Mercoledì, 27 Novembre 2013 14:38

Stabilità, i soldi per la ricostruzione non bastano. Bisognerà accontentarsi

di 

"Il maxi emendamento alla Legge di stabilità, su cui ieri notte l'Assemblea del Senato ha approvato la questione di fiducia, contiene un pacchetto di misure per la ricostruzione post terremoto del 2009 in Abruzzo che recepisce una parte degli emendamenti di cui sono stata prima firmataria. Si tratta di un passo avanti rilevante che consente almeno di non fermare la ricostruzione, con lo stanziamento di 600 milioni di euro di risorse 'fresche' che si aggiungono al miliardo e duecento milioni del decreto Emergenze e che vengono messi a disposizione dei comuni mano a mano che si va avanti con i cronoprogrammi". Parole di Stefania Pezzopane.

Come ampiamente annunciato già a fine ottobre, insomma, nei prossimi quattro anni avremo 1miliardo e 800milioni per la ricostruzione. Ovviamente, non bastano. A far di calcolo infatti, per stare al rispetto del cronoprogramma, servirebbero 2miliardi e 100mln solo nel 2014, solo per la ricostruzione privata, e solo a L'Aquila. Altri 400-500mln sarebbero necessari per la ricostruzione dei comuni del cratere. Totale: almeno 2miliardi e mezzo. C'è poi la ricostruzione pubblica e ci sono spese insopprimibili che portano il conto finale ad oltre 3miliardi e 200mln.

Per questo, il 26 ottobre, il Partito Democratico aveva chiamato alla mobilitazione, perché "tutto quello che abbiamo avuto finora, l'abbiamo ottenuto facendo casino", incalzava l'ex deputato Giovanni Lolli. "Con la Legge in discussione siamo lontani anni luce dalle reali necessità del territorio".

Evidentemente, da allora, l'allarme è rientrato. E toccherà accontentarsi. Anche perché, spiega Pezzopane, "in commissione bilancio è stato accolto dal governo un ordine del giorno, proveniente dalla trasformazione di un mio emendamento, che impegna l'Esecutivo a reperire, nel primo provvedimento utile, le risorse necessarie alla integrale ricostruzione, recentemente stimata in 8 miliardi di euro, preferibilmente ricorrendo alle risorse provenienti dall'accordo tra Italia e Svizzera per il rientro dei capitali detenuti dai contribuenti italiani negli istituti di credito elvetici".

Inoltre, il maxi emendamento approvato al Senato prevede la possibilità, per gli enti locali, di prorogare fino al 31 dicembre 2014 i contratti a tempo determinato e di collaborazione degli operatori impegnati nelle attività finalizzate alla prima fase di ricostruzione e di recupero del tessuto urbano e sociale. "Allo stesso scopo - chiarisce Pezzopane - il Comune dell'Aquila è autorizzato, per l'anno 2014 e nel limite di 1,5 milioni di euro, anche in deroga alle vigenti normative in materia di vincoli alle assunzioni della Pubblica Amministrazione, a prorogare o rinnovare fino al 31 dicembre 2014 i contratti a tempo determinato, anche per la copertura di incarichi di funzione dirigenziale, stipulati sulla base della normativa emergenziale".

Infine, per assicurare la stabilità dell'equilibrio finanziario delle amministrazioni nelle zone colpite dal sisma e la continuità del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, viene attribuito un contributo straordinario per l'esercizio 2014, sulla base dei maggiori costi sostenuti o delle minori entrate conseguite derivanti dalla situazione emergenziale, nel limite di 24,5 milioni in favore del Comune dell'Aquila, di 3,5 milioni di euro per gli altri comuni del cratere e di 3 milioni di euro in favore della Provincia dell'Aquila. Poi, una notizia attesa da tempo: "3 milioni delle risorse attribuite con il decreto 39/2009 vengono assegnate alla Provincia dell'Aquila per provvedere, d'intesa con il Comune dell'Aquila, alla realizzazione di un centro poliedrico per le donne e per lo svolgimento di iniziative per il contrasto di situazione di marginalità dovute alla violenza di genere e sui bambini", sottolinea Pezzopane.

Insomma sono salvi i bilanci degli enti locali e gli uffici della ricostruzione non si fermeranno il 31 dicembre. Inoltre si chiude la vergognosa vicenda del Centro anti violenza, bloccato per 4 anni. "Ora i fondi vengono assegnati alla Provincia - spiega Pezzopane - che come stazione appaltante, d'intesa col Comune che ha individuato l'immobile, potrà procedere per questa importante iniziativa".

Resta il nodo più importante, però: con i fondi stanziati, è impossibile rispettare il cronoprogramma. E la ricostruzione, come denunciato più volte dal sindaco Cialente, potrebbe subire notevolissimi ritardi. 

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Novembre 2013 14:49

Articoli correlati (da tag)

Chiudi