Martedì, 12 Marzo 2013 01:17

Politica e costruttori, intrecci pericolosi. La vicenda Del Tosto

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E’ una storia di costruttori, soldi pubblici e patronage politici. E’ ambientata in uno degli edifici più discussi della città, palazzo Del Tosto, costruito tra Via Vicentini e Via Roma più di trent’anni fa e che oggi ospita il supermercato Carrefour, alcuni uffici comunali e una galleria commerciale.                              

Il 14 gennaio scorso, la Giunta guidata da Massimo Cialente ha autorizzato il Comune, con delibera che potete leggere cliccando qui, a costituirsi parte civile nel procedimento avviato nei confronti del costruttore Berardino Del Tosto e di sua mamma, Lina Cappelli. Gravissime le imputazioni: nei lavori di ristrutturazione del palazzo, completati l’11 ottobre del 2010, la signora Cappelli, rappresentante legale della “Bahia srl”, società proprietaria dello stabile, e Berardino Del Tosto, della “Autoipanema srl”, che ha eseguito i lavori, avrebbero falsificato l’elaborato progettuale presentato all’autorità urbanistica. Non solo. Legittimati da una inesistente e non meglio precisata “sanatoria dei sottotetti”, avrebbero aumentato la superficie del terzo piano di più di 500 mq. Con queste motivazioni, il sostituto procuratore della Repubblica, Simonetta Ceccarelli, ha emesso nei loro confronti decreto di citazione diretta: davanti al giudice, il 29 gennaio, sono stati chiamati anche Berardino Sperandio e Roberto Pelliccione, progettisti dei lavori. Non entreremo nel merito della vicenda giudiziaria. Anche se è quantomeno curioso che l'avvocato della signora Cappelli e di alcuni degli altri imputati sia il fratello dell'avvocato del Comune.                                                      

 

Palazzo Del Tosto: una storia di edilizia contrattata

Ci interessa, piuttosto, ripercorrere la storia di palazzo Del Tosto, costruito nei primi anni ’80 con procedura di “urbanistica contrattata”. Che è una sorta di accordo fra il privato e l’amministrazione, volto a soddisfare un reciproco interesse. In sostanza, il Comune concede al privato di edificare su aree che, al momento della convenzione, risultano agricole o comunque non edificabili in cambio della costruzione di opere pubbliche di interesse collettivo (strade, scuole, parchi, parcheggi, palestre). Uno scambio proficuo, sembrerebbe. Anche perché, a garanzia del rispetto degli accordi, l’istituzione locale ottiene dal costruttore delle fideiussioni bancarie. Non è così, però. L’urbanistica non dovrebbe contrattarsi, è regolata dalla legge. Le amministrazioni pubbliche non dovrebbero lasciare alle proprietà fondiarie la possibilità di presentare progetti e negoziarne la realizzazione. Lo sviluppo urbano delle città dovrebbe tener conto del territorio e dei bisogni della comunità e non degli appetiti di palazzinari e costruttori. La contrattazione è un'evidente forzatura dell’equilibrio tra gli interessi dell’imprenditore e la discrezionalità degli amministratori, fatti spesso oggetto di tentativi di corruzione: è altissimo il rischio di accordi clientelari.

viaromaA L’Aquila, le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi trent'anni hanno stipulato numerose convenzioni. Tra le altre, la numero 28993 dell’8 agosto 1980 con la "Edilizia Brasilia snc" di Ilio Del Tosto, papà di Berardino, per edificare il palazzo che prenderà, poi, il nome di famiglia. Potete leggerla qui. L’imprenditore si impegnò a cedere al Comune, in cambio della autorizzazione a costruire, aree destinate a viabilità e verde pubblico, oltre al parcheggio sul piazzale di via Vicentini. Il parcheggio del Carrefour, per intenderci. L’accordo, però, non è mai stato rispettato, nonostante le numerose sollecitazioni del Settore Territorio del Comune, fin dal marzo 2005 (alleghiamo alcune note inviate dagli uffici pubblici alla famiglia Del Tosto). E le fideiussioni accese a garanzia del completamento dei lavori non sono mai state riscosse. Ora, se le convenzioni non vengono rispettate, non si può richiedere il certificato di agibilità dell'edificio.

