Sono tanti i famigerati rumors che si rincorrono sui ruoli che dovranno essere ricoperti all'Aquila a partire da lunedì, quando inizierà ufficialmente la legislatura post-Cialente e - a prescindere dalle sorti del ballottaggio - la città avrà un nuovo consiglio comunale, una nuova giunta e ovviamente un nuovo sindaco.
Nulla è ancora deciso, è naturale, perché le danze partiranno solo ad urne chiuse. Ma tuttavia qualcuno avrebbe già iniziato a ballare, soprattutto per gli incarichi nell'esecutivo del nuovo sindaco, che in molti casi libererebbe anche posti in Consiglio comunale consentendo ai primi tra i non eletti, che in alcune liste sono esclusi eccellenti - di entrare nell'assise di Villa Gioia.
Né Pierluigi Biondi, né Americo Di Benedetto annunceranno la giunta prima delle elezioni, come è accaduto in altre (poche) città, e come qualche aquilano lontano e vicino osservatore della politica cittadina ha chiesto sui social network. I due contendenti non lo faranno anche perché le coalizioni che li sostengono sono estremamente ampie, e i ruoli da assegnare sono meno di chi vuol essere accontentato. E' bene prima vincere le elezioni, dunque, e poi occuparsene.
Della composizione del Consiglio comunale, nei casi di vittoria di Biondi e Di Benedetto, questo giornale ha già raccontato. Si partirà, come di consueto, necessariamente da quei nomi - anche per i rapporti di forza che generano le preferenze personali - per le "chiamate all’assessorato".
Biondi sindaco. Nel centrodestra Pierluigi Biondi ha negli ultimi giorni sottolineato la necessità di fare una giunta fortemente al femminile e con "qualche volto nuovo". In quest'ottica un ruolo da assessore potrebbe essere assegnato a Walter Cavalieri, professore noto nel capoluogo e sostenitore della prima ora del candidato sindaco, che ha avuto come allievo al liceo. Un altro nome in campo è Ersilia Lancia (Fdi), un'altra sostenitrice di Biondi fin da subito.
Per quanto riguarda i "bomber di preferenze" nei partiti, sarà dura ignorare le richieste di Guido Liris, Roberto Tinari e Vito Colonna, tutti e tre premiati alle urne con Forza Italia. Come un ruolo nell'esecutivo potrà essere di Emanuele Imprudente (Noi con Salvini) e Raffaele Daniele (Udc), con quest'ultimo che si interesserebbe principalmente di turismo o di trasparenza amministrativa, essendo anche il presidente uscente della commissione consiliare di Garanzia e controllo. Sembrerebbe certa, invece, l'istituzione di un "assessorato alle frazioni", cioè quello che guardi principalmente alle aree periferiche di quello che è il nono comune più grande d'Italia.
Biondi ha iniziato il suo percorso elettorale da "civico di destra", senza partiti, i quali gli hanno comunque garantito il numero cospicuo di liste e dunque l'arrivo al ballottaggio. Ma essendo stato il centrodestra diviso fino a qualche mese fa, è anche più difficile imporre "presenze ingombranti esterne".
Un discorso al contrario poco praticabile per il centrosinistra guidato da Di Benedetto, che in caso di elezione dovrà trovare l'equilibrio perfetto tra quella che egli stesso chiama "delicatezza relazionale", con il fil rouge che inevitabilmente segnerà la continuità con Massimo Cialente e la presenza, sempre più ingombrante durante la campagna, di personaggi importanti come Giovanni Lolli.
Di Benedetto sindaco. Nel centrosinistra la situazione, dunque, è più complessa, stante anche la presenza di numerosi uscenti dalla giunta Cialente e dal consiglio. Stefano Palumbo potrebbe diventare il nuovo assessore alla Ricostruzione, anche se secondo quanto si apprende non avrebbe ancora sciolto le riserve sull'invito. Pietro Di Stefano, rimasto fuori dal Consiglio, rimane ancora in pista, potendo spendersi la carta dell'esperienza tecnica e della continuità con l'operato di Cialente. All'assessorato allo sport puntano sia Antonio Nardantonio (Pd) che Gianni Padovani (Socialisti e Popolari), con l'uscente Emanuela Iorio che vedrebbe bene il primo - con il quale ha fatto ticket in campagna elettorale - e che, forte del pieno di preferenze, avrebbe già chiesto la presidenza del Consiglio comunale. Un ruolo che nell'ultimo decennio è stato di Carlo Benedetti (Pd), oggi fuori per un pelo (a vantaggio di Vittorio Sconci), ma quasi certamente rientrante con almeno tre assessori dem nella giunta Di Benedetto. Benedetti ancora spera in un terzo mandato e, a proposito di giunta, proprio oggi - attraverso la sua pagina Facebook - ha sollecitato su una celere nomina dell'esecutivo che sarà.
Luca D'Innocenzo (Territorio Collettivo), tra gli organizzatori delle primarie e sostenitore di Di Benedetto anche quando l'avversario era Pierpaolo Pietrucci, potrebbe occuparsi delle politiche sociali, anche se sarà difficile non riconfermare Emanuela Di Giovambattista (Pd). L'assessora uscente, infatti, ha ricevuto un consenso oltre le aspettative dei suoi stessi compagni di partito (e di giunta), stupendoli. E allora per D'Innocenzo potrebbe esserci un ruolo simile a quello già assunto negli ultimi anni da Fabio Pelini, o la presidenza di una commissione.
Uno tra Giustino Masciocco (favorito perché primo in lista), Giorgio Spacca e il primo dei non eletti Guido Iapadre sarà in giunta, in quota Articolo 1. Mentre Di Benedetto ha promesso che non nominerà assessori della sua lista, Il passo possibile (seconda della coalizione, con l'8%), ma alcuni dei più votati probabilmente andranno a ricoprire incarichi di altro tipo. Come forse farà Tonino De Paolis, tra i più attivi pro Di Benedetto alle primarie, ma fuori dalla competizione elettorale in attesa, magari, di incarichi in aziende partecipate.
Ci sono poi altri esponenti del centrosinistra, che in taluni casi hanno organizzato e formato liste vere e proprie, per capeggiarle e sperare di rientrare in Consiglio. E' il caso di Lelio De Santis, già assessore (poi epurato) di Cialente, sacrificatosi sull'altare delle primarie di coalizione. E poi il "sempreverde" Sergio Ianni, che imbarca consensi sia che si candidi con Forza Italia (2007), con il Pd (2012), o con Abruzzo Civico, dove è risultato primo in lista, beffando Alfredo Moroni.
Su tutti - di entrambi gli schieramenti - aleggia il dubbio amletico: meglio tenersi lo scranno da consigliere, o accettare l'assessorato con il rischio di non rientrare, in caso di dimissioni o epurazioni, in Consiglio?