Easter Rising, la Rivolta di Pasqua. Cent'anni fa, gli irlandesi cercarono di ottenere l'indipendenza dal Regno Unito.
La Rivolta fu sedata in sei giorni, i leader dell'insurrezone vennero giustiziati. Fu una disfatta militare. Eppure, la Rivolta fu un momento importantissimo per la storia irlandese, uno dei punti saldi nella storia della Repubblica.
NewsTown vuole celebrare il centenario della rivolta irlandese con un approfondimento a puntate, curato da Stefano Frezza. Come si giunse alla rivolta, le conseguenze della Easter Rising, la situazione dell'Ulster tra la guerr civile e il Bloody Sunday del 1972, la costruzione del percorso che portò agli accordi di pace del 1998, fino alla fine della lotta armata, nel 2007.
Un appassionante viaggio in Irlanda che iniziamo oggi, giorno di Pasqua di cent'anni dopo.
Buona lettura
di Stefano Frezza - Sarà festa grande quest’anno a Dublino lungo la O’Connel Street, davanti quel General Post Office divenuto vera e propria icona della rivolta di Pasqua 1916; a Dublino e in tutta quella parte dell’isola che non ha mai smesso di lottare e di sognare un futuro costruito sulla pace, la libertà e l’autodeterminazione.
Cent’anni dopo quella domenica di Pasqua, immortalata dal cinema, dalla letteratura, dalla musica, è ancora ben viva nei cuori e nelle menti di tutti gli irlandesi, e non solo.
Non era certamente la prima volta che gli irlandesi si sollevavano in armi contro l’occupazione inglese ma fu certamente l’occasione in cui per la prima volta tutti compresero che molte cose stavano finalmente per cambiare.
Era trascorso poco più di un secolo da quando con l’Act of Union (1800) l’Isola era entrata a far parte del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, cosa che aveva immediatamente diviso la popolazione irlandese suscitando il favore dei nobili e dei grandi latifondisti, da sempre in affari con Londra, insieme alla spontanea avversione di coloro che non volevano accettare di perdere la propria autonomia e la propria libertà, dopo aver perso la terra e il lavoro in tantissimi casi.
Tutto il XIX secolo irlandese fu segnato dai tentativi politici o insurrezionali promossi da piccoli movimenti organizzati proprio come le nostre società segrete dell’ottocento. Fu Daniel O’Connel il primo ad intuire che la lotta armata doveva essere accompagnata da una intensa campagna politica in tutto il paese come pure in Parlamento.
Fu soltanto nel settembre 1914 che la Home Rule fu approvata; questa garantiva la formazione di un vero Parlamento irlandese con poteri autonomi da Londra, ma la sua attuazione fu rimandata alla fine del conflitto mondiale che intanto era scoppiato.
I repubblicani irlandesi non erano affatto convinti che l’Inghilterra avrebbe mantenuto la sua parola e vollero forzare la mano approfittando anche dell’impegno inglese nella guerra e in quella domenica di Pasqua del 1916 dettero inizio alla loro rivolta.
L’esercito britannico liquidò la faccenda in sei giorni ma il numero delle vittime e la ferocia dei combattimenti sorpresero non solo gli inglesi ma la stessa popolazione irlandese che in massima parte era rimasta a guardare invece di unirsi agli insorti.
Come sempre la vendetta britannica fu tremenda, tutti i capi della rivolta vennero giustiziati, tutti tranne uno, anzi due: la prima era una donna, Constance Gore-Booth che aveva comandato un gruppo dell’IRA nel Parco di St. Stephen, proprio fuori il Trinity College; l’altro era Eamon De Valera che non molto tempo dopo diventerà il primo presidente della repubblica irlandese (a salvarlo fu il suo passaporto americano).
In un crescendo di violenze e repressioni una parte sempre crescente di cittadini irlandesi si unì a quella che divenne una vera e propria guerra per l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
Con il Trattato del 1920 l’Irlanda fu divisa: 26 contee costituirono la repubblica d’Irlanda con capitale Dublino mentre sei contee dell’Ulster andarono a formare un vero e proprio stato fantoccio denominato Irlanda del Nord, con capitale Belfast ma sotto le dirette dipendenze di Londra. Ma con il Trattato anglo-irlandese dell’anno successivo gli inglesi fregarono tutti: il governo di Dublino riceveva infatti poteri limitati e doveva ancora giurare fedeltà alla corona inglese. Tutto ciò scatenò una guerra ancora più aspra, questa volta tra gli stessi irlandesi favorevoli o contrari al trattato.
