Domenica, 15 Dicembre 2013 23:34

Intercettazioni sulla ricostruzione: la città ha bisogno di risposte

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"Alcuni passaggi delle intercettazioni mi hanno colpito e non poco. Fatto male. Sono le parole di Ermanno il geometra, non certo quelle dell'assessore comunale. Descrivono, e ne riparlerò con lui, un mondo che credo si sia scatenato dopo il sisma. Mi piacerebbe pensare che ciò abbia riguardato solo lui. Forse dovrei dirlo, e scriverlo, per essere politicamente corretto, ma non uno di voi mi crederebbe, anche perchè credo che, a meno di forme di voluta ed omertosa ingenuità, tutti sappiano cosa è successo e sta ancora oggi succedendo nella ricostruzione". Parole del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente.

In questi giorni, abbiamo preferito mantenere il silenzio. Sapevamo che la pubblicazione dell'inchiesta 'L'Aquila città aperta' avrebbe scatenato delle polemiche. Non poteva essere altrimenti. Ora, però, qualche risposta è dovuta. Per fare un po' di chiarezza.

Il primo cittadino ammette - in una nota pubblicata su Facebook - che alcuni passaggi delle intercettazioni l'hanno colpito. Immaginiamo abbiano ferito anche tanti cittadini. Hanno fatto male le parole di Ermanno il geometra, scrive, non quelle dell'assessore comunale. Massimo Cialente è politico navigato, di grande esperienza. Non può credere davvero che possano scindersi le parole del professionista impegnato nella ricostruzione da quelle dell'assessore alle Opere pubbliche. Ed in effetti, sottolinea come le intercettazioni pubblicate da News-Town descrivano un mondo che si è scatenato dopo il sisma. "Tutti sappiamo cosa è successo e sta ancora oggi succedendo nella ricostruzione", dice il sindaco.

Parole gravissime. Perché pronunciate dal primo cittadino. Parole che ricordano pensieri già espressi qualche mese fa. Era stato Massimo Cialente a denunciare atteggiamenti mafiosi che stavano soffocando la città. Aveva parlato di lobby, lobbette e loggette. Poco meno di tre mesi dopo, ripete ancora come "tutti sappiano cosa è successo e sta ancora oggi succedendo". Ci permetta un paio di domande, il sindaco: chi doveva e deve ancora oggi controllare? Chi doveva e deve ancora oggi denunciare? Chi ha la responsabilità politica di quello che sta succedendo? E, in ultimo: cosa sta realmente succedendo?.

In realtà, non è stato l'unico a reagire così. "Che serviva questo presunto scoop giornalistico per scoprire cosa accade a L'Aquila?". E poi, "perché alzare un polverone contro un ex assessore quando tutto il sistema è marcio?". Ancora, "chissà cosa ci sarà dietro alla pubblicazione di questa inchiesta". Sono solo alcune delle 'risposte' alle nostre pubblicazioni. Ci hanno stupito. Fino ad un certo punto. Stupisce che tutti sapessero e che nessuno abbia mai denunciato. Possiamo comprendere, però, il chiacchiericcio del 'tanto sono tutti uguali': una tentazione molto pericolosa perché dietro al chiacchiericcio, all'ammiccamento, si nasconde l'impunità. E' un atteggiamento non più accettabile.

C'è chi, in questa città, prova a lavorare con onestà e trasparenza. Il chiacchiericcio e le accuse vaghe e prive di fondamento fanno del male ai tecnici, alle imprese, ai professionisti, ai cittadini e ai politici che, ogni giorno, provano per quanto possibile a far bene il loro lavoro e a preoccuparsi della cosa pubblica. Che dovrebbe essere il fine ultimo della politica e, più in generale, di qualsiasi attività professionale. Giornalismo compreso. Il chiacchiericcio offre impunità a chi, al contrario, ha tentato di trarre profitto dalla tragedia del terremoto. A chi, chiamato nel momento più delicato della storia della città ad amministrare la cosa pubblica, ha tentato di acquisire solo ed esclusivamente vantaggi economici personali.

