Sono passati più di cinque anni dal terremoto. A L'Aquila e nel cratere, ragazze e ragazzi hanno concluso un altro anno scolastico nei Musp - Moduli ad uso scolastico provvisorio. Ce ne sono 36, ospitano 6000 studenti. Strutture moderne e costruite in breve tempo che evidenziano, però, le criticità di soluzioni precarie.
La ricostruzione delle scuole doveva essere la priorità del Comune dell'Aquila. Al contrario, ad oggi non c'è alcuna prospettiva chiara per il futuro: infatti, l'amministrazione attiva ha istruito un solo progetto esecutivo. Per i lavori di demolizione e ricostruzione della Scuola Primaria 'Mariele Ventre' di Pettino. Uno soltanto.
Eppure i soldi ci sono, disponibili da almeno un anno: 19milioni stralciati da fondi non ancora destinati che erano stati stanziati con delibera Cipe numero 43 del 2010, ulteriori 6milioni e 384mila euro arrivati dalla 'Legge Mancia' e altri 6milioni e 400mila euro dalla delibera Cipe numero 135. Sommandoli ai 12milioni previsti dal discusso Piano Scuole della Regione Abruzzo, il conto è presto fatto: 44milioni di euro. E praticamente tutti di cassa.
Dunque? Il nodo è intorno alla governance della ricostruzione. L'Ufficio speciale, guidato da Paolo Aielli, non ha intenzione di trasferire i fondi fino a quando non saranno istruiti i progetti esecutivi. Una ingerenza insopportabile per l'amministrazione attiva che, invece, pretende il trasferimento delle risorse per iniziare la progettazione degli interventi. Un bel guaio.
Ci siamo chiesti come vanno le cose al di là dei confini del Comune dell'Aquila, come procede la ricostruzione delle scuole che hanno subito danni riconducibili al terremoto del 6 aprile 2009. Per questo, abbiamo incontrato ingegneri e architetti del 'Settore Edilizia Scolastica' dell'Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del cratere. Ad accoglierci, l'ingegnere responsabile Alessia Placidi: con lei, Alessia D'Annunzio, Daniela Baliva, Nadia Marcantonio, Beba Bala e Stefano De Nicola.
I fondi per la ricostruzione delle scuole
Prima di entrare nel merito della ricostruzione, un rapido riassunto di quanto accaduto dal giugno 2009 ad oggi.
A seguito del terremoto, si decise di intervenire immediatamente per permettere ai ragazzi del cratere di tornare a scuola già in autunno. Così, con i fondi dell'emergenza, vennero apprestati i Musp, almeno per gli istituti scolastici che non era possibile mettere in sicurezza in breve tempo. Vennero spesi 100milioni di euro su tutto il cratere che hanno messo a disposizione dei ragazzi 36 moduli a tutt'oggi frequentati.
Il Decreto Legge 39 ha previsto lo stanziamento di risorse per l'edilizia scolastica a favore della Regione Abruzzo, sulla dotazione generale di 1miliardo di euro per tutto il territorio nazionale. Convertito il Dl in Legge 77, nel giugno 2009, il Cipe ha poi quantificato le risorse in 226milioni di euro, il 22.6% di tutta la dotazione nazionale, "al fine di sostenere la ricostruzione e la messa in sicurezza degli edifici scolastici della Regione danneggiati dagli eventi sismici iniziati il 6 aprile 2009'".
La programmazione era in capo all'allora Commissario delegato per la ricostruzione: il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. E' nato così il 'Piano Scuole': 144milioni e 806mila euro sono stati destinati agli edifici scolastici ubicati nel cratere sismico, 81milioni e 614 mila euro agli edifici fuori cratere. Se si fossero spalmati i 226milioni stanziati dal Cipe su di una cartina della Regione Abruzzo, ci saremmo accorti che man mano che ci si allontanava dal comune dell'Aquila - epicentro del terremoto - i fondi assegnati aumentavano. Infatti, dei quasi 63milioni previsti per i Comuni della Provincia dell'Aquila che rientravano nel cratere, solo 12milioni sono toccati al Comune dell'Aquila. In altre parole, dei 226milioni di euro previsti solo 12 sono stati dirottati per la ricostruzione delle scuole della nostra città. Un paradosso, in effetti. Come detto, sono state trovate comunque altre fonti di finanziamento: oggi, in cassa, sono congelati 44milioni di euro.
