Martedì, 19 Settembre 2017 15:50

Sanità, guardie mediche: scontro in Regione su indennità di rischio

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Approvata all'unanimità in commissione Sanità la risoluzione proposta dal consigliere regionale Mauro Febbo e dal gruppo di Forza Italia, sottoscritta da altri consiglieri, inerente il grave problema circa le specifiche indennità di rischio tagliate dal Governo regionale ai dottori in servizio presso le Guardie mediche. "Sono soddisfatto della votazione unanime e soprattutto del parere favorevole alla nostra interpellanza anche da parte dei commissari del Partito democratico che, di fatto, hanno sfiduciato l'operato dell'assessore Paolucci e di questo esecutivo regionale che continua a fare solo pasticci", l'affondo di Febbo.

La Giunta regionale, con la DGR numero 398 del 18 luglio scorso, ha deciso di eliminare i 4 euro l'ora di indennità di rischio alle guardie mediche, in formula retroattiva. Non solo. Ha previsto anche il recupero delle somme percepite fino ad ora, estesa agli eredi: si tratta di circa 400 medici di continuità assistenziale in tutta la Regione, ovvero di quel personale che lavora nelle guardie mediche che sono aperte tutta la notte e nei giorni festivi. In Abruzzo rappresentano un valore aggiunto irrinunciabile, soprattutto in quelle aree interne che sono poco servite dagli ospedali maggiori e che risultano ancor più isolate dalle politiche di depotenziamento e chiusura che ha investito i grandi ospedali d'Abruzzo. Il motivo di questo taglio incondizionato è una semplice richiesta di spiegazione sull'indennità di rischio ritenuta utile nel 2006 e che avrebbe dovuto colmare tutte le carenze relative alla sicurezza sul posto di lavoro. Una richiesta di delucidazioni da parte della Corte dei Conti a seguito della quale la Giunta regionale ha preferito disporre l'interruzione della indennità.

"Da subito - ha spiegato il consigliere - abbiamo denunciato e chiesto che venisse rivista la DGR n. 398/2017 al fine di verificare la sua legittimità con l'Avvocatura regionale; credo che sia assurdo richiedere ai medici le indennità di rischio percepite fino ad oggi. Ci sono Regioni, vedasi la Calabria, Basilicata, Lazio ecc., che hanno approvato provvedimenti per congelare la sola indennità. Adesso con tale risoluzione approvata spero che la Giunta Regionale torni sui propri passi e trovi una soluzione prima che gli effetti della DGR appena approvata si trasformino nell'ennesimo pasticcio creato da questo esecutivo regionale, così da determinare l'annullamento da parte dei medici dello stato d'agitazione che potrebbe creare disservizi soprattutto nelle aree interne".

"Va sottolineato che sugli importi richiesti i medici hanno già pagato le imposte ma soprattutto che l'indennità è la congrua contropartita ad un servizio che gli stessi forniscono a totale loro rischio e pericolo", ha aggiunto Febbo; "le stesse Asl non forniscono alcun supporto neanche di vigilanza. E' notizia di qualche ora fa che proprio una dottoressa del servizio di guardia medica sia stata violentata. Quindi è indispensabile trovare tutte le soluzioni possibili al fine di salvaguardare i contratti prima di incorrere possibili contenziosi mossi dal personale medico a seguito dell'approvazione della DGR n. 398/2017".

"Per questi motivi – ha concluso Febbo – oggi la Commissione Sanità ha valutato pertinente la soluzione proposta dal gruppo di Forza Italia e si è votato all'unanimità affinché il governo regionale torni al più presto ad esaminare tale problema che riguarda circa 400 dottori e trovi una soluzione più consona e soprattutto che rispetti il lavoro gravoso dei medici impegnati in territori difficili".

Paolucci: "Risoluzione non può produrre alcun effetto"

"La risoluzione non può produrre alcun effetto e rappresenta solo un documento elettoralistico privo di qualunque valore a fini pratici, perché non può andare a modificare decisioni assunte in altre sedi".

