"Abbiamo assunto una posizione difficile, di sfida al Governo e ai vertici nazionali del nostro partito che, più di altri, è stato presente e attivo in città a livello istituzionale e come comunità. E' per questo che siamo così esigenti. Ancora non abbiamo una risposta concreta alle problematiche della ricostruzione. Si è aperto un sentiero, non è sufficiente. Dunque, non rimetteremo le bandiere del Pd e continueremo con dissenso ed impegno a chiedere fondi certi per il cratere. Ribadendo l'invito ad altri partiti e, in particolare, ai movimenti cittadini di condividere con noi la battaglia".
Si è aperta con le parole del segretario cittadino Stefano Albano, la conferenza stampa indetta dal Partito Democratico per discutere del maxi emendamento alla Legge di stabilità su cui l'Assemblea del Senato ha approvato la questione di fiducia. Intorno al tavolo il sindaco Massimo Cialente, l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, il capogruppo in Consiglio comunale Maurizio Capri, l'ex onorevole Giovanni Lolli e Stefania Pezzopane. "E' stata una sfida davvero complicata", ha sottolineato la senatrice democrat. "Lo scenario era assai complesso. Nel giorno in cui abbiamo presentato gli emendamenti alla Legge, si viveva la scissione del Popolo delle Libertà. Inoltre, la terribile tragedia della Sardegna ha scosso il Parlamento. Non solo. Man mano che passano i mesi, per molte forze politiche la ricostruzione dell'Aquila non è più una priorità. E' questo il senso della nostra battaglia dentro il Partito Democratico, che andrebbe però combattuta coralmente dagli esponenti locali di tutti i partiti, per sensibilizzare alla questione i vertici nazionali. Anche perché, noi qualche risultato l'abbiamo ottenuto: il Pd, infatti, ha capito le difficoltà del territorio e ha deciso di portare a discussione tutti gli emendamenti che ho proposto. Ben 14 proposte di modifica delle 100 complessive presentate dal partito".
Pezzopane ha rivendicato gli obiettivi raggiunti: "Abbiamo salvato i bilanci di tutti i comuni del cratere e della Provincia. Per assicurare la stabilità dell'equilibrio finanziario delle amministrazioni e la continuità del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, infatti, abbiamo ottenuto un contributo straordinario per l'esercizio 2014, sulla base dei maggiori costi sostenuti o delle minori entrate conseguite derivanti dalla situazione emergenziale, nel limite di 24,5 milioni in favore del Comune dell'Aquila, di 3,5 milioni di euro per gli altri comuni del cratere e di 3 milioni di euro in favore della Provincia dell'Aquila. Non è stato facile. C'era il parere negativo della Ragioneria, poi superato, e del 'nostro' ministero alla Coesione territoriale, guidato da Carlo Trigilia". Un parere contrario che non è stato risolto, così come gli altri giudizi negativi che il ministero ha espresso nei confronti degli emendamenti presentati da Pezzopane: "Il maxi emendamento approvato al Senato prevede la possibilità, per gli enti locali, di prorogare fino al 31 dicembre 2014 i contratti a tempo determinato e di collaborazione degli operatori impegnati nelle attività finalizzate alla prima fase di ricostruzione e di recupero del tessuto urbano e sociale. Anche qui, in maniera francamente incomprensibile, c'è stato il parere contrario di Trigilia. Tecnicamente avevamo già ottenuto la proroga nel decreto sulla Pubblica amministrazione. Mancava, però, la copertura finanziaria che abbiamo infine trovato in Legge di stabilità: il Comune dell'Aquila ha ottenuto 1.5 milioni di euro, un altro mezzo milione siamo riusciti a strapparlo per i comuni del cratere. Eppure, il Ministero per lo Sviluppo e la Coesione territoriale ha provato a stoppare il provvedimento per le 300 assunzioni garantite dal concorsone voluto dall'allora minitro Barca. Evidentemente, Trigilia non ha ancora capito che ci sono delle posizioni importanti che il concorso non ha previsto".
E ancora: "Abbiamo finalmente sbloccato i 3 milioni destinati alla realizzazione del Centro antiviolenza dell'Aquila, tolti alla Regione e assegnati alla Provincia - come da recente decreto sul femminicidio - che farà da stazione appaltante per dar vita al Centro d'intesa con il Comune che ha già individuato lo stabile. Altri emendamenti ho deciso invece di ritirarli per evitare la bocciatura e, così, garantirmi la possibilità di ripresentarli in altri disegni di legge". In particolare, parliamo della proposta di modifica dei tagli agli enti locali imposti dalla spending review e che ha penalizzato doppiamente il Comune dell'Aquila: per un errore del Ministero dell'economia, infatti, nel conteggio delle spese consolidate da tagliare sono stati considerati anche i trasferimenti dei fondi per la ricostruzione. E dell'emendamento per la stabilizzazione dei precari della Provincia impegnati nei Centri per l'impiego.
