Fabrizio Barca ha lasciato oggi l'incarico di Direttore generale del Ministero dell'economia e delle finanze (Mef).
La notizia, nell'aria già da qualche settimana, ha trovato conferma nelle parole dello stesso ex ministro della Coesione territoriale, ospite lo scorso 26 aprile alla trasmissione televisiva di La7, Ottoemezzo: "Tra due giorni non sarò più dirigente generale dello Stato - ha rivelato - questo mi darà una grande libertà. Non vado in pensione, lascio il mio lavoro perché ritengo esaurita un fase della mia vita. Lascio il mio lavoro e l'amministrazione pubblica. Mi occuperò di associazioni, anche di piccoli progetti che ho in giro per l'Italia con organizzazioni di cittadinanza. E ovviamente di Partito democratico".
Nato a Torino nel 1954, Barca è stato ministro del governo di Mario Monti dal 2011 al 2013, detenendo anche la delega alla ricostruzione dell'Aquila e del cratere sismico, dopo Gianni Letta e prima di Carlo Trigilia e Paola De Micheli, attuale sottosegretaria all'Economia. Per questo, una delle leggi più nutrita di norme sulla ricostruzione post-sisma, porta il suo nome.
Per conto del Mef è stato a capo anche del Comitato della strategia per le aree interne. In questo ambito, secondo quanto appreso da questo giornale, continuerà a lavorare con un contratto pro bono, con il Dipartimento della funzione pubblica. Si continuerà dunque in qualche modo ad intrecciare con il territorio abruzzese, perché uno dei progetti pilota della "Strategia", scelto dal governatore Luciano D'Alfonso, finanzia progetti nell'area interna "Basso Sangro - Trigno" [leggi l'articolo].
Come egli stesso ha dichiarato, Barca si occuperà di associazionismo - in campo con diversi progetti con piccole e grandi fondazioni - e probabilmente anche del Partito Democratico, cui ha aderito nell'aprile del 2013.
All'interno del partito presieduto dal premier Matteo Renzi, ha dato vita al progetto Luoghi idea(li), col quale si propone di sperimentare quello che è stato chiamato il "partito palestra", attraverso alcuni prototipi in cui le strutture locali del PD si impegnino a mettere in atto nuovi metodi di azione, partecipazione, produzione di conoscenza e comunicazione. In questo senso, grande rilevanza mediatica assunse, anche alla luce dell'inchiesta di Mafia Capitale, la mappatura di vizi e virtù dei circoli del Pd romano.