Giovedì, 28 Giugno 2018 12:01

Restituzione tasse, doccia fredda: bocciati emendamenti in Senato. D'Alfonso esprime "riprovazione", Pezzopane: "Decisione gravissima, battaglia continua alla Camera"

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Poco fa, l'aula del Senato ha bocciato gli emendamenti presentati al decreto legge 'Terremoto' per dare risposta alle 350 persone giuridiche del cratere chiamate a restituire le agevolazioni fiscali e contributive sospese a seguito del sisma del 6 aprile 2009.

Bocciato sia l'emendamento del Partito Democratico che quelli presentati da Forza Italia e Fratelli d'Italia.  

"Una decisione gravissima", ha sottolineato la deputata Stefania Pezzopane assicurando che riprenderà subito la battaglia alla Camera. 

Si tratta di una vera doccia fredda per l’intera comunità e per le imprese, sebbene attesa. In effetti, già la Commissione speciale del Senato aveva rigettato la richiesta di innalzare, almeno, la soglia del così detto 'de minimis' da 200mila a 500mila euro, vigendo, all'epoca della sospensione, il temporary frameworks, limitandosi ad impegnare il Governo "ad attivarsi con la massima urgenza, nell'avvio di nuove interlocuzioni e trattative con le Istituzioni europee e in particolare con la Commissione" e prorogando il termine per la consegna della documentazione di ulteriori 60 giorni. 

"Qualificare quegli sconti come aiuti di Stato è irricevibile, ed è giusto che il nostro Paese contesti in Europa questa assurda decisione. Ma intanto, in ogni caso, la franchigia di 500mila euro invece dei 200mila ordinari abbatterebbe di molto l’entità del problema – aveva provato a spiegare Gaetano Quagliariello, nel suo accorato intervento in Aula - L’applicazione di tale franchigia è nelle mani del governo italiano, come sostanzialmente affermato in una lettera del commissario europeo per la concorrenza al sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi. Io credo che si debba dimostrare coraggio e tenere la schiena dritta, soprattutto quando si ha ragione. E se l’Aula del Senato approvasse all’unanimità un emendamento in tal senso – aveva ribadito – il governo italiano sarebbe molto più forte nella trattativa con l’Europa".

Non è andata così.

"Esprimo tutta la mia riprovazione per la bocciatura dell’emendamento da me presentato per la sospensione del pagamento delle tasse nelle aree terremotate", l'affondo del senatore, e governatore, Luciano D'Alfonso. "Il Governo ha cassato l’emendamento nonostante le rassicurazioni e il presunto impegno in tal senso dei parlamentari abruzzesi di maggioranza. Si tratta di una condotta irresponsabile da parte di una classe dirigente che dovrebbe coltivare soluzioni vere per un problema così grave". Domattina D'Alfonso terrà una conferenza stampa sull’argomento.

"Gli emendamenti erano stati accantonati con la promessa di una soluzione che però evidentemente non sono stati in grado di trovare", ha ribadito Stefania Pezzopane. "Si tratta di una scelta in netta contraddizione con la propaganda fatta in campagna elettorale delle forze oggi impegnate nel fantomatico ‘governo del cambiamento’. Spiace molto anche perché tutti i parlamentari eletti nei territori colpiti dal terremoto si erano impegnati a sostenere quella proposta che veniva incontro alle legittime aspettative di cittadini ed aziende. Ed invece poi hanno contribuito alla bocciatura degli emendamenti. Ovviamente il Partito democratico non si arrende dinnanzi a questa sciagurata decisione del Senato e ripresenterà lo stesso emendamento con grande determinazione alla Camera. Sono già al lavoro".

Duro il senatore Quagliariello. "Il comportamento del governo è stato al di sotto di quanto ci si sarebbe atteso, vista peraltro la volontà trasversale del Senato di utilizzare il decreto in discussione per riparare una ingiustizia grave e devastante". Il problema, che evidentemente l'esecutivo deve risolvere al proprio interno, deriva da un errore concettuale. "L'esecutivo ha collegato il tema della soglia del de minimis, che è questione di interpretazione normativa e temporale - ha chiarito Quaglieriello - alla contestazione degli aiuti di Stato da parte della Ue, contestazione assurda ma che rispetto al de minimis non è mai stata sollevata. Se crediamo nella sovranità, è evidente che l'interpretazione della nostre norme spetta alle istituzioni italiane, ed è questo che il governo avrebbe dovuto fare chiarendo che per gli sconti fiscali agli aquilani si applica la franchigia vigente nel 2011, ovvero 500mila euro. Quanto accaduto in Senato non fa ben sperare".

