Il bilancio consuntivo approvato al fotofinish e in una seduta lampo dal consiglio comunale il 30 maggio non è attendibile perché costruito su un avanzo di amministrazione gonfiato.
A sostenerlo sono i consiglieri di opposizione Giustino Masciocco (Articolo 1 – Mdp), Angelo Mancini (L’Aquila sicurezza lavoro) e Elisabetta Vicini (Socialisti e riformisti), che ora annunciano azioni politiche, legali e amministrative “a tutela degli interessi della città”.
“Sciatteria amministrativa”
Sul rendiconto di gestione, attaccano Masciocco e Mancini (i due hanno tenuto una conferenza stampa, alla quale Elisabetta Vicini non ha potuto partecipare per impegni professionali), il centrodestra ha dato prova di “sciatteria amministrativa”.
Basta guardare, spiegano, l’elenco dei beni immobili e demaniali di proprietà comunale inventariati e allegati al rendiconto: “Ce ne sono alcuni che non appartengono al Comune ma al Centro turistico del Gran Sasso. Non si possono mettere nel patrimonio comunale beni di proprietà delle società partecipate, anche se il Comune è socio unico di queste ultime. Il fatto che ciò sia avvenuto dimostra che, come per il piano finanziario dell’Asm, anche la lista dei beni indisponibili, disponibili e demaniali, è stata realizzata facendo copia e incolla di vecchi fogli Excel”.
Crediti gonfiati
Ma le anomalie più gravi, secondo Masciocco e Mancini, sono altre e riguardano il computo dei residui attivi, sui quali viene calcolato l’avanzo di amministrazione.
“Abbiamo lavorato bene” ha detto mercoledì l’assessore al Bilancio Annalisa Di Stefano, rivendicando il riaccertamento dei residui attivi e passivi fatto dalla maggioranza. E’ stato grazie a questa ricognizione, ha affermato l’assessore, che è venuto fuori l’avanzo di amministrazione di 54 milioni di euro.
Quella cifra, però, obiettano Masciocco, Mancini e Vicini, è fasulla perché è il risultato della somma di centinaia di crediti, di importi anche sostanziosi, di cui non si conosce l’origine. Tanto che, scorrendo l’elenco, si leggono spesso le diciture “Atto non specificato” o “Nessuna motivazione” o ci si imbatte in spazi bianchi. Altri crediti, invece, sono vecchi di decenni e non più esigibili.
“L’avanzo di amministrazione” osserva Masciocco “si calcola prendendo il saldo di cassa al primo gennaio, e, dopo aver aggiunto gli incassi e tolto i pagamenti, sommando i residui attivi e sottraendo quelli passivi. Ma se vengono mantenuti residui attivi di cui non si conosce la provenienza, l’avanzo di amministrazione viene gonfiato e falsato”.
Addirittura, denunciano Masciocco e Mancini, è accaduto anche che residui attivi per i quali la dirigente (Angela Spera) aveva dato parere negativo, dichiarandoli “accertamenti non più sussistenti”, siano stati reinseriti furtivamente tra i crediti.
“In questo modo” obietta Mancini “si forma un avanzo non vero. I principi fondamentali di un bilancio devono essere la veridicità e l’attendibilità altrimenti si fanno delle spese coperte da entrate non certe”.
La giunta ha già annunciato che l’avanzo servirà ad accumulare accantonamenti per pagare i debiti fuori bilancio. Ma, ricordano Masciocco e Mancini, la Corte costituzionale, in una recente sentenza, ha scritto che, a partire dal 2020, con gli avanzi di amministrazione, “laddove legittimamente accertati”, si potranno finanziare anche le spese per investimenti e quelle correnti.
“Quindi a maggior ragione” dicono i due consiglieri “quei 54 milioni devono essere sviscerati uno a uno, altimenti rischiamo di spendere dei soldi a fronte di crediti che non riscuoteremo mai”.
“Questo consuntivo” osserva Mancini “che è un consuntivo bicefalo perché si riferisce a sei mesi di amministrazione Cialente e a sei mesi di amministrazione Biondi, si basa su un riaccertamento dei residui fatto mentre cambiava la struttura dirigenziale, il che vuol dire che molti dirigenti non avevano mai fatto prima una ricognizione dei residui. Rispetto all’epoca Cialente, è un consuntivo che non presenta nessuna novità, dal recupero delle tasse alla razionalizzazione dei costi delle società partecipate. Per non parlare della gestione del patrimonio. La Di Stefano ha detto delle stupidità, da persona che non sa ciò di cui parla e che vive su un altro mondo. Agli esponenti della maggioranza dico: studiate”.
"Accertamento dei residui attivi o via alle azioni legali"
“Se il buongiorno si vede dal mattino” commentano infine Masciocco e Mancini “questo è un pessimo inizio per la giunta Biondi. Gli aquilani, nei prossimi mesi, non se la passeranno molto bene. Abbiamo intenzione di scrivere al ministero dell’Economia e alla Corte dei conti per chiedere di rettificare quei residui non accertati e chiederemo ai dirigenti comunali di produrre, per tutti i 1036 residui attivi e per tutti i 3634 residui passivi, i titoli giuridici che li giustificano. Se non lo faranno, o se ci saranno delle omissioni, ci riserveremo di adire le vie legali e non solo in sede di magistratura contabile”.