Sabato, 30 Novembre 2013 09:55

Puntellamenti, sei le offerte al bando sulla vendita. Si farà chiarezza?

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Nelle ultime settimane, sui media locali e all'interno del dibattito pubblico cittadino, si è tornato a parlare dei puntellamenti. Le opere di messe in sicurezza, realizzate in fretta e furia – e non sarebbe potuto essere altrimenti – durante il periodo emergenziale, volte a sorreggere edifici e aggregati soprattutto nei centri storici colpiti dal sisma, lì dove palazzi antichi e prestigiosi si trovano in maggior numero.

Se ne parla nuovamente in queste settimane perché, con l'avanzamento (seppur lento) dei lavori di ricostruzione nei centri storici, si inizia a creare il problema dell'accantonamento e dello smaltimento dei materiali utilizzati per la messa in sicurezza degli edifici. Così, con un "avviso esplorativo", il Comune dell'Aquila - che risulta oggi essere proprietaria dei materiali che furono acquistati dal Governo - ha pensato di cercare attraverso un bando imprese private che stoccassero e acquistassero i puntellamenti, in modo da smaltire l'enorme mole di materiale, ricavandone giovamento anche dal punto di vista economico.

L'avviso è scaduto lo scorso 11 novembre: "Sono arrivate sei offerte da parte di altrettante imprese o associazioni di imprese – spiega ai microfoni di NewsTown Alfredo Moroni, Assessore al patrimonio e responsabile politico del procedimento – la prossima settimana si riunirà la commissione, ma non ci vorrà molto per giudicare il vincitore, visto il numero esiguo delle proposte". L'Avviso pubblico, pubblicato dal settore ricostruzione pubblica (ufficio patrimonio) del Comune dell'Aquila, naturalmente vincola alla presentazione della domanda anche dei requisiti. Uno di questi è la disponibilità di spazi adeguati allo stoccaggio e al deposito dei materiali: "Avere disponibilità diretta, ovvero disponibilità di acquisire un piazzale con pavimentazione in asfalto di almeno 3.000 mq, oltre ad almeno 1.500 mq coperti, nelle immediate vicinanze dell’area di intervento (entro un raggio di dieci km); i suddetti spazi devono essere dotati di recinzione e protetti da adeguati sistemi di allarme e videosorveglianza", si recita nel bando. Un requisito che restringe notevolmente – a causa della sua precisa specificità – la gamma delle imprese che hanno potuto formulare un'offerta.

Quando iniziano i lavori in un palazzo puntellato, il materiale dove va a finire? Attualmente, la rimozione è a carico delle imprese titolari dei lavori di ricostruzione dell'edificio. Fino a qualche tempo fa, i materiali man mano smontati dalle porzioni degli edifici ricostruiti venivano trasportati all'Autoparco Comunale (in zona stazione) dove rimanevano in stato di deposito. Da alcuni mesi, però, l'Autoparco è pieno e, attualmente, i puntellamenti vengono smontati e stoccati all'interno di aree di proprietà della impresa stessa, in attesa di indicazioni da parte del Comune. Solo in rari casi, infatti, è possibile depositare giunti e tubi all'interno delle aree di cantiere – per ragioni dovute alla mancanza di spazi – e la maggior parte delle volte il deposito è un magazzino di proprietà dell'impresa che realizza i lavori di ricostruzione del palazzo.