Quanto sta accadendo in questi anni - così sostiene Cialente - "era il rischio da correre per evitare i 19 appalti europei del governo Berlusconi, con i quali, divisa in spicchi la città, si sarebbe ricostruito. Ci battemmo affinché la ricostruzione fosse gestita dai singoli proprietari attraverso progettisti e ditte di propria fiducia. Abbiamo indovinato nel tentativo di difendere le nostre imprese e progettisti, nel rivendicare il nostro diritto a ricostruire in prima persona le nostre case e la nostra città? Forse. Ma anch'io, come dice Chiodi, rifarei la stessa battaglia, e la battaglia per il contributo e non indennizzo. Se in alcuni settori vi sono stati e vi sono cali di tensione morale, tutto ciò emergerà, ma spero che una parte sana e corretta emerga a difendere l'onore della città". Evidentemente, è la speranza di tutti i cittadini. E' per questo che abbiamo deciso di pubblicare le intercettazioni che tanto hanno infastidito il primo cittadino. Ci torneremo.

"Le parole che più mi hanno fatto male - scrive ancora Cialente - sono quelle sui puntellamenti. Sebbene la vicenda non l'avesse seguita in prima persona con governo e protezione civile, Lisi sapeva con quale spirito di sacrificio accettammo, in particolare Di Gregorio che inizialmente proprio non voleva saperne, conscio dei rischi se non altro di illazioni, di procedere con quei percorsi amministrativi ai quali eravamo obbligati dallo stato emergenziale. E che furono concordati e costruiti con l'allora Prefetto e tutte le associazioni delle imprese costruttrici. Le altre registrazioni, anche quelle che mi riguardano, sono assolutamente trasparenti, e le ho ricostruite".

E qui, il sindaco tenta nuovamente di mescolare le carte. Spiega il senso dell'intercettazione che racconta dei lavori su Via Vicentini: "Nella prima telefonata lamentavo che si fosse fatto quell'intervento in Via Vicentini da 40mila euro, anziché quello relativo ad un'emergenza viaria che interessava una parte della popolazione di Bazzano, rimasta di fatto improvvisamente isolata. Rimproveravo Lisi di non aver fatto rispettare la mia richiesta di dare emergenza assoluta a quella improvvisa esigenza, e di aver lasciato scegliere al geometra Bolino la priorità dell'intervento. Nella successiva telefonata di Bolino e poi di Lisi, mi si spiegò che l'intervento in via Vicentini era solo la coda di un altro lavoro già eseguito e le cui risorse non erano impiegabili altrove".

Peccato che nessuno abbia messo in dubbio la regolarità dei lavori. Abbiamo pubblicato l'intercettazione, e Cialente su questo tace, perché nella telefonata con l'assessore Lisi, il primo cittadino diceva chiaramente: "io voglio sapere, Bolino non può fare lui!... poi perché non fa piccole gare? Perché le strade! Cazzo!... io non lo so quessi... stanno in massimo ribasso... io non ci sto più a sta cosa eh...".

Eccole le parole che Cialente dovrebbe spiegare: perché non si istruivano le gare per i lavori? Perché si lavorava al massimo ribasso e con affidamenti diretti a ditte amiche? E come mai, parlando con Lisi, sottolineava come le scelte fossero indecorose? Se i lavori erano davvero in regola, come mai Lisi e Cialente discutevano della sostituzione di Bolino?

E ancora, il sindaco parla dell'appalto di Viale Marconi, accusando News-Town di aver voluto lasciar intendere - maliziosamente - che si trattasse di un appalto gonfiato. Poi, l'ennesima minaccia di querela. Ne abbiamo ricevute molte, in questi giorni. Torneremo anche su questo. "La storia dell'appalto gonfiato, come maliziosamente fa pensare la redazione di News-Town è invece relativa a Viale Marconi, ove all'iniziale opera di solo rifacimento del manto stradale, (600-700 mla euro) Bolino riuscì, trovando le risorse fra le pieghe del bilancio, ad aggiungere i marciapiedi ed altre rifiniture sino ala zona della COOP. Altro che appalti gonfiati (ma questo sarà chiarito dalla magistratura che è stata interessata rispetto a queste affermazioni gratuite e gravemete offensive)".

Nell'articolo, in realtà, è scritto senza possibilità di fraintendimenti che di appalto gonfiato avevano parlato gli inquirenti, formulando le ipotesi di reato. Poi smontate dal Pubblico Ministero che ha chiarito come le imputazioni provvisorie fossero generiche e non sostenibili in giudizio perché basate in maniera pressoché esclusiva sull'ascolto delle telefonate intercettate.

Abbiamo riportato integralmente l'intercettazione della 1a Sezione Criminalità Organizzata della Questura, senza alcun tentativo di distorcere le parole dell'assessore Lisi e del geometra del Comune Bolino. "Va bene... che gli ho detto... avanzano, oh! a un milione avanzano 26mila euro e co... con via Marconi... è, non è che ci avanza chi sa che...". A parlare è il geometra del Comune: risponde all'assessore che, ridendo, gli ha dato del "paraculo" perché aveva parlato di un progetto da 600-700mila euro poi lievitato ad un milione. "... figlio de ntrocchia.. siccome io, quando parli te sento... faccio finta di non sentire ma ti sento sempre... sei un figlio di ndrocchia serio... va bona va...".

