Mercoledì, 14 Marzo 2018 17:27

L'Aquila: ricostruzione scuole, il cronoprogramma ancora non c'è. La De Amicis non tornerà in centro

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Doveva essere l’occasione buona, per Pierluigi Biondi, per aggiornare il datato cronoprogramma della ricostruzione delle scuole - così come prevedeva una mozione approvata lo scorso 29 dicembre dal consiglio comunale – e mostrare i passi avanti fatti dalla nuova giunta rispetto allo stallo e all’inerzia ereditate dalla passata amministrazione.

Invece, dalla commissione Programmazione e Territorio dedicata all’edilizia scolastica, sono emersi pochi elementi nuovi rispetto a un quadro già noto. Tant’è che la consigliera di Coalizione sociale, Carla Cimoroni, autrice della mozione votata anche dalla maggioranza (ma non dal centrosinistra), si è detta soddisfatta a metà: “La mozione prevedeva due punti: la ricognizione sullo stato dell’arte, e questa tutto sommato è stata fatta; e l’aggiornamento e il completamento del cronoprogramma, pubblicato attualmente sul sito del comune. Su questo ci aspettavamo almeno una proposta e invece non è stato fatto”.

La fotografia scattata dal primo cittadino vede la ricostruzione delle scuole ancora all’anno zero o quasi.

A nove anni dal terremoto, l’unico plesso di proprietà comunale - tra asili, scuole elementari e medie - in cui sono partiti i lavori è la primaria Mariele Ventre di Pettino, che è stata, peraltro, solo abbattuta.

Per tutti gli altri istituti, si è ancora nella fase della progettazione più o meno avanzata; ma in molti altri casi non si è arrivati nemmeno a quella.

I numeri

In questo momento, sono 6114 gli alunni iscritti alle scuole di proprietà del comune: 1431 alle scuole d’infanzia, 2820 alle primarie e 1863 alle media. Il 60% di questi studenti (3642) va ancora a lezione in un Musp; il restante 40% (2472) in struttura in muratura o di cemento.

Tre le poche scuole per cui la progettazione è stata avviata ci sono il polo di Sassa del Rodari (ma siamo ancora alla fase concorsuale), la Mazzini (è stata consegnata la progettazione definitiva ma sono emerse delle criticità sul dimensionamento della scuola) e la scuola media Dante Alighieri di Paganica (per la quale c’è un progetto esecutivo in attesa di autorizzazione del Genio civile).

I ritardi

La colpa dei ritardi, ha spiegato Biondi, non è da imputarsi alla scarsità delle risorse, che ci sono, ma agli ostacoli della burocrazia e alle carenze di organico degli uffici comunali, dove, tra sostituzioni per maternità, assenze per malattie e vincitori del concorsone che vanno via, il personale è ridotto ai minimi termini. Altro che le task force annunciate in campagna elettorale: il primo cittadino ha dovuto riconoscere che in questo momento i tecnici al lavoro sulle scuole sono solo due.

Riprogrammare oltre che ricostruire

Al di là delle difficoltà contingenti, comunque, il tema dell’edilizia scolastica è obiettivamente complesso.

Non si tratta solo di ricostruire ma anche di riprogrammare e riorganizzare tutto l'assetto degli istituti, tenendo conto dei cambiamenti – urbanistici, demografici, sociali – che ci sono stati dopo il terremoto.

Qui andranno fatte delle scelte, che potrebbero comportare la necessità di andare in deroga alla regola del com’era dov’era. E' il caso, ad esempio, dell'edificio della De Amicis, che non ha i requisiti strutturali per ospitare una scuola; o delle scuole delle frazioni, che prima del terremoto erano frequentate da poche decine di alunni e che probabilmente dovranno essere accorpate. Si tratterà anche di porre fine a una certa frammentazione riducendo il numero dei plessi (solo nel quartiere del Torrione ce ne sono cinque).

Contemporaneamente, però, andranno fissati anche dei punti fermi, perché, a nove anni dal terremoto, non si può rimettere in discussione tutto, magari in attesa del nuovo Prg, che chissà se e quando sarà approvato. Qualcosa, seppur poco, è stato fatto e da lì occorre ripartire.

“Bisogna trovare la strada per individuare delle priorità che consentano perlomeno di avviare i lavori su alcune scuole dando la percezione che è stata invertita la rotta” afferma Biondi “Il faro deve essere la qualità didattica. Ci sono scuole che, relativamente a questo aspetto, presentano dei problemi. La De Amicis, per esempio, ha delle aule che non rispettano gli standard previsti dalla normativa scolastica, ha una mensa e una palestra inadeguate. Capisco i ricordi e l’affettività legata a certi luoghi ma dobbiamo trasformare in meglio questa città avendo come punto di riferimento il bene dei ragazzi”.

Il presidente della commissione Territorio, Raffaele Daniele, ha proposto di istituire una sottocommissione e di affidare ai consiglieri il compito di stilare un nuovo cronoprogramma.

“Non possiamo metterci a discutere su dove rifare ogni singola scuola” osserva però Carla Cimoroni “Alcune scelte sono definitive, altrimenti ripartiamo sempre da zero. Se dobbiamo ogni volta ricominciare dalla programmazione e dal Prg non arriveremo a ricostruire niente”.

Ultima modifica il Mercoledì, 14 Marzo 2018 20:31

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