Sapremo nei prossimi giorni quali saranno le sei imprese che hanno fatto domanda, e quale sarà la 'fortunata' che acquisterà i puntellamenti degli edifici presenti, in maggioranza, nel centro storico aquilano. Parliamo di un patrimonio che ancora non è stato stimato né valutato, che qualcuno ha ipotizzato intorno ai cento milioni di euro. Le cifre attorno alla faccenda dei puntellamenti non sono mai state granché chiare. Come non è mai stato chiaro, d'altronde, l'ammontare della somma pagata dallo Stato per i puntellamenti installati dalle imprese nei mesi immediatamente successivi al terremoto del 2009. Per le opere di messa in sicurezza, infatti, si è proceduto – per motivi di urgenza – alla formula della chiamata diretta. Gli appalti, infatti, non venivano assegnati tramite gara ma su chiamata nominale delle ditte (un centinaio) presenti in un elenco stilato dalle associazioni di imprese artigianali locali (Ance, Api, Confartigianato) e vagliato dal prefetto per il controllo moralità e antimafia. La scelta e la distribuzione dei lavori era a cura dell'assessorato alle opere pubbliche dell'Aquila (Ermanno Lisi, predecessore di Moroni) e del suo ufficio settore emergenza sisma (guidato dal dirigente Mario Di Gregorio).
Inoltre i lavori venivano pagati a consuntivo (cioé una volta valutato il danno ed installato effettivamente il puntellamento) e non secondo i preventivi. Era possibile cioè che l'ammontare dei lavori di puntellamento potesse essere minore (o maggiore) al preventivo ipotizzato dalla azienda realizzatrice. E' proprio questo l'aspetto più politicamente rilevante della futura vendita dei puntellamenti: sarà interessante verificare le corrispondenze tra i materiali dichiarati dalle imprese al momento della riscossione dei pagamenti e quelli che saranno ritirati e stoccati nel momento dello smontaggio, durante la fase di ricostruzione del palazzo. Al di là di fisiologiche incongruenze numeriche (o di qualche marginalissimo furto) le cifre riguardanti il peso del materiale o il numero di giunti dovranno corrispondere.

Ma la storia, in questi anni di gestione post-terremoto, ci insegna che non è scontato che sia così. Come scriveva già lo scorso anno il quotidiano digitale Prima Da Noi, non ci sono corrispondenze sugli importi (delle singole imprese e dunque nel computo totale) tra gli elenchi pubblicati dal Comune dell'Aquila e quelli redatti dal Ministero dell'Interno.
"Ad esempio – scrive Marirosa Barbieri – il Consorzio Federico II per i puntellamenti in Piazza San Silvestro, via Garibaldi, via del Guasto nel 2009 (documento del Comune, ndr) non ha ricevuto compenso, nel nuovo documento (del Ministero dell'Interno, ndr) sembra aver incassato 83.162 euro". Il Consorzio Federico II, costituito dalle tre imprese aquilane Ettore Barattelli, Marinelli-Equizi e Giulio Vittorini, e dalla toscana Btp Spa del presidente dimissionario Riccardo Fusi (coinvolto nell'inchiesta della Procura di Firenze sugli appalti del G8 e dei grandi eventi) fu oggetto di indagini nel 2010 dall'allora Procuratore dell'Aquila Alfredo Rossini.

Non è l'unico caso in cui sono partite indagini da parte della procura per le opere di messa in sicurezza: è del giugno scorso la notizia dell'indagine per concussione, corruzione, falso e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, a carico dell'ex assessore comunale con delega alla ricostruzione dei beni culturali Vladimiro Placidi. In quel caso le indagini riguardano il puntellamento di Palazzo Carli, la sede storica del rettorato dell'Università dell'Aquila. Secondo l’accusa Placidi, sfruttando il ruolo di assessore, avrebbe fatto da tramite, "verosimilmente previa corresponsione di compenso illecito", nell’individuazione di una seconda società per affiancare quella preesistente che, a quanto pare, aveva avuto difficoltà nel dare seguito ai lavori.

In nessuno dei casi citati si è naturalmente giunti a condanne. Chi scrive è – in totale armonia con la linea editoriale di questo giornale – un convinto garantista. Ed è proprio per questo che la decisione di manifestare la volontà di vendere i puntellamenti è stata un'ottima idea dell'amministrazione comunale, non solo dal punto di vista economico, ma anche per una questione di trasparenza.

Sarà infatti finalmente possibile, nei prossimi mesi, verificare finalmente quanto materiale è arrivato a L'Aquila e quanto ne andrà via, senza passare necessariamente per le procure. Dopo anni, è necessario fare chiarezza e attuare nel concreto i principi di trasparenza in riferimento al periodo dell'emergenza, da alcuni definito melmoso. Dopo quattro anni e mezzo, insomma, è giunta l'ora di una matura e coscienziosa resa dei conti.

Ultima modifica il Domenica, 01 Dicembre 2013 14:18

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