In Abruzzo ci sono 305 comuni. L’81% di questi (249) ha meno di 5 mila abitanti. Qui vive il 26% della popolazione residente, circa 343 mila persone.
“Per questo” dice Ermete Realacci - deputato, presidente onorario di Legambiente e autore del cosiddetto “ddl salvaborghi” - “la vostra regione ha delle caratteristiche che la rendono questa regione quasi un prototipo nell’applicazione della nuova legge a tutela dei piccoli comuni” .
Realacci era ieri all’Aquila per partecipare a un incontro sul futuro delle aree interne organizzato dal Partito democratico. Incontro al quale hanno preso parte anche i candidati dei collegi L’Aquila-Teramo alle prossime elezioni politiche, ovvero Stefania Pezzopane, Massimo Cialente e Lorenza Panei.
La legge Realacci sui piccoli comuni è stata votata praticamente all’unanimità lo scorso settembre dal parlamento, dopo anni di rinvii e rimpalli nei quali era arrivato sempre a un passo dall'approvazione senza riuscire a toccare il traguardo.
Il provvedimento propone una serie di misure in favore dei comuni al di sotto dei 5 mila abitanti, come la diffusione della banda larga, il sostegno all'artigianato e alle attività commerciali, la semplificazione per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento, il mantenimento dei servizi essenziali, che negli ultimi anni sono stati drasticamente tagliati.
E’ una legge che prova a invertire una rotta, a rompere il circolo vizioso che vincola i servizi alla demografia, per cui prima si tagliano scuole, uffici postali e presidi sanitari nelle zone meno densamente abitate e poi ci si meraviglia del loro spopolamento.
“La legge” spiega Realacci “è riuscita a ottenere subito da Poste Italiane l’impegno a non chiudere più i propri uffici nei piccoli paesi. Gli uffici postali continueranno a esserci e si apriranno anche ad altri utilizzi. Altri servizi essenziali da garantire sono le scuole e le attività commerciali. Per queste ultime, la legge prevede una fiscalità diversa perché il negozio di alimentari del piccolo paese di montagna non può essere trattato alla stessa stregua di una boutique di via Monte Napoleone. Bisogna smettere di pensare ai borghi come a un piccolo mondo antico da accompagnare verso l’estinzione. Essi rappresentano invece la forza del nostro Paese. L’esperienza ormai ci dice che l’Italia è forte solo se investe su ciò che la rende unica, ossia sulla capacità di produrre “all’ombra del campanile” cose che piacciono al mondo”.
La legge Realacci ha una dotazione finanziaria complessiva di 100 milioni, scaglionati dal 2018 al 2023. “Ma nella prossima legislatura il plafond andrà aumentato” ha osservato Massimo Cialente, presente all’incontro di ieri insieme agli altri candidati del Pd nei collegi di L’Aquila e Teramo, Stefania Pezzopane e Lorenza Panei.
L’Abruzzo ha però un vantaggio competitivo rispetto ad altre regioni: può partire da una base di risorse già disponibili, soldi stanziati dalla Regione attraverso fondi europei, Masterplan e fondi del 4% (quelli previsti per la ripresa economica delle attività produttive colpite dal terremoto).
E’ il vice presidente Giovanni Lolli a ricordare la portata degli investimenti: “Ci sono oltre 100 milioni per la banda larga, provenienti da Masterplan, fondi Fesr e Piano di sviluppo rurale. E’ una cifra colossale, grazie alla quale questa infrastruttura arriverà anche nelle cosiddette zone a sconfitta di mercato. Poi ci sono i 250 milioni di fondi Fsc che la Regione girerà alle province per la manutenzione ordinaria delle strade. Ai piccoli comuni si arriva attraverso la viabilità minore, non con le grandi arterie che i piccoli borghi. Infine mi piace ricordare anche i 22 milioni per la pista ciclabile Campostosto-Castelvecchio Subequo. Bisogna spezzare il circolo vizioso che vincola i servizi alla demografia”.