Domenica, 12 Gennaio 2020 14:23

Rischio chiusura dello stabilimento Framiva di Bazzano: sit-in dei lavoratori

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Scatta la protesta dei lavoratori della Framiva Metalli di Bazzano, società leader nella produzione di laminati, che lo scorso 9 gennaio si è vista recapitare dal Giudice Delegato del Tribunale dell’Aquila un provvedimento che impone all'azienda di rilasciare lo stabilimento entro il 14 gennaio prossimo. Stamattina un gruppo di una trentina di lavoratori autorganizzati hanno inscenato un sit-in davanti al Palazzo di Giustizia mentre gli avvocati dell'azienda incontravano il Giudice delegato del Tribunale dell'Aquila.

Il provvedimento di decadenza dell'aggiudicazione notificato alla Framiva, che dovrà chiudere il sito aquilano dove sono impegate 62 persone, è scattato a seguito del mancato pagamento dell'ultima parte del bando di cessazione dell'azienda che la Framiva si aggiudicò ad aprile 2015, quando subentrò alla ex Otefal e acquisì lo stabilimento alla quinta asta indetta dal curatore fallimentare Omero Martella.

"Venerdì scorso l'azienda ci ha comunicato il provvedimento di sfratto esecutivo del Tribunale dell'Aquila che dovrebbe chiudere l'azienda già domani - hanno spiegato i lavoratori in presidio - Nonostante le rassicurazioni ricevute dall'azienda, che ha sempre pagato puntualmente gli stipendi, c'è tanta preoccupazione. La produzione è finalmente entrata a regime e un'eventuale chiusura del sito comporterebbe la perdita di commesse e il rischio di uscire definitivamente dal mercato, con conseguenze devastanti sull'occupazione".

Intanto i sindacati Cgil, Cisl e Uil pur chiarendo che non è certo loro intenzione e competenza "entrare nelle procedure giudiziarie", hanno indetto per domani un sit indavanti ai cancelli dell'azienda a Bazzano.

"C'è preoccupazione per le gravi ricadute sociali della cessazione improvvisa dell'attività produttiva dello stabilimento sui 62 lavoratori in forza e per il futuro degli ex lavoratori Otefal che ancora in attesa di poter essere ricollocati (prima dell'arrivo di Framiva erano 170 i lavoratori impiegato nel sito nd.r.)", scrivono in una nota Cgil, cisl e Uil.

I sindacati hanno fatto immediatamente istanza di incontro urgente alla Prefettura dell’Aquila, chiedendo che venga convocato d’urgenza un tavolo di verifica "che veda coinvolte tutte le parti interessate per individuare una soluzione che possa dare continuità produttiva a garanzia dei salari e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro famiglie”.

De Santis: "Altra mazzata per la città mentre la Giunta comunale è paralizzata"

"Nella città dell'Aquila, che vive da tempo una situazione difficile sul piano economico, con una disoccupazione galoppante e con tante famiglie in condizioni di povertà, l'anno nuovo si apre con un'altra crisi aziendale: la Società Framiva Metalli, azienda subentrata tramite aggiudicazione del bando a seguito del fallimento dell'Otefal, è costretta a chiudere per decadenza dell'affidamento, decretata dal Tribunale dell'Aquila ed a licenziare i 62 lavoratori e lavoratrici".

Così, in una nota, Lelio De Santis, capogruppo in Consiglio comunale di Cambiare insieme-Idv.

"Non spetta a me entrare nel merito delle procedure giudiziarie, ma ritengo che qualunque sia la motivazione addotta dal Giudice delegato del tribunale non sia tollerabile una chiusura improvvisa di uno stabilimento come quello di Bazzano e un licenziamento, senza preavviso, di 62 addetti, oltre che la cancellazione definitiva della prospettiva di occupazione per gli altri ex operai Otefal", sottolinea il consigliere.

"I sindacati stanno facendo la loro parte, ma anche le istituzioni, a cominciare dal Presidente della Regione, debbono muoversi ed affrontare con urgenza il problema al fine di salvaguardare l'attività produttiva ed il lavoro di tutti gli addetti. Lo stesso sindaco, Pierluigi Biondi - prosegue De Santis - può svolgere un ruolo importante di mediazione e di pressione ai vari livelli e da subito può convocare, d'intesa con il Prefetto, un tavolo tecnico-istituzionale con tutte le parti interessate per impedire un'altra mazzata sociale per la città".

"Quest'ultima vicenda, drammatica per il risvolto sociale ed economico, dovrebbe far riflettere il sindaco ed i partiti di centrodestra, che esprimono il governo cittadino, sulla gravità della situazione e sulla necessità di anteporre le esigenze della collettività alle beghe politiche: non è più tempo di giochi di palazzo e di scontri di potere, ma di rimboccarsi le maniche e di amministrare per il bene generale, a cominciare dalla tutela del lavoro, la principale emergenza di questo territorio", conclude il consigliere.

 

Ultima modifica il Lunedì, 13 Gennaio 2020 13:05

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