Domenica, 05 Luglio 2015 22:09

La Grecia vota 'No' e apre una nuova stagione politica europea

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Il fronte del No in Grecia si è affermato con un vittoria consistente del 61%.

Il Premier Alexis Tsipras dunque è uscito vincitore dal referendum indetto dal parlamento greco una settimana fa, e che ha dato vita a giorni di forti discussioni in tutta Europa.

Tsipras alle 22:30 ha parlato in televisione chiarendo che il mandato consegnatogli dal voto "non è quello di una rottura" ma rinforza il nostro greco nel negoziato "per uscire dal circolo vizioso dell' austerità", e che da domani vanno riprese le negoziazioni "per il ripristino della solidità bancaria ed economica" tornando anche a "trattare sul debito" .

Per tutta la notte Piazza Syntagma, ad Atene, è stata piena di persone in festa (tra cui una pattuglia di politici italiani di M5S, Sel, Prc e tanti attivisti). Determinante per il "no" è stato il voto dei giovani under-35.

Nella primissima mattinata del day after si è dimesso il Minsitro dell'Economia Varoufakis. "Lo faccio per aiutare Tsipras nelle trattative" ha scritto sul suo blog, essendo Varoufakis molto inviso ai vertici europei.

Il risultato dello storico referendum, apre ora nuovi scenari. Cosa succederà adesso? E' la domanda che tutti in Europa si stanno ponendo.

Intanto quello che è certo è che Tsipras ha in mano un risultato che gli permette di presentarsi al tavolo del negoziato con un peso contrattuale più alto. La sconfitta invece avrebbe determinato una quasi certa caduta del Governo greco.

Ma le conseguenze vanno ben oltre. La chiamata referendaria ed il suo esito, ha riportato l'Europa ad una dimensione politica ormai dimenticata appannaggio del sistema economico-finanziario imposto dalla Troika e accettato dai governi nazionali.

"Sì all'Europa della democrazia e no all'Eurozona coma una gabbia dei suoi popoli. Sì all'eguaglianza sociale", sono state le prime parole pronunciate dal Ministro dell'Economia Yanis Varoufakis (il primo a parlare) che ha voluto anche ribadire l' "angoscia per trovare una soluzione positiva per tutti" , auspicandosi "una fine positiva per la ferita greca" .

Il referendum infatti, va ricordato ancora una volta, non riguardava certo l'uscita o meno della Grecia dall'Euro bensì l'accettazione o (meno) dell'accordo sul debito proposto sostanzaialmente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dalla Bce.

Quello che è chiaro è che la consultazione greca ridà forza all'Europa sociale sposando l'asse politico europeo a sinistra (Podemos in Spagna su tutti). O meglio mettendo in crisi la sinistra social democratica che ha accompagnato le ricette finora partorite da Bruxelles. E se è vero che il "no" rinforza anche Grillo e gli schieramenti alternativi anti-europeisti, non vale la stessa cosa per l'estrema destra europea. Difficile rivendicare qualcosa da quella posizione di fronte l'atteggiamento greco per un'altra nuova europa, come testimonia in Italia la debole posizione leghista (con la grecia con molti se e molti ma) e la scomparsa di Matteo Salvini dalle televisioni dell'ultima settimana.

Intanto Merkel ed il Primo ministro francese Hollande hanno indetto per martedì il vertice dell'Eurozona. A tal proposito il Primo Ministro Italiano Matteo Renzi ha richiesto maggiore colleggialità rispetto al consueto asse franco-tedesco.

Tsipras ha fine giornata si è recato dal Presidente della Repubblica Greco Prokopīs Paulopoulos.

Dopo alcuni primi commenti molto negativi al "no" greco di alcuni politici europei (il solo primo ministro lituano) e tedeschi (il ministro dell'economia Sigmar Gabriel aveva già bollato come "difficilmente immaginabili" nuove trattative dopo il 'no'), Angela Merkel ha allegerito parlando di un "risultato da accettare".

Ma Atene vuole restare in Europa e una sua uscita, o meglio cacciata, sembra più una minaccia che un ipotesi percorribile. Non è chiaro infatti come un tipo di soluzione del genere sarebbe possibile. Il giorno dopo il successo, Tsipras infatti, è legittimato a parlare direttamente dal voto del suo popolo cosa che in ambito europeo gli altri leader non hanno mai fatto direttamente. E non è poco. La mossa delle dimissioni di Varoufakis in più, evidentemente già preventivata, concede da subito un'apertura, addirittura imprevista, verso cui Merkel, Junker e gli altri possano sentirsi in debito.

Intanto il prossimo 20 luglio la grecia ha un'altra scadenza economica verso la Banca europea.

In Italia il Presidente della Repubblica Mattarella ha parlato di "decisione del popolo greco da accettare" che però apre a "nuovi scenari" richiamando tutti a un "senso di responsabilità".

Ore 22:30, Tsipras in televisione: "Da domani nuove trattative per la stabilità economica"

 "Voglio ringraziare tutti indipendentemente da quello che avete votato" ha esordito il leader greco parlando in televisione alle 22:30

"Da oggi siamo uniti e dobbiamo fare il meglio per superare la crisi. Voglio ringraziare anche tutti gli europei che sono scesi ovunque per strada per dare solidarietà a popolo greco".

"Quella di oggi è una scelta importante perché so che il mandato che mi è stato dato non è di rottura ma rinforza il nostro peso nel negoziato per uscire dal circolo vizioso di austerità. Vogliamo un Europa della solidarietà".

E poi: "Sappiamo che soluzioni facili non esistono ma esistono soluzioni giuste basta che le parti lo vogliano".

Poi Tsipras ha voluto nuovamente ricordare che il popolo greco non ha risposto alla domanda se uscire o no dall'Euro "Quella domanda deve essere cancellata"

"Ha risposto - ha continuato Tsipras - a quale europa vuole. Quella della solidarietà e della democrazia".

Poi un passaggio molto importante: "Da domani saremo al tavolo delle trattative per ripristino della solidità bancaria ed economica. Sono certo che la Bce comprende anche la dimensione umanitaria che ha preso la crisi nel nostro paese".

"Volgiamo continuare con riforme valide che la società possa accettare perché basate sulla giustizia sociale con un valido programma di finanziamento economico in collaborazione con l'Europa".

Sul debito: "Lo stesso fondo monitorio ha ammesso che il bisogna riformare il debito perché solo così possiamo uscire dalle trattative". 

Ultima modifica il Lunedì, 06 Luglio 2015 16:22

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