"Arriviamo al nodo dei fondi. Per ora - spiega Pezzopane - abbiamo ritirato l'emendamento che chiedeva 600milioni di euro l'anno in più, fino al 2019. C'era, infatti, il parere negativo sulla copertura finanziaria che avevamo immaginato garantita dalle accise sull'imposta fissa di bollo, gli idrocarburi e il metano. In commissione bilancio, però, è stato accolto dal governo un ordine del giorno, proveniente dalla trasformazione di un mio emendamento, che impegna l'Esecutivo a reperire, nel primo provvedimento utile, le risorse necessarie alla ricostruzione, ricorrendo alle risorse provenienti dall'accordo tra Italia e Svizzera per il rientro dei capitali detenuti dai contribuenti italiani negli istituti di credito elvetici".
Per ora, insomma, ci sono il 1miliardo e 200milioni già stanziati con il decreto Emergenze e i 600milioni freschi assicurati dalla Legge di stabilità. Nulla di più. "Questa battaglia la stiamo combattendo in pochi e continueremo a farlo fino a quando non raggiungeremo la soglia minima che ci eravamo imposti: 600milioni l'anno fino al 2019", ha sottolineato Giovanni Lolli. "Voglio ringraziare Epifani, Legnini e Fassina che ci stanno dando un grande aiuto". Quali le modalità di utilizzo dei fondi stanziati? "Non è chiaro ancora quanto abbiamo di cassa e quanto di competenza. A far di calcolo, dovremmo avere 500milioni di cassa per il 2014 e 500milioni per il 2015. C'è l'impegno della tesoreria dello Stato però, qualora il tiraggio effettivo dovesse giustificarlo, di mettere a disposizione subito quanto c'è di competenza. Il problema è che con un miliardo e 800milioni smaltiamo tutti i progetti presentati e approvati entro la fine del 2013. Per il 2014, rimaniamo senza coperture". Quali le strategie per il futuro? "C'è il parere positivo del Governo alla proposta di reperire fondi per la ricostruzione ricorrendo alle risorse provenienti dall'accordo tra Italia e Svizzera. Un accordo importante perché stiamo parlando di alcuni miliardi e che potrebbe essere firmato già nei prossimi giorni. Appena i fondi saranno disponibili, forti del parere positivo dell'Esecutivo, chiederemo almeno 700milioni di euro aggiuntivi, di cassa e spendibili nel 2014. Poi torneremo alla carica perché l'Europa si decida finalmente a permetterci di sforare il patto di stabilità, il tetto del 3% nel rapporto tra deficit e pil, in caso di calamità naturali".
E' la vecchia proposta del sindaco Cialente: "Una sfida decisiva per il paese e per la nostra città. Infatti, non c'è ancora alcuna strategia per la ricostruzione dell'Aquila. Se i cantieri non si sono fermati - ha sottolineato il primo cittadino - si deve al miliardo e 200milioni che abbiamo ottenuto dopo la mia 'sceneggiata'. La città deve capire che la ricostruzione si conquista pezzo per pezzo, cantiere per cantiere. Anche perché L'Aquila non è più al centro dell'agenda politica del paese. Per questo, credo sia necessario un chiarimento definitivo con il ministro Trigilia. Particolarmente assente in questi difficili mesi, così come il capo di gabinetto Celotto. Bocciare emendamenti che dovrebbero, al contrario, difendere e sostenere è davvero incomprensibile. Nelle prossime settimane, chiederemo con qualche altra 'sceneggiata' di cambiare 'tutor'".
Tra le proposte che Trigilia non ha preso neanche in considerazione, la possibilità di inserire - in un futuro provvedimento - una norma che preveda l'obbligo per i proprietari di negozi del centro storico di tornare agli accordi in essere con i commercianti prima del 6 aprile 2009, con gli opportuni adeguamenti Istat. "Ci sono proprietari di negozi, in palazzi ristrutturati con i fondi pubblici della ricostruzione, che stanno affittando a prezzi da capogiro, anche 45euro al metro quadro", attacca Cialente. "Così, rischiamo di uccidere il centro storico. C'erano più di mille attività commerciali e artigianali. Ora, ci sarà spazio solo per pub, birrerie e jeanserie". Colpa di un comma inserito nella cosidetta 'Legge Barca' che prevede la risoluzione di diritto dei contratti relativi a beni immobili nei comuni del cratere stipulati in epoca antecedente al terremoto. "Un errore che permette di fare carta straccia dei vecchi accordi e stangare chi ha delocalizzato la propria attività e vorrebbe tornare nel locale su cui sono stati completati i lavori post-sisma".
Una questione etica: così si chiedono ulteriori sforzi ai commercianti che hanno dovuto sostenere delle spese per riaprire in periferia grazie alla delibera di Consiglio comunale numero 57 del 2009 che consentiva di spostare provvisoriamente le attività commerciali. "Come possiamo andare da queste persone a chiedergli di chiudere e tornare in centro storico?", si domanda Cialente. "Anche su questa problematica, decisiva per il futuro del centro storico, non ho avuto alcuna risposta da Trigilia". Al finire della conferenza stampa, il primo cittadino annuncia che lunedi sarà a Roma, con Aldo Mancurti, per incontrare il ministro Zanonato: "E' quasi un anno che abbiamo a disposizione 100milioni per il rilancio delle attività economiche e produttive ma, per via di incomprensibili lungaggini burocratiche, non riusciamo a spenderli. In una città al collasso, in ginocchio. O si cambiano le procedure, oppure credo sia necessaria una nuova grande mobilitazione cittadina".