Dopo l'approvazione, da parte dei sindaci dell'Alta Valle Aterno, di mozioni contrarie all'uso del Css nell'inceneritore del cementificio di Cagnano Amiterno e la relativa richiesta delle amministrazioni di avviare la procedura di valutazione di impatto ambientale, la questione relativa agli effetti dannosi derivanti dall'attività del cementificio Cementir Sacci è stata affrontata anche dall'assise civica dell'Aquila.
Il Consiglio, riunito stamane a Villa Gioia in seduta straordinaria finalizzata a "chiedere chiarezza e trasparenza su aspetti che possono riguardare la salute dei cittadini", come sottolineato dal presidente dell'assise Roberto Tinari, ha approvato all'unanimità una mozione, integrata con due emendamenti presentati dai consiglieri Giustino Masciocco e Elia Serpetti, con cui si autorizza il sindaco e l’esecutivo “a individuare attività e forme di controllo a tutela della comunità, rispetto a eventuali effetti dannosi sulla salute pubblica e sull’ambiente della cementeria di Cagnano Amiterno, attraverso un’attività di controllo costante, stabilita da un tavolo tecnico regionale, con tempistiche certe, che coinvolga tutti i sindaci dei Comuni interessati”.
Il documento impegna inoltre “a rappresentare eventualmente, in caso di riscontrate inadempienze, anche attraverso azioni legali, agli organi della cementeria, la necessità di sospendere eventuali attività dannose per la salute pubblica”. La mozione conferisce, infine, indirizzo al sindaco “di promuovere, presso la regione Abruzzo, un tavolo tecnico con la partecipazione dei sindaci dell’area interessata, al fine di avviare un piano di sorveglianza epidemiologica e sanitaria, i cui risultati vengano trasmessi semestralmente alla commissione consiliare ‘Politiche sociali, culturali e formative’, alle amministrazioni interessate, nonché agli organi competenti”.
Massiccia la partecipazione di cittadini che hanno assistito all'adunanza. Presenti anche rappresentanti di tutti i soggetti coinvolti: comitato AternoAria, i Comuni dell’Alta Valle dell’Aterno, rappresentanti dell’Arta, il direttore generale della Asl Avezzano, Sulmona L’Aquila Tordera. Assenti eccellenti, invece, la Regione Abruzzo e i vertici della proprietà del cementificio Italcementi, che, come precisato da Tinari, "ha declinato telefonicamente l'invito per precedenti e improrogabili impegni".
Numerosi anche gli interventi che, nonostante l'appello all'unità dell'assessore Emanuele Imprudente per "ragionare insieme, amministrazioni, associazioni e cittadini, sulle problematiche e sulle soluzioni", si sono ridotti a un rimpallo di responsabilità dinanzi ai dubbi che da anni inquietano i cittadini e alle richieste, e accuse, ribadite dal Comitato AternoAria. A poco, se non a nulla, sono servite, ai fini della formulazione di soluzioni condivise su problematiche che chiamano in causa la salute dei cittadini e le implicazioni sulle dinamiche occupazionali, le delucidazioni date dai rappresentanti istituzionali e da quelli degli enti preposti ai controlli, ovvero Asl e Arta.
Sandro Gizzi, dirigente del servizio di igiene, epidemiologia e sanità pubblica della Asl, ha affermato infatti "come al momento non esistano studi scientifici che possano accertare lo stato di salute della zona". Anche l'ultimo l'intervento effettuato dall'ente lo scorso 19 gennaio su segnalazione del comitato AternoAria, "non ha portato a riscontri rispetto a problematiche legate ad una dispersione atmosferica" dal momento che gli impianti quel giorno erano fermi per il passaggio dalla vecchia alla nuova società. Gizzi ha aggiunto che sono stati richiesti, alla proprietà dell'impianto, documenti sul tipo di attività svolta e che gli stessi non sono stati ancora esaminati poiché "prodotti solo qualche giorno fa". Per il resto, ha sottolineato il dirigente Asl, c'è una normativa, il decreto ministeriale 22 del 2013, che consente l'utilizzo del Css secondo una procedura ben definita e che obbliga l'Arta ad effettuare i controlli del caso. "Nulla vietà però - ha aggiunto Gizzi - che si possa far partire un programma di sorveglianza sanitaria", uno studio descrittivo sull'impatto che un'attività che prosegue da ormai 70 anni ha avuto sulla salute dei cittadini. Il dirigente ha inoltre sottolineato l'opportunità di procedere ad una Valutazione di impatto sanitario, operazione però che "esula dalle competenze dell'ente", dal momento che "deve coinvolgere i comuni interessati".