Come è possibile, dunque, che a palazzo Del Tosto le amministrazioni cittadine abbiano per anni affittato locali adibiti ad uffici comunali? E come è possibile che proprio in quel palazzo siano stati trasferiti i nuovi uffici dell’anagrafe?

 

Gli uffici dell'anagrafe nel palazzo senza agibilità

Qui la storia entra nel vivo e si fa emblematica del malaffare che spesso si annida intorno agli accordi di “edilizia contrattata”. Nell’agosto del 2010, il Comune dell’Aquila indice una ricerca di mercato per affittare la sede dell’anagrafe. Nel bando di gara sono indicati dei requisiti: tra gli altri, l'edificio non deve essere distante più di 1 km e 800 metri dagli uffici comunali di Villa Gioia. Non solo. Nel rispetto del Piano Regolatore, se si affittano degli uffici di una certa metratura, è necessario che l’edificio assicuri anche un congruo numero di parcheggi di pertinenza. A settembre vengono aperte le buste. Ad aggiudicarsi il bando è proprio la "Bahia srl" con palazzo Del Tosto che, con atto di scissione numero 33238/6437, a rogito del notaio Federico Magnante Trecco, ha acquisito nel dicembre 2001 dalla "Edilizia Brasilia snc". Un affare tra moglie e marito.

Nel presentare i documenti necessari per rispondere al bando, la proprietà dell’edificio allega planimetria dei parcheggi che saranno a servizio degli uffici (potete scaricarla qui): sono proprio quelli oggetto di convenzione. In altre parole, al Comune dell’Aquila viene affittato un parcheggio di sua proprietà. E la signora Lina Cappelli, come potete leggere in questo documento, dichiara l'inesistenza di contenziosi pendenti contro il Comune e l'inesistenza di posizioni debitorie nei confronti dello stesso.

L’ingegnere Francesco Bonanni, dirigente del genio civile della Provincia, invia un esposto in procura. Denuncia, tra l'altro, che l’edificio manca del certificato di agibilità. L’allora assessore al personale, Giuliano Lalli, chiede informazioni direttamente al Pubblico Ministero Filippo Picuti, che in quei giorni si stava occupando della vicenda. Qualche tempo dopo, l’assessore si dimette. Per problemi di salute, la versione ufficiale. Qualcuno, però, solleva dei dubbi: Apprendiamo con rammarico delle dimissioni dell'assessore al Personale del Comune dell'Aquila Giuliano Lalli”, afferma in quei giorni di fine luglio del 2011 il segretario generale della Cisl-Fp, Ferdinando Lattanzi. “Seppure le dimissioni sembrano legate a motivi di salute e personali dell'Assessore, non possiamo esimerci dall'unirci alle ipotesi, avanzate da qualche Consigliere Comunale, che esse siano legate a problemi nel rapporto fra l'assessore Lalli ed il resto della Giunta ed anche nel rapporto con la dirigenza del comune dell'Aquila, problemi per altro che non costituiscono una novità e vedono l'assessore Lalli purtroppo soccombente nella battaglia per il rispetto delle regole nella gestione del personale comunale ed in tutta la vicenda del reperimento delle sedi per gli Uffici Comunali. Riguardo al reperimento delle sedi, l'Assessore aveva cercato, invano, di svolgere un'operazione di chiarezza occupandosi, per esempio, del caso di Palazzo del Tosto in via Vicentini”. Le parole di Lattanzi, come quelle di alcuni consiglieri comunali, rimarranno semplici ipotesi. Non dimostrabili.

barriereesterneNel marzo 2012, un anno e mezzo dopo la vittoria del bando, gli uffici dell’anagrafe vengono trasferiti con delibera dirigenziale, firmata dall'ingegner Mario Di Gregorio, nel palazzo di Via Vicentini. Fino al 30 marzo. Avete capito bene, per un mesetto. L’affitto, infatti, è pagato con fondi stanziati dalla Protezione Civile e, dunque, la delibera chiarisce che verrà rinnovato a patto che il contributo venga rifinanziato. Ad oggi, un anno dopo, gli uffici comunali sono ancora lì. Ancora senza regolare contratto d’affitto. C’è solo la delibera.

