Venerdì, 27 Aprile 2018 14:05

Regione, Di Matteo: "Io sfrattato da D'Alfonso". L'ex assessore va in ufficio ma lo trova chiuso

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Ex assessore arriva nella sede del Consiglio regionale d'Abruzzo e trova il suo ufficio chiuso a chiave.

E' accaduto questa mattina a Pescara dove Donato Di Matteo, dimissionario componente della Giunta di centrosinistra guidata da Luciano D'Alfonso, ha minacciato di chiamare i carabinieri. A quel punto un collaboratore della segreteria del governatore ha riaperto gli uffici, consentendo a Di Matteo, ora consigliere regionale, di liberare i locali e traslocare.

"Questa brutta sorpresa rasenta il reato di sequestro di atti personali. Mi hanno riferito - racconta - che il presidente è venuto personalmente a prendere le chiavi, chiudendo le stanze del mio ufficio. Va detto che avevo concordato che questa sera avrei liberato gli uffici, lasciando i locali del quarto piano per spostarmi al quinto". "Quanto accaduto è grave - conclude - Sono stato sfrattato dal proprietario della Regione Abruzzo. Il mio prossimo atto sarà votare la decadenza di D'Alfonso che non può giocare con le istituzioni".

Pronta la replica del governatore Luciano D'Alfonso che ha invitato a leggere la lettera nella quale la segreteria particolare della Presidenza comunicava al direttore generale della Regione Vincenzo Rivera, al direttore delle risorse umane Fabrizio Bernardini e all'istituto di vigilanza Ivri "l'impellente necessità di dover disporre di un adeguato numero di stanze" per la sistemazione del personale dagli uffici della regione di viale Bovio a quelli di Piazza Unione. Le stanze in questione erano "già assegnate temporaneamente all'Enea e alla segreteria temporanea di un assessore dimissionario"; dunque, "per garantire la salvaguardia dei beni rimasti nelle stanze le chiavi sono state poi affidate al servizio di guardiania". Stamani le stanze sono state riaperte e il materiale riconsegnato a Di Matteo.

"Non è mio costume e non è nella mia funzione di responsabile della segreteria del presidente della Regione confrontarmi in questi termini con consiglieri, assessori, dirigenti e colleghi dell'ente regionale con argomenti menzogneri o posizioni ambigue", ha scritto in una nota Enzo Del Vecchio. "Sulla vicenda richiamata dal consigliere regionale Donato Di Matteo, a cui va pure la mia simpatia personale (peraltro ricambiata, a quanto mi consta), voglio rassicurarlo sulla linearità dei miei comportamenti e delle azioni sottese con la nota datata 26 aprile 2018 (il sistema ne certifica la creazione alle ore 19:21) che questa mattina è stata regolarmente protocollata (il sistema registra alle ore 8:49) ed inviata ai destinatari della stessa - ha voluto puntualizzare - Sempre questa mattina ho ricevuto una telefonata dal consigliere Di Matteo (la memoria remota del telefono indica le ore 8:53) nel corso della quale mi veniva rappresentato il suo disagio e disappunto. Senza ulteriormente addentrarmi nella questione posta, gli elementi di memoria remota su tutto il procedimento sin qui tenuto dallo stesso non sono da ricondurre a fasi successive alla telefonata citata dal consigliere. Spero così di aver rappresentato correttamente e linearmente il percorso tenuto in una attività che nulla ha di polemico ma è unicamente dettata da esigenze organizzative derivanti dal decreto del presidente numero 20 del 9 aprile scorso sulla revoca e nomina di nuovi assessori e sulla necessità - di cui la riunione odierna delle ore 17:30 è ulteriore testimonianza - di reperire spazi adeguati per far fronte alle esigenze della Regione Abruzzo", ha concluso Del Vecchio.

Ultima modifica il Venerdì, 27 Aprile 2018 22:58

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