Venerdì, 25 Novembre 2016 14:34

Appalti impianti sciistici in Marsica: indagati Di Matteo e Berardinetti

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Trema il centrosinistra in Consiglio regionale.

L'assessore regionale ai Lavori Pubblici, Donato Di Matteo (Pd), è indagato con l'ipotesi di reato di corruzione e turbativa d'asta nell'ambito dell' inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Avezzano (L'Aquila) sugli appalti per il rifacimento degli impianti sciistici di Pescasseroli, Cappadocia e Ovindoli, in provincia dell'Aquila.

Con le stesse accuse è iscritto nel registro degli indagati anche il consigliere regionale Lorenzo Berardinetti (Regione Facile), presidente della terza commissione consiliare (Agricoltura) oltre che sindaco del comune di Sante Marie (L'Aquila).

Gli avvisi di garanzia sono scattati all'atto di proroga delle indagini chiesta e ottenuta dal pm titolare dell'inchiesta Maurizio Maria Cerrato. Secondo fonti interne all'assessorato, Di Matteo, esponente del Pd, avrebbe spiegato di non sapere nulla sottolineando che si sarebbe informato chiamando il suo avvocato.

Le indagini, svolte dalla squadra mobile dell'Aquila, diretta da Gennaro Capasso, hanno già coinvolto l'ex sindaco di Ovindoli Pino Angelosante, l'ex vicesindaco, Marco Iacutone, l'attuale sindaco di Pescasseroli Anna Nanni, l'ex sindaco di Cappadocia, Lucilla Lilli (dimessasi dall'incarico) e l'attuale sindaco di Cerchio, Gianfranco Tedeschi.

Le difese.

Di Matteo: "Nessun avviso di garanzia"

L'avvocato Sergio Della Rocca, difensore dell'assessore regionale Donato Di Matteo, in una nota ha fatto sapere che il suo assistito "dichiara di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia contenente la descrizione dei fatti contestati".

"Peraltro - ha aggiunto Della Rocca - la richiesta di proroga delle indagini costituisce un atto formale del procedimento e non presuppone l'esercizio dell'azione penale".

Berardinetti: "Estraneo, voglio essere sentito"

L'avvocato Roberto Verdecchia, per conto del consigliere regionale Lorenzo Berardinetti, ha inteso precisare che "la richiesta di proroga delle indagini costituisce un atto formale del procedimento che non comporta in alcun modo una diretta azione di responsabilità, ma anzi l'atto è posto a sua esclusiva tutela". Berardinetti, dalla sua, ha dichiarato la "totale estraneità ai fatti" e detto di "confidare in un celere chiarimento della sua posizione da parte della Magistratura inquirente a cui si rivolgerà per essere sentito".

 

L'inchiesta della Procura di Avezzano

La Procura della Repubblica di Avezzano sta concudendo una lunga e approfondita indagine sugli appalti pubblici riguardanti la realizzazione e il rifacimento di alcuni impianti sciistici in Marsica.

Corruzione e turbativa d'asta, le accuse.

L'inchiesta - coordinata dal sostituto procuratore Maurizio Maria Cerrato e dal collega Roberto Savelli - si riferisce a fatti accaduti nel maggio scorso. In sostanza, alcuni indagati avrebbero messo in atto, con il loro comportamento, un disegno criminoso volto a turbare lo svolgimento di procedure di gara aventi ad oggetto i lavori di ristrutturazione e rifacimento degli impianti sciistici (funivie, seggiovie ed altro). Si ipotizza che le ditte si sarebbero aggiudicate gli appalti in cambio di elargizioni di denaro e altre regalie per mezzo di un intermediario.

Per acquisire ulteriori elementi di prova, la squadra mobile della Questura dell’Aquila - alla fine di ottobre - ha operato perquisizioni negli uffici della società Monte Magnola Impianti srl, in abitazioni private e persino nelle autovetture di alcuni indagati. Altre perquisizioni, hanno riguardato anche i Comuni di Pescasseroli e Cappadocia. E le indagini sarebbero estese anche a Roma, dove sarebbero stati perquisiti alcuni uffici di società riconducibili alla vicenda.

Va detto che i finanziamenti per la costruzione di nuove seggiovie sono stati stanziati ma non ancora erogati; al momento, sarebbero stati consegnati ai Comuni soltanto i terreni sui quali costruire gli impianti. Nella vicenda sarebbero coinvolti anche altri imprenditori e amministratori abruzzesi sulla cui posizione la Procura di Avezzano – guidata da Andrea Padalino Morichini – sta indagando per capire il ruolo svolto nel quadro dei reati ipotizzati.

 

 

Di Matteo, assessore regionale 'ribelle'

La notizia dell'avviso di garanzia all'assessore Donato Di Matteo arriva a qualche giorno dalla tregua - vera o presunta sarà il tempo a dirlo - tra l'assessore democrat e il governatore Luciano D'Alfonso.

Ad inizio novembre, Di Matteo - con il collega di giunta Andrea Gerosolimo e il presidente della Commissione sanità Mario Olivieri - aveva chiesto una "ferma rettifica all'attuale linea politica della Regione Abruzzo". Oltre ad avanzare la richiesta di maggiore partecipazione e condivisione sulle scelte della Giunta, i tre membri della maggioranza avevano criticato, nel corso di una conferenza stampa organizzata a Pescara, la gestione della programmazione sanitaria, le politiche per le aree interne e montane, le iniziative riguardanti il turismo e la cultura e le nomine nelle società partecipate della Regione, giudicate troppo "clientelari".

"Un modo di far politica non più sostenibile", aveva ribadito proprio Di Matteo rivendicando l'importanza di recuperare con chiarezza un "programma di centro sinistra che risponda agli impegni elettorali e che tenga nella giusta considerazione le categorie più deboli".

Il confronto tra i ribelli e D'Alfonso aveva avuto strascichi anche in Aula, con l'assessore democrat che, tra le altre, detiene la delega allo sviluppo montano, che ha bloccato l'approvazione del progetto di legge sulla rete sentieristica di montagna presentata da Pierpaolo Pietrucci.

Una crisi politica, come detto, che sembra rientrata qualche giorno fa, a seguito di un chiarimento 'spinoso' con D'Alfonso e, sussurranno i maligni, dell'approvazione della così dettà 'legge omnibus' che ha elargito fondi a festival, associazioni ed eventi culturali.

Ultima modifica il Sabato, 26 Novembre 2016 01:57

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