Si tratta di simulazioni, sia chiaro; non derivano da un singolo sondaggio ma sono il prodotto di una personale elaborazione di Salvatore Vassallo per Repubblica, svolta - spiega il professore ordinario all'Università di Bologna - sulla base di una molteplicità di fonti, tra cui anche i dati di due rilevazioni campionarie messe disposizione da SWG, da cui è stata ricavata una "matrice dei flussi", cioè degli spostamenti dell'elettorato da un partito all'altro, differenziati per macro-aree, applicati ai risultati elettorali del 2013 in ciascun collegio del Rosatellum. Il modello è stato costruito assumendo che ogni partito ottenga sul piano nazionale un risultato pari a quello previsto dalla media dei sondaggi sulle intenzioni di voto pubblicati nelle ultime due settimane. Assume inoltre che le varie liste minori alleate del Pd e la "quarta gamba" del centrodestra non superino la soglia del 3% ma, prendendo poco più dell'1%, portino in dote questi voti ai partiti maggiori sul proporzionale in cambio di qualche seggio in collegi uninominali sicuri.
Definita la nota metodologica, va detto – altresì – che si tratta di una simulazione che non tiene conto dell’effetto delle candidature sui collegi uninominali, quelli del ‘corpo al corpo’ all’ultimo voto e, dunque, col procedere della campagna elettorale potrà subire delle profonde modifiche dettate, appunto, dalle capacità dei singoli candidati di confermare, o ribaltare, le proiezioni definite ad un mese dal voto.
Detto ciò, è chiaro che lo studio di Vassallo segna un punto di partenza interessante, che mette le carte in tavola all’avvio di una campagna elettorale che si preannuncia brevissima e altrettanto intensa.
E dunque, partiamo dalla Camera dei Deputati. Il centrodestra sarebbe in netto vantaggio con 259 seggi sicuri (115 sull’uninominale); il Pd sarebbe a 113 (24 sull’uninominale) e il Movimento 5 Stelle a 112 (soltanto 4 all’uninominale). Come noto, la maggioranza si attesta a 316. In totale, infatti, la Camera si compone di 630 seggi, di cui 12 eletti nella circoscrizione estero e 1 in Valle d’Aosta: 385 sono eletti col proporzionale e 232 con l’uninominale. In bilico ci sarebbero 44 seggi col proporzionale e 89 con l’uninominale: di questi ultimi, 31 dovrebbero giocarseli centrodestra e centrosinistra, 45 centrodestra e M5S, 1 centrosinistra e M5S, 11 i tre poli.
In Senato, gli equilibri non cambiano: il centrodestra sarebbe avanti con 144 seggi sicuri (71 sull’uninominale), il Pd ne avrebbe 72 blindati (soltanto 17 con l’uninominale) e il Movimento 5 Stelle 52 (addirittura nessuno seggio blindato sull’uninominale). La maggioranza è di 158 senatori. In totale, infatti, il Senato si compone di 315 seggi, di cui 6 eletti nella circoscrizione estero: 193 sono eletti col proporzionale e 116 con l’uninominale. In bilico ci sarebbero 13 seggi col proporzionale e 29 con l’uninominale: di questi ultimi, 15 se li giocheranno centrodestra e centrosinistra, 11 centrodestra e Movimento 5 Stelle.
Fatto il quadro nazionale, proviamo a delineare lo scenario in Abruzzo che, come noto, esprimerà 21 parlamentari, 14 deputati e 7 senatori.
A Montecitorio, in 5 saranno eletti nei collegi uninominali e in 9 col proporzionale. Dei collegi uninominali, 3 potrebbero andare al centrodestra e 2 al Movimento 5 Stelle: in particolare, sarebbero avanti Antonio Martino (Forza Italia) sul collegio L’Aquila – Marsica – Alto Sangro, che staccherebbe il rivale a 5 Stelle Giorgio Fedele di oltre 5 punti percentuale con Lorenza Panei (Pd) molto indietro; Lucrezia Rasicci (Lega Nord) sul collegio teramano, anche se Antonio Zennaro (M5S) è ad un'incollatura con Sandro Mariani (Pd) che dovrebbe recuperare quasi 15 punti; Emilia De Matteo (Forza Italia) sul collegio Chieti-Sulmona, sebbene – di nuovo – il candidato a 5 Stelle Daniele Del Grosso sarebbe ad un soffio, con Toni Castricone (Pd) lontano oltre 12 punti. I pentastellati, invece, sarebbero avanti sul collegio di Pescara con Andrea Colletti, ma anche qui il distacco col centrodestra è un'inezia, e a Chieti-Vasto con Carmela Grippa, in un testa a testa all’ultimo voto con Enrico Di Giuseppantonio (Udc). Staccante le candidate dem Alessandra Allegrino e Marusca Miscia di oltre dieci punti.
Dei collegi proporzionali, invece, 3 andrebbero al Movimento 5 Stelle, si può ipotizzare Gianluca Vacca e Daniela Torta su Chieti-Pescara e Valentina Corneli su L’Aquila-Teramo, 2 al Partito Democratico, i capilista Stefania Pezzopane e Camillo D’Alessandro, 2 a Forza Italia, Paola Pelino e Gianfranco Rotondi, 1 alla Lega, il segretario regionale Giuseppe Bellachioma che potrebbe scattare su Chieti-Pescara (la capolista Silvana Comaroli avrebbe un seggio blindato in Lombardia) e 1 a Liberi e Uguali, possibile sia Celestina Costantino su Chieti-Pescara.
Dalla Camera dei Deputati al Senato della Repubblica, a Palazzo Madama saranno eletti in 7, 2 nei collegi uninominali e 5 col proporzionale. I seggi uninominali dovrebbero andare entrambi al centrodestra, con Gaetano Quagliariello avanti quasi 14 punti su Massimo Cialente (centrosinistra) e Emanuela Papola (M5S) su L’Aquila-Teramo, e Antonella Di Nino (centrodestra) che staccherebbe Federica Chiavaroli (centrosinistra) e Primo Di Nicola (M5S) di poco più di 9 punti percentuale sul collegio Chieti-Pescara. I seggi proporzionali, invece, sarebbero così suddivisi: 1 a Liberi e Uguali, l’aquilano Fabio Ranieri; 1 al Pd, il governatore Luciano D’Alfonso; 1 al Movimento 5 Stelle, l'uscente Gianluca Castaldi; 1 a Forza Italia, il coordinatore regionale Nazario Pagano; 1 alla Lega, e cioè Alberto Bagnai.
Questa la simulazione che, come detto, mette le carte in tavola ad un mese esatto dalle elezioni politiche; oggi, però, inizia la campagna elettorale e, dunque, il tavolo potrebbe essere pure ribaltato. Staremo a vedere.