Sta di fatto che, con l'adozione della delibera Cipe, il Commissario Chiodi programmò gli interventi di messa in sicurezza delle scuole articolandoli in tre distinti piani stralcio per un importo, rispettivamente, di 30.6milioni di euro, 30.99 milioni di euro e 164.831 milioni di euro. Con i 30.6milioni previsti nel primo stralcio sono state messe in sicurezza le scuole del cratere che non avevano subito particolari danni dal sisma. Invece, con i 30.99milioni previsti nel secondo stralcio, si è lavorato per lo più alla messa in sicurezza delle scuole di pertinenza della Provincia dell'Aquila fuori cratere, in particolare a Sulmona e Avezzano.
Dunque, il 27 dicembre 2011, il Commissario Chiodi ha approvato, con proprio decreto numero 89, la lista definitiva degli interventi del terzo piano stralcio con i restanti 164.831mila euro. E' sulla base di questo programma che - con un'altra delibera Cipe del marzo 2013 - l'allora ministro per la Coesione e lo Sviluppo Territoriale, Fabrizio Barca, ha stabilito la definitiva programmazione delle risorse. Così ha trasferito all'Usra i 12milioni che spettavano al Comune dell'Aquila, come detto non ancora impegnati. I restanti 155milioni e 787mila euro sono finiti, invece, nelle casse dell'Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del Cratere.
I progetti dell'USRC
E torniamo nel merito della ricostruzione. All'USRC di Paolo Esposito, è stato delegato il compito di completare il secondo piano stralcio (che riguarda la messa in sicurezza delle scuole di pertinenza della Provincia dell'Aquila fuori cratere, in particolare a Sulmona e Avezzano) e la realizzazione del terzo piano stralcio (escluso, giusto ripeterlo di nuovo, il Comune dell'Aquila).
Come si à lavorato, in questi mesi? A spiegarlo è l'ingegnere Alessia Placidi: "L'avvio delle attività del 'Settore Edilizia Scolastica' è del maggio 2013. Abbiamo iniziato immeditamente le verifiche del piano, secondo i requisiti stabiliti nel decreto del Diset che trasferiva ai nostri uffici la competenza della ricostruzione delle scuole e le relative somme: in particolare, il nesso di casualità con il sisma, la funzionalità scolastica degli edifici e la congruità tecnica ed economica degli interventi, con priorità alla 'sicurezza sismica' che non può essere inferiore al 65%. Tra il mese di luglio e l'ottobre del 2013 - continua Placidi - abbiamo definito le regole e le procedure, prima con la pubblicazione del Disciplinare e, poi, con le Linee Guida. Dunque, nell'ottobre 2013 abbiamo presentato al Cipe una proposta di 'rimodulazione' degli interventi di ricostruzione, approvata con delibera 85. In questi mesi, abbiamo organizzato numerosi incontri pubblici con le amministrazioni locali per presentare il disciplinare, le linee guida e per discutere la rimodulazione degli interventi. Un lavoro assai proficuo. Già in novembre, infatti, è stato presentato il primo progetto che abbiamo approvato a dicembre".