Ha inteso puntualizzarlo l'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, commentando l'approvazione - avvenuta questa mattina in Commissione Sanità al Consiglio regionale - della risoluzione che punta a sospendere gli effetti della delibera di giunta che ha bloccato l'erogazione dell'indennità aggiuntiva ai medici di continuità assistenziale.

"Il Consiglio regionale è il massimo organo della Regione ed è sovrano - spiega Paolucci - ma se davvero l'Assemblea vuole determinarsi diversamente rispetto alla decisione assunta dalla giunta (sulla base di un decreto della Corte dei Conti), deve presentare non una risoluzione, ma un provvedimento amministrativo, seguendo tutto l'iter previsto dalle norme e dai regolamenti, oltre al rilascio dei necessari pareri delle strutture regionali. Solo così l'atto è idoneo a produrre effetti, con tanto di responsabilità amministrativa e contabile in capo a coloro che ne votano l'approvazione. E' troppo semplice licenziare invece una semplice risoluzione, che non implica alcuna responsabilità patrimoniale per i consiglieri regionali, lasciando la stessa solo in capo alla giunta regionale e in particolare all'assessore alla sanità".

Il documento approvato oggi "serve solo a generare caos e false aspettative nei medici e nell'opinione pubblica, al fine di accrescere il proprio consenso personale. Voglio infine ringraziare le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale, che insieme alle Asl e all'assessorato alla Sanità, stanno individuando le forme legittime per restituire un'indennità aggiuntiva dietro specifici obiettivi. Quanto al passato è di tutta evidenza che saranno i giudici, dunque né giunta né consiglieri a definire la questione. E naturalmente, se i magistrati dovessero ritenere legittima quella indennità definita nel 2006, siamo pronti a prenderne positivamente atto".

Movimento 5 Stelle: "Paolucci ignora la funzione degli atti"

"Visti i risultati di questo governo regionale, non ci stupisce che l'assessore Paolucci ignori la funzione degli atti, le prerogative delle opposizioni e i compiti dell'esecutivo regionale".

Si legge in una nota dei consiglieri pentastellati Sara Marcozzi e Domenico Pettinari. "Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 158 comma 7 del Regolamento del Consiglio Regionale, infatti, 'il Presidente della Giunta regionale o membro dell'esecutivo delegato relaziona alla commissione competente sulle azioni poste in essere riguardo gli impegni assunti attraverso le risoluzioni approvate (...)'. L'assessore Paolucci, abbandonato persino dai componenti della sua maggioranza, non perda tempo in comunicati stampa privi di qualsivoglia fondamento e finalizzati a smarcarsi da responsabilità tutte sue e del governo di cui fa parte, ma si adoperi per 'fare il governo' e relazionare gli abruzzesi tempestivamente sugli impegni assunti attraverso le risoluzioni. In caso contrario, si dimetta e lasci governare noi".

Febbo: "L'assessore fa finta di non capire"

"Silvio Paolucci fa finta di non capire e non rispetta il ruolo del Consiglio regionale e dei suoi colleghi".

E' quanto dichiara il Consigliere Mauro Febbo replicando alle dichiarazioni dell'assessore regionale alla programmazione sanitaria. "Forse Paolucci non ha compreso che altre regioni in attesa della pronuncia della Corte dei Conti – prosegue Febbo - hanno sospeso l'indennità senza richiedere il rimborso ai medici professionisti che svolgono il loro lavoro. Indennità, peraltro, che secondo recenti decisioni spettano perché sono a 'sostituzione' del rischio tutto a carico del medico. Credo che quello accaduto proprio oggi alla dottoressa violentata, in provincia di Catania, sia proprio da esempio".

"Quindi – conclude Febbo – invito l'assessore a rispettare l'operato dei suoi colleghi e riportare il lavoro delle Commissioni a modificare Delibera di Giunta n.398/2017 visto che è sua la competenza".

Ultima modifica il Martedì, 19 Settembre 2017 19:42

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