Sport elettorale, l'ha definito Gianni Frattale. "Ci si scaglia contro opere importanti per la collettività e la ricostruzione, nel furore cieco di fare danno al nemico politico". A scagliarsi contro un'opera "importante per la collettività" è stato Giorgio De Matteis, l'opera sono i sottoservizi in centro storico e il nemico politico sarebbe Americo Di Benedetto, presidente della Gran Sasso Acqua, "astro nascente della politica del fare" l'ha definito il consigliere di centrodestra.
Non è stato l'unico, De Matteis, a scagliarsi contro l'opera "importante per la collettività". Anche Carlo Benedetti, nei giorni scorsi, aveva sollevato più di un dubbio, fino ad arrivare alla proposta 'choc' di non aprire il cantiere sull'asse centrale. Dubbi che hanno un fondamento, quelli sollevati da De Matteis e Benedetti. Viene da chiedersi, però, se sia tutto qui, se non abbia ragione Frattale quando parla di "sport elettorale" per fare danno al "nemico politico".
Non è un mistero che Americo Di Benedetto sia tra i papabili alla candidatura a sindaco per il centrosinistra. Rappresenta, in effetti, il 'renzismo' di governo: Di Benedetto è un moderato di centro, renziano della prima ora. Ex democristiano, ha militato nell'Udeur di Mastella, oggi sta nel centrosinistra eppure non è affatto inviso all'elettorato centrista di destra. Insomma, sarebbe perfettamente a suo agio in quel 'Partito della Nazione' che Renzi sta costruendo pian piano: prova ne sia che l'ex sindaco di Acciano, proprio in questi giorni, è passato con i 'Giovani Turchi', la corrente democrat che fa capo a Matteo Orfini. E non è un caso, dunque, che piaccia molto al governatore Luciano D'Alfonso che, sugli stessi principi, ha costruito la candidatura a presidente della Regione e, poi, il governo all'Emiciclo.
Carlo Benedetti rappresenta l'altra anima del centrosinistra cittadino, legato com'è ad una lunga storia di militanza prima nella Fgci, poi nei Comunisti italiani quindi nel Pdci, sicuramente poco a suo agio nel Pd che Renzi ha in mente. Benedetti va ripetendo che Di Benedetto interpreta, "politicamente, un neocentrismo che non rappresenta le voglie e le speranze del popolo della sinistra aquilana". Presidente del Consiglio comunale dal 2007, l'avvocato rocchigiano avrebbe proprio voglia di rappresentarla, alle primarie, quella sinistra aquilana che non si riconoscerebbe in Di Benedetto.
E De Matteis? Il consigliere di 'L'Aquila città aperta', alle passate amministrative, si è candidato con una lista civica di centrodestra, slegata però dai partiti. Non è un mistero che voglia ripetere l'esperienza, lo scriviamo da tempo, e ha già individuato il candidato giusto: il vicesindaco Nicola Trifuoggi che ha mostrato un certo interesse. Evidentemente, la candidatura di un centrista moderato come Di Benedetto finirebbe per rubare terreno a Trifuoggi che proprio sui moderati potrebbe costruire la sua corsa alla poltrona di primo cittadino.
Sullo sfondo resta Giovanni Lolli. E' oramai chiaro che la sua candidatura calmerebbe le acque in seno al centrosinistra: il vice presidente della Giunta regionale sarebbe gradito alle 'correnti' del Pd locale e, così, alle forze di sinistra che, fino ad oggi, hanno dato vita ad una delle ultime coalizioni 'uliviste' in Italia. Lolli però non è affatto convinto di voler accettare la candidatura, almeno a parole: riveste un ruolo cruciale, per il territorio aquilano, in seno al governo di Luciano D'Alfonso e lasciare l'incarico a Palazzo Silone significherebbe privare l'aquilano dell'unico riferimento di governo in Regione, isolando, ancor di più, il consigliere Pierpaolo Pietrucci.
A meno che non si voglia prestare davvero l'orecchio ai rumors degli ultimi mesi, credendo alla possibilità della così detta staffetta tra Lolli e il sindaco Cialente, con il primo a Palazzo Fibbioni e l'altro all'Emiciclo. Un ruolo decisivo giocherà Luciano D'Alfonso che, come detto, vedrebbe di buon occhio la candidatura di Americo Di Benedetto. Stando ai ben informati, il governatore scommetterebbe sul presidente della Gran Sasso Acqua per esercitare una maggiore influenza sul territorio aquilano, uno dei pochi che non ha sotto il pieno controllo. Se Giovanni Lolli dovesse decidere di correre alle amministrative, tuttavia, lo lascerebbe andare senza opporre troppe resistenze, visto che il rapporto tra presidente e vice, negli ultimi tempi, non è più idilliaco come un tempo.
Piuttosto, la domanda è un'altra: sarebbe pronto a prender con sé Massimo Cialente, altro personaggio nient'affatto comodo, politicamente si intende? Difficile a dirsi. Certo è che i rapporti tra D'Alfonso e Cialente, ultimamente, e pensate alla nomina di Rinaldo Tordera alla guida della ASL1, sono sembrati piuttosto buoni.
Così fosse, i pezzi del puzzle potrebbero andare al loro posto: il centrosinistra avrebbe un candidato di sintesi, Cialente potrebbe continuare la sua 'vita politica', l'aquilano avrebbe un rappresentante nell'esecutivo regionale e pure Trifuoggi, e con lui De Matteis, avrebbero strada libera per lavorare ad una candidatura centrista, capace di attirare l'elettorato moderato di destra e pure gli insoddisfatti di centrosinistra che vorrebbero liberarsi dal giogo della così detta 'triade'.