Giovedì, 12 Gennaio 2017 21:27

Pd, la pista 'eretica' del gruppo dirigente che vuole andare alla conta dei voti

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"Mi sono battuto e mi batterò affinché chi ha avuto l'onore e l'onere di governare in questi anni, strappando il governo al centrodestra, non venga tenuto fuori dalla futura amministrazione", aveva assicurato giusto qualche giorno fa Carlo Benedetti, ai microfoni Mente Locale su Radio L'Aquila 1. Come a delineare uno 'spazio politico', una terra di mezzo stretta tra la 'triade' che, in questi anni, ha tessuto le trame della politica cittadina seppure stavolta Cialente, Pezzopane e Lolli si presentino alle elezioni su posizioni piuttosto differenti - e la giovane segreteria del Partito Democratico che nel nome del rinnovamento si sta raccogliendo intorno alla possibile candidatura a sindaco di Pierpaolo Pietrucci.

Lì, in quel pezzo di terra angusto, si sta ritrovando il gruppo dirigente al Governo della città in questi anni, il presidente del Consiglio comunale certo e, con lui, gli assessori Pietro Di Stefano e Maurizio Capri, chissà se anche Alfredo Moroni, oltre ad alcuni consiglieri 'frazionisti', si pensi a Tonino De Paolis (vice capogruppo del Pd), Antonio Nardantonio, Alì Salem e Sergio Ianni che, in questi giorni, hanno ribadito la richiesta di primarie aperte dichiarando, esplicitamente, che chi riveste incarichi istituzionali dovrebbe restare al suo posto; lì, rischia di ritrovarsi pure Americo Di Benedetto che continua a sgomitare per le primarie - con successo, a quanto si apprende - e che potrebbe portare con sé alcuni ex sindaci della Valle Subequana, incassato - da tempo - il sostegno dei socialisti che afferiscono a Giancarlo Vicini e di un altro pezzo da novanta come Marco Fanfani.

Personalità politiche di diversa estrazione - Benedetti e Di Benedetto rappresentano anime piuttosto lontane del Partito Democratico - che si sentono strette, però, tra vecchio e nuovo corso, e che vogliono evitare il rischio di essere scavalcati dalla giovane segreteria; e non è un caso che Benedetti, a Mente Locale, abbia sottolineato che "negare valore all'attività amministrativa uscente significa consegnare la città al centrodestra", aggiungendo che "non c'è un altro centrosinistra, o meglio c'è ma non ha esperienza politico amministrativa comparabile con il gruppo dirigente che ha bene amministrato in questi anni".

Al di là delle decisioni che verranno assunte nei prossimi giorni, oltre la riflessione sulle primarie - si faranno o meno, saranno di partito o di coalizione col Pd che a quel punto potrebbe candidare sia Pietrucci che Di Benedetto - è chiaro che con 'la classe di mezzo' bisognerà fare i conti, ed è altrettanto chiaro che l'attuale gruppo dirigente potrebbe decidere di andare alla 'conta' dei voti contrapponendosi, così, alla segreteria per acquisire forza dentro il Partito e, soprattutto, negli equilibri della futura amministrazione, dovesse vincere il centrosinistra ovviamente.

C'è chi starebbe pensando, addirittura, ad una pista 'eretica', alla possibilità, cioé, di costruire una lista di 'rottura' dentro il centrosinistra; difficile immaginare si possa arrivare davvero ad una spaccatura che sarebbe nei fatti più che di forma, e che renderebbe esplicita, tra l'altro, quella 'battaglia generazionale' interna al partito sempre negata. E' chiaro, però, che movimenti ci sono, e sono piuttosto evidenti, anche servissero soltanto per lanciare un messaggio alla segreteria: nessuno vuol sentirsi messo all'angolo, e chi ha governato in questi anni pretende di essere tenuto in considerazione per le scelte che andranno assunte, sul candidato sindaco, innanzitutto - e si scelga tra Benedetti e Di Benedetto, il messaggio nemmeno troppo implicito - e, soprattutto, in fase di composizione delle liste e di 'costruzione' della futura Giunta.

"Altro che rottura", ha ribadito Benedetti; "ci vuole una continuità politico amministrativa col passato, ci vuole sempre, e chi dice il contrario mente sapendo di mentire".

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 13 Gennaio 2017 13:47

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