"La città dell’Aquila può candidarsi a diventare cabina di regia e sede della struttura che dovrà coordinare gli interventi del programma di messa in sicurezza nazionale denominato Casa Italia, mettendo a frutto l’esperienza maturata in questi anni dagli enti locali, anche in sinergia con l’Università, con gli ordini professionali e con le categorie".
Se ne dice convinto Stefano Palumbo, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, che sottolinea come la politica locale, di concerto con i rappresentanti in Parlamento, dovrebbe lavorare a questo obiettivo. "Non solo i recenti terremoti ma, in questi giorni, le alluvioni che stanno interessando il Nord Italia, ci restituiscono l’immagine di un territorio fragile, per il quale urge l’applicazione del vasto programma di messa in sicurezza promosso dal Governo", ha spiegato Palumbo. In questo senso, "il modello L’Aquila, grazie all'esperienza maturata in questi 7 anni, consegna al Paese un insieme di strutture organizzative, di competenze tecniche e giuridiche, di alte professionalità e di livelli di ricerca e avanzamento tecnologico che costituiscono un valore da incentivare e impiegare in maniera capillare a livello nazionale".
La richiesta di personale tecnico e amministrativo degli uffici speciali per supportare le pratiche di ricostruzione nei territori del centro Italia recentemente colpiti da eventi sismici, dimostrano - ha aggiunto il capogruppo democrat - al di là delle legittime polemiche che ne sono scaturite, la validità e l’efficacia del percorso intrapreso qui a L'Aquila. Un lavoro che - ha inteso ricordare - nel solo comune capoluogo ha consentito di erogare 1 miliardo e mezzo di contributi dal 2013 ad oggi, "e recuperare il grave ritardo accumulato sulle frazioni, finanziando negli ultimi 12 mesi pratiche per 100 milioni di euro, avviandone finalmente la ricostruzione".
E persino il decreto per il sisma del centro Italia - ha ribadito - "è stato concepito proprio partendo dalla nostra esperienza, confermandone le buone pratiche e superandone gli errori".
Dunque, l'invito alla politica locale e nazionale affinché proprio a L'Aquila possa insediarsi la cabina di regia del programma Casa Italia, "che potrebbe diventare - ha concluso il consigliere democrat - anche laboratorio normativo, per creare omogeneità e coerenza nelle disposizioni che riguardano le popolazioni colpite da calamità naturali, le pratiche e i contributi della ricostruzione e le garanzie contrattuali per le unità lavorative eventualmente assunte in via straordinaria per l’emergenza, onde evitare che in futuro vi siano asimmetrie nella ricostruzione dei territori e nelle ripercussioni sulle economie locali".