 

Le sbarre della discordia: l'ennesimo abuso edilizio

In maggio, la "Bahia srl" installa delle sbarre per la disciplina degli accessi al parcheggio. Come se non bastasse, alcuni cartelli segnalano che i posti sono riservati al supermercato e alle altre attività che insistono sul piazzale. Un altro abuso edilizio. L'ennesimo.                      

Finalmente, qualcuno interviene. Nel luglio 2012, la seconda commissione territorio presieduta dal consigliere di maggioranza Enrico Perilli, di Rifondazione Comunista, affronta il problema delle convenzioni mancate. Quasi nessuna convenzione è stata rispettata, racconta a Newstown, Il caso Del Tosto è uno dei tanti, certamente il più clamoroso perché il costruttore doveva cedere il parcheggio al Comune e non solo non ha rispettato la convenzione, ma lo ha anche chiuso con delle sbarre. Siamo riusciti, come commissione territorio, a far intervenire l'ispettorato urbanistico, che ha imposto la demolizione di tutte le opere costruite abusivamente. La “Bahia srl” ha avuto novanta giorni per rimuovere le sbarre. Non lo ha ancora fatto. Se non ci penseranno loro, sarà il Comune a procedere e i lavori verranno addebitati alla proprietà. Un piccolo successo. Non è facile, però, riprendere in mano tutte le convenzioni stipulate negli anni e impegnare la Giunta a farle rispettare. Ai privati, in questi anni, non è mai stato chiesto nulla. Nessuno ha mai avuto il coraggio di riscuotere le polizze fideiussorie perché troppo spesso, in questa città, costruttori e politici hanno avuto forti rapporti di complicità. Basti pensare che, in occasione delle ultime elezioni comunali, l’allora assessore all’urbanistica, Roberto Riga, ha affittato degli spazi al Rotilio Center, un altro dei palazzi costruiti con “edilizia contrattata” e mai rispettata , per stabilirvi il suo ufficio elettorale. In altre parole, chi doveva pretendere il rispetto delle convenzioni dal proprietario del palazzo, affittava da lui degli uffici".

Succede anche questo, a L'Aquila. Sono più di cento le convenzioni mancate e non è semplice ricostruirne la storia. "Ci stiamo provando", racconta Perilli, "con il geometra Marzi stiamo scrivendo a tutti i costruttori che hanno delle pendenze con il Comune. Il problema è che non rispondono alle nostre sollecitazioni. E, quindi, siamo costretti a scrivere di nuovo e minacciare di adire alle vie legali se non lo faranno entro 60 giorni. Vi renderete conto di quanto sia lunga e faticosa questa trafila burocratica. Anche perché, in alcuni casi, le convenzioni sono state stipulate più di vent’anni fa e gli avvocati dei costruttori hanno gioco facile ad eludere, in modi più o meno fantasiosi, le nostre legittime richieste. La verità è che la Giunta Cialente non ha alcuna intenzione di intervenire per risolvere la situazione".

 

