Sabato, 02 Maggio 2020 15:08

Riapertura cantieri, Mari Fiamma (Apindustria): "L'ordinanza del sindaco è una vessazione"

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"Nel nome del popolo di Facebook la politica aquilana si è ritrovata quasi sulle stesse posizioni sull’ennesima azione condotta a scapito delle imprese coinvolte nella ricostruzione. L’ordinanza calata dall’alto con l’imposizione dei tamponi, della tracciatura degli operai (già presente in Prefettura dal 2012 con un protocollo condiviso), dell’assunzione di una responsabilità da parte dei medici competenti e delle committenze è un’autentica vessazione senza alcun risvolto positivo nemmeno per la sicurezza tanto decantata".

Ad affermarlo è il segretario generale di Apindustria L'Aquila Massimiliano Mari Fiamma.

"Da questo punto di vista, difatti, si erano già mossi Governo e Parti sociali, confortati dal parere di esperti virologi ed epidemiologi, nello stilare e sottoscrivere ben 3 protocolli specifici (quello di riferimento il 24/04 scorso) tra cui quelli di cantiere, ma ormai è chiaro che ogni politico, di maggioranza o di opposizione, voglia apporre un proprio sigillo a questa triste vicenda del Covid-19. Ecco quindi che a 24 ore dalla riapertura (dato che da giovedì 30 a lunedì 4 c’è solo un sabato lavorativo di mezzo), si scaricano tutte le paure e le proteste dei social sulle imprese imponendogli tamponi utili solo a sfamare la voglia di sangue dei leoni da tastiera".

"I complimenti e gli osanna giunti via internet alla mossa del Comune sembrano non tener conto che un operaio negativo ad un tampone oggi, dovendo lavorare ed interagire in cantiere e fuori, può diventare positivo domani vanificando ogni rilevazione di 24 ore prima. Di contro per le imprese questa è l’ennesima imposizione assurda e fastidiosa che li costringerà al rinvio dell’apertura o a tour de force assurdi per inviare la modulistica alla ASL, al Comune e agli Uffici Speciali, trovare chi farà i tamponi (ad oggi se ne possono processare solo 140 al giorno nell’aquilano) e organizzare la ripartenza dal 4 dopo che, per giorni e giorni, noi e le altre Associazioni di categoria abbiamo invano chiesto di programmare per tempo la ripresa".

"In questo desolante quadro però non ci sono colpe solo del Governo cittadino dato che il caos scoppiato in Consiglio Comunale su questa ordinanza non ha visto una parte imporre le proprie prescrizioni e l’altra opporsi in nome del buon senso; le due fronde (anche miste nell’arco costituzionale) hanno dibattuto solo sul dare o non dare 14 giorni di tempo per fare i tamponi, rendendo del tutto evidente come il più alto il consesso cittadino risulti assolutamente inadeguato a condurre la straordinaria fase distruttiva in atto con il coronavirus".

"Ovviamente non ci sono i tempi per ricorrere se non rischiando, per l’ennesima volta, di danneggiare ancor di più le imprese ed il percorso della ricostruzione, quindi tutti dovranno fare il possibile per adeguarsi a questa sceneggiata, ma resta ancora una volta l’amaro in bocca nel constatare la siderale distanza tra la politica e le istanze reali dell’economia locale".

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