Giovedì, 05 Dicembre 2013 22:13

Napolitano: "Parlamento legittimo ma la riforma del Porcellum è un imperativo"

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"La riforma del Porcellum ormai è un imperativo". All'indomani della bocciatura della Legge elettorale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invia un messaggio chiarissimo al Parlamento: le forze politiche devono adempiere a quello che ormai è "un imperativo" e mostrare "una espressione di volontà attenta a ribadire il già sancito superamento del sistema proporzionale. La decisione della Corte Costituzionale non può aver stupito o colto di sorpresa chiunque abbia ricordo delle numerose occasioni in cui sono intervenuto per sollecitare fortemente il Parlamento ad intervenire".

Poi, Napolitano sgombra il campo delle polemiche, ribadendo che "la sentenza della Corte costituzionale si riferisce espressamente al parlamento attuale dicendo che esso stesso può ben approvare una riforma della legge elettorale". Quindi, "è la Corte stessa che non mette in dubbio che c’è continuità nella legittimità del Parlamento. Il problema era e resta quello dell’espressione di una volontà politica del Parlamento tesa a produrre finalmente la riforma elettorale giudicata necessaria da tutte le parti".

L'atmosfera, però, è tutt'altro che tranquilla. La Camera, infatti, attraverso la conferenza dei capigruppo, ha chiesto che la riforma della legge elettorale già in discussione in Senato, ma in fase di stallo, passi a Montecitorio. Una richiesta alla quale Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e 'padre' del Porcellum, ha risposto seccamente: "Non si muove da Palazzo Madama". Dura anche la reazione del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano: "Il presidente del Senato è avvertito - ha sottolineato il capogruppo Maurizio Sacconi - Se dovesse piegare i propri comportamenti alle pretese di partito o di frazioni di partito verrebbe meno al suo ruolo istituzionale e le reazioni sarebbero proporzionate a un comportamento così grave".

Ovviamente, il timore del centrodestra è che se la Legge dovesse passare alla Camera diverebbe questione tutta interna al Partito Democratico, vista la larga maggioranza ottenuta alle ultime elezioni grazie, guarda un pò, al premio di maggioranza assicurato dal Porcellum. Incostituzionale.

In subbuglio anche i deputati del Movimento 5 Stelle. Dopo le proteste di ieri, con l'occupazione dei banchi del governo, i 'cittadini' hanno di nuovo denunciato la "totale illegittimità" del Parlamento in carica, al grido di "siamo tutti illegittimi". Ad inasprire ulteriormente i toni una disputa sul calendario dei lavori. I deputati pentastellati hanno chiesto di sospendere immediatamente i lavori per convocare una conferenza dei capigruppo in cui calendarizzare la riforma della legge elettorale. Ma non avendo ottenuto quanto richiesto, hanno deciso di abbandonare l’aula in segno di protesta. "Non torneremo finché non si calendarizzerà il Mattarellum, l’ultima legge Costituzionale prima dell’era del Porcellum".

Pronta la replica della presidente della Camera, Laura Boldrini: "L’affermazione di aver negato al Movimento 5 Stelle la convocazione di una capigruppo urgente è falsa". Quindi, la Presidente ha letto in Aula la lettera del vice capogruppo vicario dei pentastellati Alessio Villarosa e la sua missiva di risposta. Nella lettera dell’esponente del M5S, ha sottolineato Boldrini, "si parla di discussione articolata e non di calendarizzare una proposta di legge. Avevo consigliato al presidente Villarosa di consigliare gli altri gruppi, ma la mia è stata tradotta come una negazione, chissà perché".

Immancabile l'affondo di Grillo: "Il Porcellum è una legge truffa incostituzionale, ma il Governo Letta non ha fatto nulla in questi mesi per sostenere la posizione emersa ieri dalla Consulta. È dal 17 luglio, scrive Grillo sul blog 5 stelle, che il M5S chiede di abolire il Porcellum: "Non ha mai ricevuto alcuna risposta. Il 4 dicembre è arrivata, implacabile quella della Consulta. Da che parte sta il governo Letta? Con lo Stato di diritto o con la partitocrazia?".

Il clima, insomma, è tesissimo. Cosa succederà nelle prossime settimane? I giudici hanno dichiarato incostituzionali le parti del “Porcellum” che prevedono l’assegnazione del premio di maggioranza e l’esistenza delle liste bloccate senza la possibilità di esprimere preferenze. La Consulta ha chiarito che le motivazioni della sentenza saranno pubblicate nelle prossime settimane e che solo dal momento della pubblicazione la dichiarazione di incostituzionalità avrà effetto giuridico. Fino ad allora resterà in vigore il “Porcellum” per come lo conosciamo.

Dunque, non è accaduto quanto ipotizzato da alcuni giuristi: la bocciatura totale della Legge elettorale. E, così, non è stato riportato in vita il sistema precedentemente in vigore, il “Mattarellum”. I giudici hanno preferito attenersi ai quesiti posti dalla Corte di Cassazione, concentrandosi sui due punti sollevati dal ricorso di Bozzi. Resuscitando la vecchia legge i giudici sarebbero andati ben oltre le richieste del singolo caso giuridico. Sta di fatto che quando saranno depositate le motivazioni il “Porcellum” diventerà una legge molto diversa dall’attuale, perché sarà privata dei suoi meccanismi principali. In linea teorica, si potrebbe votare con il “Porcellum” modificato: una legge proporzionale pura, con una soglia di sbarramento al 2 per cento per i partiti in coalizione e al 4 per cento per quelli non coalizzati. Se si votasse con una legge simile i partiti piccoli e molto piccoli potrebbero arrivare in Parlamento con maggiore facilità rispetto al passato. Inoltre, se i risultati in termini di voti dovessero essere simili a quelli delle ultime elezioni, ci sarebbero soltanto due strade – entrambe piuttosto ardite – per evitare di dover formare un nuovo governo di “grande coalizione”: che uno schieramento da solo ottenga il 50 per cento più uno dei voti o che il Movimento 5 Stelle decida di allearsi col centrodestra o col centrosinistra.

Rimangono, però, dubbi e incertezze su come risolvere il problema della mancanza delle preferenze, definita incostituzionale dalla Consulta (che però non può introdurle). La possibilità che si vada a votare ancora il “Porcellum”, dunque, è remota: secondo molti osservatori la sentenza mette il Parlamento davanti alla necessità imperativa di approvare una nuova legge. Il quadro di incertezza potrebbe però contribuire ad allungare ancora i tempi, visto che votare con il Porcellum “monco” è considerata un’opzione estrema e da evitare: insomma, il pronunciamento della Consulta, politicamente, potrebbe avere allungato la vita del governo Letta.

Ultima modifica il Giovedì, 05 Dicembre 2013 22:26

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