Filippo Piccone scrive ai "milanesi abruzzesi" per far votare Stefano Parisi, candidato sindaco del centrodestra a Milano, nelle elezioni amministrative di giugno.
Il deputato marsicano, uomo potente del Nuovo Centrodestra (Ncd) abruzzese e già sindaco di Celano (L'Aquila), ha inviato una lettera a tutti gli abruzzesi che risiedono nel capoluogo lombardo (foto a sinistra), per invitarli a un incontro elettorale all'Hotel Marriott in via Washington. A pubblicare la lettera su Facebook, con tono ironico, è Stefano Torelli, ricercatore dell'Istituto di studi di politica internazionale (Ispi), residente a Milano ma nato e cresciuto all'Aquila.
"So che vivi a Milano da tempo - esordisce Piccone - ma la comune origine non si dimentica, anzi, è un legame che la lontananza rafforza". E poi giù con l'apologia sulla "accoglienza" dei milanesi, città che avrebbe offerto agli abruzzesi "possibilità di studio, di lavoro, di integrazione, di crescita".
La seconda parte della lettera di Piccone agli abruzzesi di Milano - trovati evidentemente dopo un certosino lavoro sui dati anagrafici degli elettori del capoluogo lombardo - si concentra invece sulle doti politiche e umane dell'ex ministro del governo Renzi, poi dimessosi, Maurizio Lupi, leader milanese insieme a Roberto Formigoni del Nuovo Centrodestra, uomo forte da sempre di Comunione e Liberazione e naturalmente sostenitore di Parisi sindaco.
"Maurizio Lupi è uno di questi abruzzesi (accolti, integrati e cresciuti a Milano, ndr) - scrive il deputato alfaniano - la sua famiglia è immigrata a Milano nel 1953 ma lui mantiene ancora rapporti solidi con la nostra regione, affettivi e politici, con i suoi zii di Fossacesia, con i sindaci del territorio, con le istituzioni regionali e con molte realtà imprenditoriali".
Poi, il finale: "Lupi è ora impegnato in prima persona con la lista Milano Popolare per Parisi sindaco e vuole coinvolgere in questo suo impegno anche la comunità degli abruzzesi che vivono sotto la Madunina, come ormai dite anche voi".
Insomma, sotto la Madunina - come dicono i milanesi e, a questo punto, anche Piccone - è campagna elettorale senza esclusione di colpi.