Quello del gruppo Maltauro è un nome che periodicamente torna in auge sulle pagine delle cronache abruzzesi. La holding, colosso delle costruzioni edili, è tornato recentemente alla ribalta perché proponente, assieme a Bresciana Petroli Nocivelli e Finanza e Progetti, del project financing del nuovo ospedale clinicizzato "Santissima Annunziata" di Chieti, "opera ritenuta strategica e urgente a causa delle condizioni di precarietà strutturale dell'attuale policlinico teatino", si sottolinea nella delibera della giunta regionale presieduta da Luciano D'Alfonso.
Il project financing è un sistema di finanziamento per la realizzazione di infrastrutture pubbliche, che attinge prevalentemente a risorse progettuali e a capitali privati, recuperabili grazie al flusso di denaro generato dall'infrastruttura stessa, una volta che questa sia entrata in gestione. Sostanzialmente, Maltauro si impegna a costruire l'ospedale, che dovrebbe essere realizzato nell'arco di cinque anni, al termine dei quali inizierà a decorrere un periodo di 20-25 anni durante il quale la Azienda sanitaria locale (Asl) di Chieti-Lanciano-Vasto verserà un canone di disponibilità al gruppo imprenditoriale vicentino. Dopo il lungo periodo di versamenti a Maltauro, la Asl diventerà proprietaria dell'immobile.
Il progetto è stato presentato, in stato embrionale, nell'aprile 2014, e poi formalizzato da Maltauro alla Regione Abruzzo nello scorso agosto. La proposta dovrà essere presentata ufficialmente in giunta entro il prossimo 30 aprile, insieme alle altre eventuali alternative di project financing. La giunta, per bocca dell'assessore alla Sanità Silvio Paolucci, ha sottolineato la scorsa settimana che sarà chiesto un parere anche all'Autorità nazionale anti-corruzione (Anac), presieduta da Raffaele Cantone.
Il riferimento della giunta all'Anac si è reso doveroso, probabilmente, perché Maltauro è un nome che in Abruzzo, e non solo, fa discutere. Il gruppo è stato coinvolto pesantemente nell'inchiesta sulle presunte tangenti negli appalti per l'Expo milanese, quando fu arrestato anche l'ex presidente Enrico Maltauro [leggi l'articolo]. In Abruzzo, la holding è stata protagonista nel post-sisma anche della costruzione di diverse palazzine del Progetto Case dell'Aquila, in associazione temporanea (o in società costruite ad hoc) con l'aquilana Taddei Spa, realizzando edifici nelle aree Case di Bazzano, Camarda, Poggio di Roio e Paganica. Insieme alle società del gruppo Edimo, inoltre, ha costruito la nuova sede dell'Anas, sempre all'Aquila e sempre nel post-terremoto (nella foto).
Dopo l'arresto per corruzione di Maltauro, quest'ultimo ha ceduto il suo 25% alla holding. Metà della proprietà rimane della famiglia, divisa tra le sorelle Adriana ed Elena, mentre alla presidenza, all'indomani della bufera di Expo, è andata la manager Gabriella Chersicla, che sta tentando di ridare credibilità nazionale e internazionale (il 30% degli affari è in commesse estere) al gruppo vicentino, nato nel 1921 e che, a metà del 2015, aveva annunciato un portafoglio ordini di ben 2 miliardi di euro.
Rimangono i dubbi sull'opportunità politico-pubblica di utilizzare lo strumento del project financing abbinato a un gruppo così chiacchierato.
In molti, in questi anni, si stanno interrogando sulle forti criticità che intrecciano le politiche pubbliche con la finanza di progetto, ponendo l'accento sull'aumento dei costi generali per un'opera, nel caso di project financing, dei limiti che si pone con questo strumento alla concorrenza, e infine come questo meccanismo tenda ad avvantaggiare i privati che, forti delle ristrettezze economiche che gravano sul settore pubblico, possono impostare i progetti in modo che le convenzioni risultino decisamente sbilanciate a loro favore.