"A più di due mesi dal licenziamento, i 147 lavoratori del call center Customer2Care dell'Aquila ancora non sanno quale sarà il loro destino. Ad oggi questi lavoratori non hanno percepito un euro, e sono senza entrate dal mese di Marzo 2020".
A denunciarlo sono le Rsu e le segreterie territoriali Slc - Cgil e Uilcom - Uil, che ora si preparano a "un'azione legale per recuperare le spettanze, dal momento che l'ad unico di C2C, Roberto Guerrieri, ad oggi, non ha pagato gli stipendi di marzo e neanche gli istituti contrattuali che di diritto spettano ai lavoratori licenziati".
Il sito, lo ricordiamo, è inattivo dallo scorso 12 febbraio, in seguito alla revoca da parte di CcSud del subappalto della commessa WindTre. Dopo il confronto con i sindacati, la Ccsud si disse disponibile a riassorbire il personale attraverso una nuova azienda, la CcNord (partecipata al 100% da CcSud). Stessa disponibilità a garantire i livelli occupazionali arrivò anche dalla committente WindTre, che, nonostante l'apertura mostrata, aveva imposto la riduzione dell'orario di lavoro da otto a sei ore per questioni di sostenibilità aziendale.
La vertenza però si arenò lo scorso 6 marzo, con il deragliamento della trattattiva dovuto a una preesistente diatriba legale tra le due tra le società, C2C e CcSud, che ha fatto saltare l'accordo per il riassorbimento dei lavoratori.
Dopo la rottura dei negoziati, la CcSud in una Pec indirizzata ai sindacati, si dichiarò "libera dagli impegni presi con le istituzioni e organizzazioni sindacali".
"Con comunicazione recapitata l’11 gennaio, CCSud ha rescisso il contratto di subappalto a C2C a far data dal 12 febbraio 2020 - ricordano i sindacati - A seguito di tale rescissione, il 10 Marzo, Customer2Care ha licenziato tutti i lavoratori tranne circa 10 persone che per legge, non possono essere licenziate. I circa 10 lavoratori rimasti alle dipendenze dell’azienda sembra siano stati posti in FIS, ma le poche risposte di C2C arrivano senza essere seguite dalla concretezza dei fatti e non a tutte le scriventi è stata data una risposta ufficiale".
"La C2C - proseguono - continua a dare risposte parziali e pasticciate soprattutto prive di fatti concreti. Ci risulta che C2c non abbia neanche delegato l’ex socio di maggioranza, CCSud, per provvedere a sanare le spettanze contrattuali che per diritto deve ai lavoratori aquilani, continuando a prendere tempo probabilmente dovuto alla “bega” legale che ha col socio di maggioranza".
Oggi i 147 lavoratori sono coperti dall’ammortizzatore sociale NasPi ma, sottolineano i i sindacati, "non accettiamo che la situazione possa continuare in questo modo. Riteniamo fondamentale ratificare l’accordo già discusso a Roma il 4 Marzo 2020 e migliorarlo. Continueremo a sollecitare CCSud per un confronto costruttivo anche per mezzo di Call Conference, ma alle numerose richieste finora fatte non c’e’ stata alcuna risposta".
I sindacati si rivolgono quindi a Wind/3 che, sottolineano, "è l’unica che può intervenire e risolvere la salvaguardia dei posti di lavoro nel nostro territorio. Wind/3 ha sempre detto di voler restare all’Aquila e ci fa piacere questa affermazione ribadita anche nell’incontro dell 11 febbraio nella sede dell'azeinda di telefonia, ma oggi abbiamo l’obbligo di ratificare un accordo sindacale con CCSud che garantisca i posti di lavoro a tutti i licenziati di C2C".
"Sollecitiamo le istituzioni locali e regionali ad intervenire e dare riscontro perché è questo che ci stanno chiedendo i 147 lavoratori aquilani. Non serve gridare alla stampa la riassunzione dei lavoratori dentro una scatola vuota, non servono proclami che poi non portano risposte, oggi serve la garanzia dei posti di lavoro. Serve che si intervenga sul committente Wind/3 concretamente".