"Un esempio di eccellente amministrazione delle società partecipate dal pubblico". Esordisce così il comunicato inviato alla stampa in mattinata dalla segretaria della funzione pubblica di Cgil L'Aquila Rita Innocenzi. Una nota anomala, rispetto a quelle inviate solitamente dal sindacato.
Un'apologia totale del presidente di Gran Sasso Acqua Spa (Gsa) Americo Di Benedetto, che ieri ha presentato nel capoluogo abruzzese la pubblicazione prodotta per il decennale del consorzio dell'acqua. Ve ne riportiamo alcuni eloquenti passi: "Parole chiare ed inequivocabili [quelle del presidente durante l'incontro, ndr], condite dall'emotività nel racconto dei rapporti quotidiani con i lavoratori ai quali il presidente Di Benedetto intende continuare a rivolgersi con cordialità, privilegiando i rapporti umani con coloro che costituiscono la sostanza del lavoro, rigettando le modalità del distacco e dei toni autoritari".
E ancora: "Parole altrettanto cristalline quelle riferite al fondamentale ruolo delle rappresentanze sindacali dei lavoratori e della contrattazione, posizioni che sono state plasticamente evidenziate dalla scelta – adottata nel corso del piacevole dibattito fluttuante - di prevedere un intervento della CGIL con Francesco Marrelli che in pochi minuti ha condensato la positività delle relazioni sindacali nella gestione di una azienda dove - realmente - il costante confronto con il sindacato si ritiene quale strumento indispensabile per dare ruolo e risposte ai lavoratori ossia ai protagonisti dell'azienda a prescindere dalla funzione di ognuno".
Naturalmente non vengono messe in dubbio le capacità meritorie di Di Benedetto come amministratore pubblico, e se lo dice anche il sindacato dei lavoratori questa convinzione non può che rafforzarsi. Quello che si nota - soprattutto se si considera la malizia come ingrediente fondamentale del mestiere giornalistico - è che il presidente di Gsa (ma anche dell'ordine dei commercialisti aquilani e del comitato promotore della mai nata Banca dell'Aquila) sia ormai, in modo chiaro e definito, sceso in campo per le prossime elezioni comunali, che si terranno all'Aquila nella primavera del 2017.
Non è una novità che il commercialista originario di Acciano (L'Aquila), paese di cui è stato sindaco, aspiri a diventare il successore di Massimo Cialente. L'aveva dichiarato ai microfoni di NewsTown già un anno e mezzo fa: "Sono giovane (nel 2017 avrà 49 anni, ndr) ma ho una lunga esperienza professionale e amministrativa e mi sento pronto per due ipotesi: continuare il mio percorso con un profilo medio alto oppure smettere di occuparmi della cosa pubblica". In estate, poi, in occasione della visita di Matteo Renzi all'Aquila, fu il presidente della Regione Luciano D'Alfonso a benedire il renziano della prima ora Di Benedetto, citandolo davanti al presidente del Consiglio come esempio di amministratore pubblico virtuoso. D'Alfonso come Innocenzi, insomma.
E ieri, d'altronde, c'erano atmosfera e presenze del gran cerimoniale: una sfilza di quelli che oggi Antonella Calcagni su Il Messaggero chiama "grandi elettori". Ossia famiglie o persone che per i ruoli che ricoprono rappresentano stakeholders influenti per le elezioni amministrative di una città piccola come L'Aquila. Dalla famiglia al completo dell'ex presidente della Fondazione Carispaq Roberto Marotta, al presidente dei costruttori Gianni Frattale, fino al sindacato e agli amministratori del comprensorio. Su Di Benedetto sembra, almeno ad oggi, convogliare buona parte dell'intelligencija e dell'upper-class cittadina.
E gli altri nel centrosinistra? Come abbiamo più volte sottolineato, su Di Benedetto non sembra propendere l'ala del partito che si fa portavoce del Progetto L'Aquila, che preferirebbe un meno democristiano e più [ex]comunista Giovanni Lolli: il mediatore per definizione, capace di tenere a bada tutte le anime di una coalizione eterogenea e capricciosa. Questo, naturalmente, al netto di una benedizione dello stesso Lolli nei confronti di Di Benedetto.
L'attuale vice di D'Alfonso, inoltre, terrebbe buono anche il vulcanico Cialente, che non a caso, alludendo alle nuove leve della dirigenza democratica autoctona, scrisse su Facebook l'ormai celebre espressione "...arriva uno che pensa di farsi eleggere in qualche bar all'aperitivo cenato?".
Vedremo quali saranno le prossime tappe verso la candidatura di Di Benedetto alle primarie del centrosinistra. Sicuramente, il percorso è ostico. Dalla rivale acerrima Stefania Pezzopane - che gli soffiò in zona cesarini lo scranno di leader della mozione renziana in provincia - al vice sindaco Nicola Trifuoggi, candidato in pectore di tutto un mondo moderato e politicamente trasversale, il centrosinistra aquilano oggi sembra più un quadro di Picasso, che una coalizione politica.
La replica a NewsTown della Fp Cgil L'Aquila
Il sindacato e la segretaria della Funzione pubblica replicano all'articolo di NewsTown: "Troppo appetitoso inserire la FP CGIL come parte dell’endorsement a Chicco Di Benedetto come futuro candidato Sindaco ma se questo fosse stato l’intento del comunicato quest'ultimo sarebbe stato così fuori luogo da rasentare il ridicolo. In realtà il senso della nota FP CGIL è semplice: se si plaude, alla gestione della Gran Sasso Acqua anche da parte del Comune dell'Aquila e se si condivide che essa sia un esempio per ciò che emerge nella positività nel rapporto con i dipendenti e con le loro rappresentanze sindacali e se si ritiene, quindi, che sia un valore il coinvolgimento delle maestranze e la contrattazione aziendale allora sarebbe assurdo, nel contempo, condividere le modalità di chi, altrove, nella gestione di altre Società partecipate si sta distinguendo per fare esattamente il contrario".
"Con un pizzico di malizia dedicato non alla avvincente previsione sulle elezioni amministrative ma alla triste cronaca sindacale, si sarebbe capito che probabilmente il riferimento della FP CGIL è alla ASM che sulle relazioni sindacali, rispetto alla gestione Gran Sasso Acqua, è sintonizzata su tutt'altro canale".