Venerdì, 19 Giugno 2020 18:49

PD Abruzzo a confronto sulla ZES con il caposegreteria di Provenzano: “Accelerare la spesa per fronteggiare la crisi e ripartire”

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“Dopo la firma del decreto istitutivo da parte del ministro, ora la ZES può essere utile per attrarre investimenti e rafforzare la ripresa post - Covid”.

Lo ha spiegato Nicolò Carboni, capo segreteria del Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, che ha partecipato a un confronto operativo, in diretta Facebook, organizzato dal Partito Democratico abruzzese, a cui hanno preso parte amministratori locali e rappresentanti di associazioni d’impresa e sindacati.

L’incontro è stato l’occasione per chiarire natura e obiettivi delle ZES: d’altra parte, gli scontri e gli attacchi politici spesso hanno creato confusione. Carboni ha ribadito che "la ZES è in generale un’area delimitata di una regione o di un territorio, che ha potenzialità di sviluppo, in cui vengono applicate agevolazioni fiscali e amministrative per attirare investimenti nazionali e stranieri, in particolare nell’ambito dell’economia portuale ed in settori come la logistica, i trasporti ed il commercio."

Inizialmente pensate per attrarre appunto investimenti, nel corso degli anni le zone economiche speciali sono state confuse con altri strumenti utili alle politiche di sviluppo territoriali. "Noi stiamo lavorando per farle tornare alla funzione originaria", ha sottolineato il caposegreteria del ministro per il Sud chiarendo anche alcune questioni che riguardano la perimetrazione: "È competenza esclusiva della Regione, da parte del Ministero non c’è alcuna pregiudiziale".

Restano naturalmente le indicazioni normative: "La zona individuata dovrà essere funzionalmente collegata all’Autorità portuale di riferimento, è necessario cioè che vi sia un collegamento economico funzionale”, che può essere determinato ad esempio dalle infrastrutture, o dalle procedure amministrative. È bene che si tratti di dimensioni d’efficienza, però – ha avvertito Carboni - quindi che l’area sia contenuta e distinguibile rispetto alle zone che hanno già un percorso di sviluppo proprio, e che dunque non necessitano di incentivi".

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