La battaglia comunque continuerà alla Camera: "il nostro problema non è speculare politicamente su questa deludente vicenda ma raggiungere l'obiettivo nell'interesse dell'Aquila e degli aquilani; siamo pronti a cogliere qualsiasi apertura o resipiscenza che dovesse venire anche dal governo e dalla maggioranza. Questo decreto è la strada maestra per affrontare il problema, lotteremo fino alla fine perché venga percorsa".

D'Eramo (Lega): "Sulle tasse in atto operazione di sciacallaggio politico"

"Sulla vicenda-tasse è in atto una maldestra operazione di sciacallaggio politico".

Lo dice il deputato aquilano della Lega, Luigi D'Eramo, alla luce della bocciatura in aula, al Senato, degli emendamenti che avrebbero innalzato la soglia del de minimis da 200 a 500 mila euro, consentendo di ridurre la platea delle imprese potenzialmente a rischio restituzione.

"In realtà – spiega D'Eramo – non è accaduto nulla di diverso rispetto a quanto già successo in Commissione Atti urgenti. La linea è ormai tracciata: l'interlocuzione con il governo,  a cui il sottoscritto e la componente parlamentare della Lega stanno lavorando alacremente, precederà quella con l'Europa, così come sancito anche dal tavolo tecnico presieduto dal sindaco Biondi e dal vice presidente della giunta regionale Giovanni Lolli".

"Su iniziativa della Lega sono stati approvati all'unanimità la proroga di ulteriori 60 giorni per la consegna della documentazione da parte delle imprese e un ordine del giorno che vincola il governo all'interlocuzione con l'Europa. A fronte di questo, non si comprendono le dichiarazioni di alcuni esponenti politici che oggi attaccano il governo per la mancata approvazione di atti su cui si è già ampiamente dibattuto in Commissione".

"Mi riferisco in particolare a Nazario Pagano, che mai ha partecipato a una sola riunione del tavolo tecnico pur essendo regolarmente invitato o al governatore Luciano D'Alfonso, che nonostante ricopra ancora, ingiustificatamente, un doppio ruolo istituzionale, ha disertato regolarmente il tavolo e ora tenta un maldestro recupero spostando l'attenzione dalle spoliazioni perpetrate ai danni dell'Aquila a una vicenda di cui conosce poco e niente".

"E, infine, mi riferisco a Stefania Pezzopane, la quale è stata informata pedissequamente dal sottoscritto sui modi e sui tempi dell'incontro con il governo, essendo la stessa parte integrante della delegazione, insieme al sindaco Biondi, a Lolli e all'avvocato Robeto Colagrande, ma nonostante questo preferisce abbandonarsi a dichiarazioni di stampo politico del tutto fuorvianti. Una nota a parte merita il Pd, che oggi chiede addirittura un Consiglio comunale straordinario sull'argomento, dimenticando i lunghi anni in cui è stato al governo del Paese e della città e in cui nulla ha fatto per arrivare a una soluzione radicale del problema. La Lega e il sottoscritto proseguiranno in maniera costante a lavorare per evitare che sulle imprese giunga una mazzata economica ingiustificabile. L'interlocuzione con il governo è costante e proficua".

Albano (Pd) chiede la convocazione di un Consiglio comunale straordinario

"Oggi la maggioranza di Lega e 5Stelle al Senato ha bocciato l'emendamento salva-L'Aquila presentato dal Pd, ma anche quelli di altri gruppi come Forza Italia, che innalzando la soglia del de minimis avrebbero permesso di ridurre di molto le imprese coinvolte e gli importi ingiustamente richiesti nell'ambito della procedura di restituzione degli aiuti fiscali. Il governo e la maggioranza del cambiamento e della lotta all'Europa, nonostante i proclami della campagna elettorale, al primo vero banco di prova mostrano di non considerare minimamente le istanze dell'Aquila e degli aquilani e non osano contraddire l'Unione europea che richiede indietro le risorse".

A dichiararlo è il segretario del Partito democratico aquilano e consigliere comunale Stefano Albano che ritiene la vicenda "un vero e proprio scandalo. Per questo abbiamo depositato la richiesta di convocazione urgente di una seduta straordinaria del Consiglio comunale aperto incentrata proprio sulla vicenda della restituzione degli aiuti fiscali richiesta alle imprese del territorio aquilano, che ho rivolto ieri al presidente Roberto Tinari assieme ai colleghi Stefano Palumbo, Antonio Nardantonio, Emanuela Iorio, Elisabetta Vicini, Giustino Masciocco, Lelio De Santis, Angelo Mancini, Paolo Romano ed Elia Serpetti, che ringrazio per avere deciso di sottoscriverla".