La conclusione della guerra civile e l’affermazione delle forze favorevoli al trattato consentirono di riportare la pace ma solo dopo parecchi anni quello che allora fu chiamato Irish Free State riuscì ad ottenere una reale autonomia e una vera indipendenza da Londra. Rimaneva aperta la questione nord-irlandese che avrebbe provocato ancora per diversi decenni violenze, attentati e ancor più violenti atti di repressione.
Vedremo come fu possibile costruire il processo che condusse al definitivo cessate il fuoco, con la progressiva affermazione del movimento repubblicano sia nella Repubblica d’Irlanda che nelle sei contee del nord e con la piena consapevolezza che nulla sarebbe stato possibile senza l’avvio di quel lungo percorso, quella domenica di Pasqua di cento anni fa, il 20 aprile 1916.
Easter 1916 - by William Butler Yeats
I
Li ho incontrati alla fine del giorno
Mentre arrivavano rossi in volto
Da dietro i banconi o dalle scrivanie
Fra case grige del settecento.
Sono passato con un cenno del capo
O con parole gentili e insignificanti,
Oppure mi sono fermato un attimo e detto
Parole gentili e insignificanti,
E pensato prima di andar via
Ad un racconto divertente o una scemenza
Per far ridere un amico al club
Accanto al fuoco,
Essendo certi che sia io che loro
Vivevamo soltando camuffandoci:
Tutto è cambiato, terribilmente cambiato:
Una terribile bellezza è nata.
II
I giorni di quella donna trascorrevano
In piaceri senza senso,
Le sue notti in discussioni
Finchè la sua voce diveniva stridula.
E quale voce più dolce della sua
Quando giovane e bella,
Cavalcava dietro la muta dei bracchi?
Quest’uomo aveva diretto una scuola
E cavalcato il nostro cavallo alato.
Quest’altro suo aiutante e amico
Veniva rivelando la sua forza;
Avrebbe potuto raggiungere la fama alla fine,
Così sensibile appariva la sua natura,
Così audaci e dolci i suoi pensieri.
Quest’altro lo avevo immaginato
Un ubriacone, uno zotico vanitoso.
Aveva arrecato la più amara delle offese
A qualcuna che avevo a cuore,
Tuttavia lo menziono nel canto;
Anche lui ha rinunciato alla sua parte
In questa commedia occasionale;
Anche lui, a sua volta, è stato mutato,
Completamente mutato:
Una terribile bellezza è nata.
III
Cuori con un unico proposito
D’estate e in inverno sembrano
Per incanto tramutati in pietra
Per ostacolare la corrente viva.
Il cavallo che giunge dalla strada,
Il cavaliere, gli uccelli che svolazzano
Da una nuvola all’altra,
Mutano minuto per minuto.
L’ombra di una nuvola sul ruscello
Muta minuto per minuto;
Uno zoccolo scivola sull’argine del ruscello
E un cavallo vi sguazza dentro
E le gallinelle dalle lunghe zampe si tuffano
E lanciano richiamo ai galli della brughiera.
Minuto per minuto vivono:
La pietra è nel mezzo di tutto.
IV
Un sacrificio troppo lungo
Può mutare un cuore in pietra .
Oh quando sarà abbastanza?
Sta al cielo dirlo, a noi
Compete solo mormorare i nomi,
Come una madre chiama la bambina
Quando alla fine il sonno è arrivato
Su quelle membra che avevano corso sfrenate.
Cos’è se non il calar della notte?
No, no, non notte ma morte.
E in fin dei conti fu una morte inutile?
Poiché l’Inghilterra può tener fede
A tutto ciò che s’è fatto e detto.
Conosciamo i loro sogni; abbastanza
Per sapere sono morti per quei sogni.
E se fosse stato un eccesso d’amore
A sconvolgerli fino a farli morire?
Lo scrivo qui in versi
MacDonagh e Macbride
E Connoly e Pearse
Ora e nel tempo che verrà,
Ovunque sia indossato il verde
Sono mutati, terribilmente mutati:
Una terribile bellezza è nata.