Giovedì, 01 Maggio 2014 10:52

Intecs pronta a lasciare la città, i 130 ricercatori chiedono l'intervento della politica

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Una spada di Damocle pende assai minacciosa sulle teste dei dipendenti della Intecs dell’Aquila, la ex Technolabs per intenderci.

Come svelato da NewsTown qualche settimana fa, infatti, l’Ati di imprese aquilane che ha ottenuto la gestione dell’ex polo elettronico per vent’anni, ha deciso di aumentare di quasi il 50% il costo dei servizi, passando ad una richiesta di 430mila euro annui a fronte dei 280mila percepiti fino ad ora.

Un salasso per la Intecs. E l’azienda, che a causa dell’aumento dei costi di housing potrebbe vedersi tagliata la fornitura di energia elettrica nel giro di pochi giorni, “si sta già predisponendo per spostare attrezzature e lavoratori presso la sede romana”.

A denunciarlo, la Rsu dell'azienda che ha già sollecitato il sindaco della città, Massimo Cialente, senza risultati. “Intecs - si legge in una nota – ritiene che ci siano in atto dinamiche volte a disincentivare la presenza industriale all’interno del comprensorio attraverso un aumento pesantissimo dei costi di gestione, insostenibile per una realtà che vive già enormi difficoltà. I lavoratori - dunque - ritengono necessario l’intervento del Comune perché eserciti un ruolo di mediazione tra la società Neon Appalti srl, che si occupa della gestione del comprensorio, e l’azienda, con l’obiettivo di cercare una soluzione che consenta la salvaguardia di 130 ricercatori”.

Poi, l’annuncio: “I lavoratori si riuniranno in assemblea per valutare azioni da mettere in campo qualora continuino a mancare risposte”.

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