I rapporti poco chiari tra politici e costruttori 

santanzaLo conferma a NewsTown un altro consigliere, Enrico Verini, candidato sindaco alle ultime comunali con Futuro e Libertà. Insieme a Maurizio Leopardi, nel dicembre del 2011, ha presentato una mozione -poi approvata dal Consiglio- proprio sul parcheggio Del Tosto: in particolare, sul manufatto provvisorio che ospita la farmacia comunale di Santanza, inadeguato e al di fuori di ogni normativa di sicurezza. La Giunta non ha mai dato alcun tipo di risposta alla nostra mozione. Eppure, è questione di buon senso: perché non si procede all’acquisizione del piazzale, che per convenzione è di proprietà del Comune, per assicurare alla farmacia una collocazione più dignitosa? Non ci sono parcheggi, sempre occupati dai clienti del supermercato e degli altri negozi del piazzale; la struttura è piccola, fatiscente e non adatta in alcun modo alla sua funzione. E la farmacia ne risente anche in termini di clientela: l’amministrazione dovrebbe preoccuparsi del buon funzionamento delle sue municipalizzate, soprattutto dell’azienda farmaceutica. Ricordo molti interventi in consiglio, tra interrogazioni, interpellanze e mozioni sulla questione del piazzale di Via Vicentini. Ho avuto anche modo di parlare con Del Tosto e lui mi ha confermato la volontà di procedere alla divisione dei parcheggi. Anche gli imprenditori vorrebbero regole più certe. L'amministrazione, però, mantiene questo clima di confusione per avere maggiore potere di contrattazione con alcuni costruttori della città".

E siamo al cuore della vicenda: i rapporti poco chiari tra politici e imprenditori. L’unico che può intervenire è il Sindaco, insiste Enrico Perilli, con la riforma Bassanini, le competenze sulle convenzioni sono passate in capo ai dirigenti che vengono nominati dal primo cittadino e che dipendono da lui direttamente ed esclusivamente. Il problema è che c’è complicità tra la politica e i dirigenti. Sono i dirigenti che hanno scritto il bando, fatto la gara, stilato la graduatoria e il contratto con Del Tosto quando si è trattato di affittare nuovi locali per gli uffici dell’anagrafe. Sono i dirigenti che non si sono preoccupati della mancata agibilità del palazzo, delle convenzioni non rispettate con il Comune, e della questione del parcheggio di pertinenza. Di proprietà del Comune. Purtroppo se il Sindaco non controlla, o peggio decide di non intervenire, c’è poco da fare. Ci vorrebbe la volontà chiara di Cialente di risolvere tutte queste vicende.

 

Affitti milionari a costruttori inadempienti

La volontà sembra mancare, però. Anzi. Nel momento di ricollocare gli uffici comunali, nei mesi che seguirono il sisma del 6 aprile, il Comune non ha scelto solo palazzo Del Tosto ma anche altri edifici privi di agibilità per non aver mantenuto fede alle convenzioni contrattate.E' vero, ci dice Perilli, Altro caso clamoroso è quello di palazzo Palmerini, a San Francesco: il costruttore, per accordi intercorsi, avrebbe dovuto realizzare per il Comune un parcheggio, una palestra e 120mq di area direzionale. Bene, non solo non ha rispettato la convenzione, ma dopo il terremoto ha affittato quei 120 mq proprio al Comune che, come nel caso di palazzo Del Tosto, continua a pagare un mensile per edifici di sua proprietà. Palazzo Palmerini, tra l'altro, risulta occupato abusivamente dal Comune visto che non c'è un regolare contratto di affitto e non c’è neanche una determina dirigenziale, come per gli uffici di Via Vicentini. Per non parlare del caso del Rotilio Center di Via Strinella, anche lì gli uffici del comune sono affittati in edifici privi di agibilità perché il costruttore non ha rispettato le convenzioni”. Difficile comprendere il senso di queste scelte: non solo l’amministrazione pubblica non tutela gli interessi della comunità, pretendendo il rispetto degli accordi, ma premia alcuni dei costruttori inadempienti affittando, con soldi pubblici, uffici comunali nei loro palazzi.