Gli ha fatto eco il sindaco di Cagnano Amiterno Iside de Martino, che ha sottolineato come una Valutazione di impatto sanitaria fu richiesta nel 2013 ma "fu rigettata in quanto l'impianto non risultava di interesse strategico e la quota di utilizzo del Css, pari al 30%, allora fu considerata non sostitutiva". Il primo cittadino è quindi intervenuto sullo scontro della scorsa settimana con il comitato AternoAria, spiegando le difficoltà di un'amministrazione comunale dinanzi " allo Stato che installa la cementeria e lascia al comune la gestione anche in termini di controlli" e ribadendo la posizione, già espressa nel 2010 in qualità di consigliere della minoranza, contraria alla trasformazione del cementificio in inceneritore. "Quello che si produce in quel territorio è cemento - ha affermato Di Martino - altre attività a noi non hanno mai interessato".
Anche il dirigente Arta Carlo Bellini Agostinone, incalzato dal Comitato AternoAria sulla opportunità di effettuare indagini sulla "matrice suolo", ha replicato affermando che "l'Arta può intervenire con analisi per verificare eventuali contaminazioni solo se la richiesta è accompagnata da una modifica sostanziale dell'attività del sito industriale, che al momento non si è verificata pechè il cementificio è già un'industria insalubre".
A tal riguardo, da quanto si è potuto apprendere, nel corso dell'ultimo tavolo convocato dalla Regione, tra le richieste avanzate dai sindaci dell'Alta Valle dell'Aterno, ci sarebbe stata anche quella relativa all'analisi della "matrice suolo". La proposta, tuttavia, sarebbe stata rigettata, insieme alle altre, dal momento che l'eventuale accertamento dei livelli di contaminazione del terreno potrebbe comportare, secondo l'Arta, addirittura la chiusura immediata del sito.
Il sindaco di Navelli Paolo Federico: "Incenerire rifiuti, soluzione vecchia e dannosa"
“Alzare il livello di guardia e trovare soluzioni di continuità con la vera natura di regione verde d’Europa”. A chiederlo è Paolo Federico sindaco di Navelli ed ex consigliere provinciale di Forza Italia che, come molti, è in apprensione per la decisione di alimentare con i cosiddetti rifiuti Css (Combustibile solido secondario) la fornace del cementificio di Cagnano Amiterno.
“Bene i controlli e il recente protocollo aggiuntivo sulle autorizzazioni Aia per la centrale di Cagnano Amiterno”, afferma Federico, “ma la decisione di bruciare rifiuti resta un grave errore che potrebbe avere conseguenze per la salute dei cittadini in un’area molto popolata. Ricordo che la nostra regione ha un valore aggiunto unico formato dalle bellezze naturalistiche, aree protette, biodiversità e qualità della vita che possono fare la differenza per il nostro futuro”.
Il riferimento è anche alle migliaia di tonnellate di rifiuti in arrivo negli impianti di smaltimento dell’Abruzzo. Quest’ultimi vanno dalle circa 100 mila tonnellate provenienti dalla Capitale e destinati agli impianti di Sulmona, Aielli e Chieti, alle 20 mila tonnellate l’anno di rifiuti sanitari provenienti dal resto dell’Italia da trattare in un impianto in arrivo ad Atessa.
“Capisco l’emergenza della Capitale, e sulla questione siamo stati responsabili, ma occorre avere dei programmi seri e definiti che evitino che l’emergenza diventi perpetua. Inoltre, credo che continuare ad incenerire rifiuti in qualsiasi forma, non sia la soluzione migliore a risolvere il problema della spazzatura. L’incenerimento deve essere ridotto, per quanto possibile, incentivando comportamenti virtuosi come il riciclaggio dei rifiuti sia a livello di grande distribuzione sia nelle singole abitazioni, dando spazio all’economia circolare, puntando sulla cultura per ridurre la produzione di rifiuti aumentando la consapevolezza nei consumatori, e non da ultimo, affidandosi alle nuove tecnologie informatiche per risparmiare carta e pensare a nuove possibilità".
"Attività - conclude il primo cittadino- che devono essere accompagnate da una politica rigorosa che eviti speculazioni sul mondo dei rifiuti e contribuisca in modo certo, alla tutela della salute delle persone e dell’ambiente”.