scranni del Consiglio".