Albano prosegue: "E' una questione che rischia di annullare tutti gli sforzi fatti in oltre nove di anni ricostruzione, di battaglie. A che serve ottenere le risorse, prevederne una parte consistente per la rinascita economica se poi per una serie di errori procedurali e timori politici il sistema economico del nostro territorio deve corrispondere in un solo colpo decine di milioni di euro? Ancora di più alla luce di quanto accaduto oggi in Senato, il Consiglio comunale deve potersi esprimere a tutela dell'Aquila. Abbiamo proposto che a tale Consiglio comunale vengano invitati i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati, nonché tutti i parlamentari eletti in Abruzzo. Serve un confronto serrato su questo affinché dal nostro territorio si levi una voce forte, autorevole".

I firmatari propongono nel corso della medesima seduta l'approvazione di un ordine del giorno che impegnerebbe il sindaco "a vigilare e a farsi portavoce presso il Governo per ottenere la predisposizione" delle misure già contenute nell'emendamento non approvato al Senato su indicazione dello stesso esecutivo, "tra cui l'innalzamento della soglia del de minimis da 200mila a 500mila euro visto che quanto disposto finora su impulso del governo di Lega e 5stelle è del tutto insufficiente per le esigenze, i bisogni, i diritti della città dell'Aquila".

Mari Fiamma (Apindustria): "Bocciatura ha una firma: Movimento 5 Stelle e Lega"

"Il voto che, in Senato, ha bocciato gli emendamenti necessari per il riconoscimento del temporary framework ha una firma certa e ben definita: Movimento 5 Stelle e Lega. Grazie a loro ed al precedente approssimativo intervento in Commissione del Sen. pentastellato Primo Di Nicola tocca ricominciare tutto da capo".

Parole del segretario generale di Apindustria della Provincia dell'Aquila, Massimiliano Mari Fiamma che, in una nota, non risparmia un durissimo attacco al senatore abruzzese.
    
"Quest’ultimo - prosegue Mari Fiamma - in Commissione speciale atti urgenti, aveva caldeggiato di sua iniziativa una linea diversa da quella concordata con le rappresentanze territoriali e, non senza una marcata prosopopea, aveva preferito proporre uno scontro diretto con la Commissione Europea, irrealizzabile nei tempi necessari per scongiurare il peggio, al solo fine di continuare quella infinita, estenuante campagna elettorale senza contenuti a cui il M5S ci sta ormai abituando. Del resto la totale e reiterata assenza dai tavoli istituiti con i parlamentari abruzzesi, la Regione, i sindaci, le associazioni datoriali, i sindacati e gli ordini professionali ha fatto sì che proprio i principali azionisti della maggioranza parlamentare siano all’oscuro sia dei reali problemi di questo territorio, sia delle soluzioni che, concordate tra tutti, sarebbe meglio proporre".

"Una metodologia inaccettabile quella dei grillini che, difatti, ha prodotto l’infelice intervento del Sen. De Nicola e la prima beffa in Commissione, ma non è stato solo questo ad affossare l’ennesimo tentativo di condurre alla ragione chi, trasversalmente di governo in governo, ci ha condotto in questo pantano".

"Il voto in aula ha visto anche la performance della Lega (Nord?) che, con i neo-cugini, contro il voto di tutto il resto del Senato, ha deciso di opporsi alle sollecitazioni che giungono dal cratere 2009, nonostante l’impegno, il lavoro e la condivisione dimostrata dall’On. Luigi D’Eramo proprio al tavolo condiviso. Per la Lega - aggiunge Mari Fiamma - questo poteva essere un valido test per giungere ad un vero braccio di ferro con la UE come predica il suo Leader da tempo; un’azione alla quale sarebbe approdata con il supporto di tutto il parlamento Italiano ma, evidentemente, quando contano i fatti ci si continua a rifugiare solo nelle parole".

"Nella sostanza però resta la linea proposta dal tavolo tasse lo scorso lunedì e cioè quella di discutere direttamente con il Governo per un D.p.C.M. che renda possibile il riconoscimento del temporary framework con franchigia e, contemporaneamente, riproporre gli emendamenti alla Camera per la terza lettura, ed in ultima analisi i ricorsi legali già pronti nei cassetti".

"Non possiamo non sottolineare però che oggi i rappresentanti della maggioranza, soli contro tutti, hanno segnato una bruttissima pagina della politica italiana e dimostrato una distanza incolmabile proprio con quella parte del Paese che si fregiano di ascoltare, aiutare e rappresentare. Se per i prossimi passaggi reitereranno questa ottusa presa di posizione - conclude Mari Fiamma - non esiteremo a rimarcarne gli effetti negativi invitando anche chi insiste con il “lasciamoli lavorare” a riflettere che forse, se vogliono lavorare così, sarebbe meglio farli smettere".

Ultima modifica il Giovedì, 28 Giugno 2018 18:23

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