Da fine dicembre ad oggi, in poco più di 6 mesi, la macchina ha decisamente iniziato a correre. Su di un totale di 143 interventi previsti, in 97 comuni delle 4 province abruzzesi, 2 sono già stati conclusi per 700mila euro (a Goriano Sicoli e Corropoli) e altri 17 sono immediatamente cantierabili per 16milioni e 539mila euro. "Un cantiere è già partito - conferma l'USRC - un paio partiranno in una decina di giorni, per gli altri c'è il bando in corso". E ancora: 49 interventi sono in fase di progettazione da parte delle amministrazioni (comunali e provinciali, per le scuole superiori) per 63milioni e 389mila euro e 76 sono in programmazione per poco più di 53milioni (vuol dire che i soldi sono stati stanziati ma le amministrazioni non hanno ancora iniziato la fase di progettazione). Dopo 6 mesi, insomma, sono stati approvati interventi per 16milioni e mezzo su un totale di 136milioni e 320mila euro (il 10,8%): per i progetti esecutivi, 5milioni e 204mila euro sono già stati trasferiti, i restanti 11milioni e 334mila euro verranno trasferiti in seguito.
"Il nostro iter procedurale è molto preciso", sottolinea l'ingegnere Alessia Placidi. "Istruiamo l'istruttoria preliminare e l'istruttoria tecnico amministrativa per l'approvazione dei progetti presentati dalle amministrazioni. A seguito del bando di gara e con l'esecuzione dei lavori, trasferiamo i fondi a rendicontazione fino al saldo finale, con il controllo dell'intervento. All'approvazione del progetto anticipiamo fino al 35% della spesa complessiva. Con la seconda rata di acconto, riconosciamo fino all'80% della spesa, al netto delle economie di gara. Teniamo la rata di saldo a verifica dei lavori effettuati".
Dunque, anche l'USRC trasferisce i soldi soltanto una volta approvato il progetto. Come intende fare Paolo Aielli, a dispetto delle richieste dell'amministrazione attiva del Comune dell'Aquila.
Per quel che riguarda i primi progetti approvati, si tratta - almeno per la metà - di nuove costruzioni: "Le 'vecchie' scuole erano in edifici degli anni '60, e anche precedenti, con un indice di sicurezza che non superava mai il 30% e, in alcuni casi, era persino inferiore al 15%", spiega Placici. "Ecco perché troviamo edifici danneggiati dal sisma anche a molti km dall'epicentro. Inoltre, le amministrazioni preferiscono ricostruire fuori dal centro abitato, per questioni legate all'accessibilità delle scuole e per anticipare futuri accorpamenti tra plessi".
Esposito: "USRC è un centro di competenza a servizio delle amministrazioni"
Analizzati i dati, ascoltati i tecnici, ci raggiunge il titolare dell'Usrc, Paolo Esposito: "L'attività di ricostruzione delle scuole non era prevista nella legge che ha istituito l'ufficio", spiega. "Dunque, abbiamo dovuto riorganizzare le attività e sottrarre forze alla ricostruzione pubblica e privata. Ho scelto l'ingegnere Placidi come responsabile del Settore e, con lei, abbiamo coinvolto un mix di professionalità tecniche con un occhio alla provenienza geografica perché, per un lavoro come questo, è fondamentale la conoscenza del territorio".
"Il Piano per la ricostruzione delle scuole era declinato con un importo economico e con una lista di interventi ma non si diceva come intervenire", sottolinea Esposito. "Per questo, abbiamo speso molto tempo nello studio delle linee guida, attraverso un confronto continuo e serrato con enti interessati, a livello locale e di Governo oltre che regionale. Abbiamo organizzato incontri e ancora incontri per spiegare cosa avremmo voluto fare e raccogliere suggerimenti. Tempo che non è stato affatto perso: tracciata la strada, infatti, ora possiamo procedere senza indugi. Con la consapevolezza che la responsabilità delle decisioni strategiche rimane in capo ai soggetti attuatori, ai Comuni e alle Province. L'USRC sta diventando, sempre di più, un centro di competenza a servizio delle amministrazioni. Capace - come nel caso della ricostruzione delle scuole - di sviluppare best practices che potrebbero tornare assai utili in futuro".