Venerdì, 17 Febbraio 2017 13:11

Metanodotto, i residenti di Paganica contro la Snam: "Scendiamo in piazza"

di 
Riprese di Alberto D'Amico

"Dobbiamo scendere in piazza, a Roma, per ribadire il nostro no alla costruzione del metanodotto, un'opera dannosa e pericolosa. Chiediamo che tutti i movimenti, i comitati, e anche i rappresentanti politici sostengano la nostra battaglia e ci aiutino a sensibilizzare le altre frazioni del comprensorio aquilano".

E' sul piede di guerra Fernando Galletti, presidente degli Usi Civici di Paganica, popolosa frazione dell'Aquila, e annuncia una nuova stagione d'opposizione al contestatissimo progetto Snam. Ora, avverte Galletti, è necessario che tutti i movimenti No Snam costituiscano un fronte unitario avverso la costruzione del mega-gasdotto. Perché "la questione non riguarda solo la Valle Peligna", sottolinea ai nostri microfoni il presidente dell'amministrazione per i beni separati.

L'urgenza di connettere le battaglie portate avanti dai vari comitati territoriali presenti in Abruzzo è emersa nel corso di un incontro organizzato dagli attivisti del 3e32 a CaseMatte, all'Aquila, insieme alla Rete Adriatica No Snam e al collettivo AltreMenti di Sulmona (L'Aquila) [leggi], cui hanno partecipato anche gli amministratori dei Beni Separati di Paganica e San Gregorio.

Se a Sulmona il cantiere riguarderà tanto la realizzazione del metanodotto vero e proprio, quanto la costruzione della centrale di compressione per la quale manca soltanto l'ok da parte del Governo, anche il capoluogo e il comprensorio sono direttamente interessati dal tracciato del gasdotto. Per allargare il fronte di protesta, domenica 19 febbraio (ore 16), nel Centro Civico di Paganica, si terrà un'assemblea pubblica aperta sulle ragioni del No.

"Il tubo di metano da Sulmona passerà a Capestrano, squarciando tutta la vallata, Paganica, Collemaggio, Monte Pettino, Arischia, Montereale, Amatrice per arrivare a Foligno. In altre parole vogliono posare una condotta dal diametro di 120 centimetri e 40 metri di servitù a pochi metri di profondità proprio sulle faglie che hanno generato i terremoti più forti degli ultimi otto anni. Come potremmo sentirci al sicuro?", si chiede Galletti (video).

Claudia Federici è proprietaria insieme ad altre sei famiglie di un immobile costruito tra le frazioni di Paganica e Filetto negli anni '70. Il tracciato del metanodotto dovrebbe attraversare il terreno agricolo antistante la sua abitazione: "Siamo stati informati dai beni separati che il gasdotto in progetto sarebbe passato poco distante da casa – ci racconta – poi sono arrivati i tecnici e hanno effettuato i rilievi a meno di 15 metri dalla mia abitazione. Il sisma del 2009 ha danneggiato i servizi e ora vogliono far passare un tubo che trasporta gas a pochi metri dalla nostra casa. Cosa potrebbe succedere se si verificasse un altro terremoto o un incidente?".

L'elevata pericolosità sismica della zona è ciò che preoccupa maggiormente i residenti. E, anche in questo caso, l'assoluta sicurezza dei propri gasdotti ribadita più volte dalla Snam non è bastata a rassicurare. Per Galletti, l'esplosione in prossimità della faglia di Paganica di una tubatura dell'acquedotto "La Ferriera" in seguito al sisma del 2009 dimostrerebbe l'alta vulnerabilità delle condutture in caso di forte sisma.

Nel 2009, la lesione della tubatura dopo la scossa di magnitudo 6.3 causò un cratere di 36mq: "Cosa potrebbe succedere - ribadisce Galletti - se ad esplodere fosse un tubo che invece dell'acqua trasporta gas e dal diametro due volte maggiore?". 

La lotta sui terreni tra Snam e Usi civici. Come detto, le rassicurazioni date nel corso degli anni dalla società leader in Italia del trasporto di gas naturale non sono affatto servite a tranquillizzare i cittadini di Paganica. Qui i dirigenti e i tecnici della Snam arrivarono nel 2013, depositando il progetto e avviando l'iter propedeutico all'esproprio dei terreni. Fu allora che il tracciato di progetto finì nel mirino dell'amministrazione dei beni separati. Si trattava infatti di 275 particelle di terreno soggetto ad uso civico adibite a pascolo e a bosco su cui la Snam progettava di far ricadere l'infrastruttura. 

Bypassando i reali proprietari di detti beni, cioè le frazioni, la Snam avviò il procedimento di apposizione del vincolo preordinato all'esproprio, procedendo addirittura all'erogazione di indennizzi in favore degli occupanti abusivi. Tale procedura, manifestando vizi da mancato rispetto degli obblighi derivanti dalla normativa in tema di uso civico, venne denunciata dallo stesso Galletti. In una lettera pubblica inviata in copia anche alla Procura della Repubblica dell'Aquila infatti, diffidò formalmente il responsabile del procedimento ottenendo in seguito il reintegro dei terreni. Per ottenere l'autorizzazione alla costruzione del gasdotto, la Snam propose quindi il mutamento di destinazione d'uso dei 36 ettari di terreni agricoli del demanio comunale. Ad ostacolare le mire della società del gas intervennero prima le osservazioni contrarie al metanodotto espresse in varie Conferenze dei Servizi presso il Ministero dello Sviluppo economico e, in ultimo, il parere negativo al mutamento di destinazione d'uso deliberato nel 2015 dall'amministrazione degli Usi Civici di Paganica e San Gregorio.

Nel 2013, contestualmente ai tentativi di alienazione delle proprietà collettive, i tecnici della Snam effettuarono anche i rilievi sui terreni interessati dal tracciato in progetto. 

Ultima modifica il Sabato, 18 Febbraio 2017 11:05

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