ufficicomuneFino al paradosso: l’affitto di strutture che dovrebbero essere di sua proprietà. Quanto costano ai cittadini queste scelte? Impossibile quantificare il danno procurato dal mancato rispetto delle convenzioni. Più semplice, invece, fare due conti sui soldi che l’amministrazione paga, ogni anno, per l’affitto dei suoi uffici. Lo abbiamo chiesto sia a Perilli che a Verini: entrambi ci hanno confermato che la cifra si aggira sul milione e 800 mila euro. D’altra parte, gli uffici sono dislocati tra Villa Gioia, palazzo Del Tosto, palazzo Gizzi, palazzo Palmerini a San Francesco, palazzo Rotilio in Via Avezzano, la scuola di Santa Barbara, i container all’autoparco, Viale Aldo Moro, Via Rocco Carabba, Viale Alcide De Gasperi. Ne dimentichiamo di sicuro qualcuno: E’ difficile anche per me, che sono un consigliere, orientarmi tra i vari uffici del Comune”, sottolinea Verini, “nulla è stato fatto per evitare questo sperpero di denaro pubblico, per dotare il Comune di un'unica sede. Personalmente, avevo proposto di portare tutti gli uffici nell’ex manicomio di Collemaggio, vicini al parcheggio del terminal Natali e all’uscita dell’autostrada. Comodo per tutti, dunque, anche per i tanti che arrivano nei nostri uffici da altre città. Troppo spesso dimentichiamo di essere il capoluogo di Regione.

 

I quasi due milioni di euro l’anno che spendiamo di affitto non potrebbero essere utilizzati per la costruzione di una sede unica?                 

Sentite cosa ci ha risposto Enrico Perilli: Certo, si sarebbe potuta costruire una sede di proprietà, la rata del mutuo sarebbe costata più o meno quanto spendiamo ora in affitto. Si è deciso diversamente per la confusione, mentale e non solo, del Sindaco. Avevamo chiesto ed ottenuto un finanziamento dalla Protezione Civile per costruire la sede unica dietro l’autoparco, vicino la stazione; Cialente, però, pensò che fosse giusto riportare gli uffici subito in centro, in piazza Palazzo (nell’edificio dinanzi al “Farfarello”, che ospitava “Il rigoletto” ndr). Poi si è capito che l’edificio non poteva ospitare tutti gli uffici. I tempi lenti della ricostruzione hanno fatto il resto. E ora, versiamo quasi due milioni di euro l’anno ai costruttori”. E' notizia dei giorni scorsi che la Giunta comunale ha approvato una delibera che definisce il percorso tecnico-amministrativo relativo alla realizzazione della nuova sede unica, in Via Rocca Carabba dove un tempo sorgeva l'autoparco. "L'obiettivo - ha dichiarato l'assessore Di Stefano - è da sempre stato quello di riunire in un unico complesso i numerosi edifici sparsi nella città, risparmiare sugli affitti passivi e sui costi di gestione, razionalizzare le attività amministrative e migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti e, di conseguenza, i servizi al pubblico". Con un paio d'anni di ritardo.

Nel frattempo, continuiamo a pagare affitti a cinque zeri a costruttori inadempienti, in alcuni casi per spazi di proprietà pubblica. La Giunta non interviene per garantire il rispetto delle convenzioni, non riscuote le fideiussioni poste a garanzia, soldi che potrebbero essere reinvestiti in opere utili alla comunità. E non recede dall'accordo con la famiglia Del Tosto, con cui il Comune ha controversie legali. Che tipo di rapporti ci sono tra la Giunta e i costruttori? Cercando delle risposte, abbiamo scoperto che, in occasione delle ultime elezioni comunali, Berardino Del Tosto ha concesso in comodato d'uso gratuito al "Comitato elettorale per Massimo Cialente sindaco dell'Aquila" l'immobile di Viale della Croce Rossa dove, in effetti, il primo cittadino ha organizzato il suo quartier generale. Preoccupante, per chi vorrebbe la politica indipendete da qualsiasi rapporto con imprenditori e costruttori, in particolare in presenza di controversie legali. Nei prossimi anni, L'Aquila sarà chiamata a gestire enormi flussi di denaro per la ricostruzione. L'amministrazione dovrebbe dimostrarsi assolutamente autonoma e indipendente nelle scelte.

Chiarire la natura dei rapporti con i costruttori potrebbe essere il primo passo.

 

 

 

 

 

Ultima modifica il Martedì, 23 Aprile 2013 00:10

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