Mercoledì, 13 Aprile 2016 22:12

L'Aquila, bilancio comunale all'anno zero: corsa contro il tempo per approvare il consuntivo e per quello di previsione mancano 24 milioni

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Come se non bastassero i tanti problemi della ricostruzione, il Comune dell'Aquila si accinge ad affrontare, nei prossimi quindici giorni, un'altra questione molto spinosa, quella del bilancio.

Per un verso, siamo alle solite: il consiglio comunale è in netto ritardo nell'approvazione del consuntivo. Quest'anno, di nuovo, c'è che l'incertezza regna sovrana anche per il bilancio di previsione del 2016, visto che dallo Stato non sono ancora arrivati i 24 milioni compensativi per le maggiori spese e le minori entrate causate dal terremoto; soldi che, negli anni scorsi, erano sempre stati corrisposti.

Iniziamo dal bilancio consuntivo.

La legge prevede che sia approvato entro il 30 aprile, pena lo scioglimento del consiglio stesso. Perché il bilancio possa essere votato, tuttavia, è necessario che il Comune faccia prima il riaccertamento dei residui attivi e passivi. Un'operazione che spetta ai dirigenti dei vari settori ma che, ad oggi, non è ancora stata fatta.

Il presidente del consiglio comunale, Carlo Benedetti, ha fissato la seduta dell'assemblea con all'ordine del giorno l'approvazione del consuntivo e del documento unico di programmazione il 28 aprile (con eventuale seconda seduta prevista il 30, ultimo giorno utile) ma i consiglieri non hanno ancora ricevuto copia del bilancio. Cosa che, come stabilisce il Tuel (Testo unico degli enti locali), dovrebbe avvenire almeno 20 giorni prima del giorno della discussione, un tempo necessario ai consiglieri per studiare i documenti e presentare eventuali emendamenti.

Da questo punto di vista, Benedetti ha già lasciato intendere che sarà flessibile e che permetterà ai consiglieri di depositare gli emendamenti anche il giorno stesso della discussione.

Il problema, però, rimane ed è abbastanza grave. Non è la prima volta che il consiglio comunale non riesce a chiudere il bilancio nei termini previsti dalla legge per colpa del mancato riaccertamento dei residui da parte dei dirigenti.

Alcune fonti interne al Comune affermano che Cialente, nei giorni scorsi, abbia spedito una lettera al prefetto e al ministro degli Interni per denunciare la situazione. In passato, del resto, in più di un'occasione il primo cittadino aveva criticato lo “strapotere” dei dirigenti, nei confronti del quale la politica non può nulla, un po' perché la sua autorevolezza e le sue capacità di indirizzare l'azione amministrativa sono diminuite un po' perché, con le leggi Bassanini che hanno riformato la Pubblica amministrazione, il peso dei dirigenti è obiettivamente aumentato.

Un'altra patata bollente, come detto, è poi il bilancio di previsione del 2016. A differenza degli altri anni, nell'ultima legge di Stabilità il governo non ha messo i trasferimenti compensativi che servono a riequilibrare le minori entrate e le maggiori spese con le quali il Comune dell'Aquila è costretto a fare i conti da quando c'è stato il terremoto.

La cifra necessaria oscilla tra i 18 e i 24 milioni di euro. Se questi soldi non arriveranno, il Comune sarà costretto ad andare in regime ordinario, cioè ad approntare un bilancio basato sulle sole entrate garantite dalle imposte locali e su pesanti tagli ai servizi.

Se questo scenario dovesse concretizzarsi, l'amministrazione avrebbe peraltro margini di manovra sulla tassazione molto stretti. L'ultima legge di Stabilità, infatti, ha vietato di alzare la Tasi e l'Imu rispetto allo scorso anno, quindi teoricamente l'unica tassa locale sulla quale si potrebbe intervenire è la Tari (ex Tarsu), aumentata già nel 2015.

Contestualmente, il Comune sarebbe costretto però a eliminare tutte le voci “superflue”, non obbligatorie: dalle spese per le attività culturali a quelle per il sociale (ad esempio, le compartecipazioni per le mense scolastiche e i servizi per l'infanzia), visto che non può non pagare le spese obbligorie (bollette, stipendi, affitti).

La senatrice Stefania Pezzopane fa sapere che il Governo è al corrente della situazione (la scorsa settimana, in occasione della fiaccolata per l'anniversario del terremoto, il sottosegretario De Vincenti ha ribadito che una soluzione verrà trovata) e che a giorni dovrebbe tenersi un tavolo tecnico-istituzionale in cui saranno decise le modalità di intervento (decreto legge o emendamento al prossimo provvedimento legislativo che dovrà approvare il parlamento).

Ultima modifica il Giovedì, 14 Aprile 2016 10:55

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