Cosa vuol dire che avanzavano 26mila euro? E come mai Lisi sottolineava di voler far finta di nulla? E' davvero News-Town ad aver 'maliziosamente' distorto il senso della telefonata?

Il sindaco è un fiume in piena: "Comunque, per tornare ai puntellamenti, vorrei ricordare a tutti che se andate sul sito del Comune, li trovate tutti pubblicati, con nome ditta, edificio, progettista, somma erogata, a partire dal dicembre 2009 o massimo gennaio 2010, non ricordo con precisione la data". Andate, cari lettori, vi sfidiamo a trovarli. Il primo cittadino ha ragione, con un pò di fatica potreste persino riuscirci. In redazione, abbiamo la lista completa. In effetti, potremmo pubblicarla.

E' una notizia di interesse pubblico. Così come una intercettazione che racconta di un ex assessore che parla apertamente di mazzette e tangenti negli uffici del Comune. O no?

Evidentemente, no. Il sindaco - pur riconoscendo 'il mondo che si è scatenato dopo il sisma' non manca pesanti affondi alla nostra testata: "News-Town pubblica le intercettazioni, specificando in modo esasperante che sono prive di risvolto penale (forse per mitigare eventuali denunce), cercando di gettare discredito sul lavoro svolto dalla precedente amministrazione e su alcuni dipendenti. Titolo: intreccio tra politica, affari, dirigenti ecc.ecc. E' uno scoop? Ci può stare".

In effetti, qui ci siamo un po' persi. Il sindaco sottolinea come le parole del Lisi geometra l'abbiano ferito perché denunciano un mondo che si è scatenato dopo il sisma. Spera che, in realtà, quel mondo abbia riguardato solo l'ex assessore alle Opere pubbliche. Ma non ne è mica convinto. Anzi. "Mi piacerebbe pensare che ciò abbia riguardato solo lui. Forse dovrei dirlo, e scriverlo, per essere politicamente corretto, ma non uno di voi mi crederebbe, anche perchè credo che, a meno di forme di voluta ed omertosa ingenuità, tutti sappiano cosa è successo e sta ancora oggi succedendo nella ricostruzione". Poi, però, evita di rispondere alle domande che le intercettazioni sottendono. Accusa News-Town di aver maliziosamente strumentalizzato le parole che - dice - l'hanno ferito. E ci accusa di voler gettare discredito sul lavoro svolto dalla precedente amministrazione e su alcuni dipendenti.

Cosa significa? Vuol mica dire - il primo cittadino - che pubblicare le parole di un ex assessore che molto lo hanno ferito e che raccontano quanto sta succedendo a L'Aquila nel dopo sisma sono un tentativo di gettare discredito sulla precedende amministrazione? Cosa si aspettava, il primo cittadino Massimo Cialente, il silenzio?

Risposta dovuta ai lettori: abbiamo specificato in modo esasperante che le intercettazioni sono prive di risvolto penale perché proviamo ad esercitare questo mestiere in maniera corretta. Perché pubblicare le intercettazioni, dunque? Perché denunciano una preoccupante rete di relazioni tra politici, imprenditori, tecnici della ricostruzione e personale del Comune. Il mondo che si è scatenato dopo il sisma, evidentemente. E perché pongono una questione decisiva e non più rinviabile: la questione morale come elemento essenziale della vita pubblica di una città che, nei prossimi anni, siamo chiamati a ricostruire. Al di là del risvolto penale delle vicende. Una questione etica, prima ancora.

"L'aspetto che colpisce è il modo ed i tempi - scrive Cialente. Le intercettazioni sono di tre anni fa, ed escono solo ora, in un momento di scontro politico particolare con alcuni interessi consolidati nel tempo, di alcuni imprenditori ed altri consolidati ambienti, nella solita rete trasversale di amicizie che spaziano da destra a sinistra. Non è un caso che da molti giorni tutti sapevano che le trascrizioni erano in mano ad un noto pregiudicato della stampa aquilana, difensore di questi interessi. Ma, ripeto, ci può stare".

Ancora qualche domanda al sindaco: con quali interessi consolidati si sta scontrando l'amministrazione? Con quali imprenditori? Forse con gli imprenditori che, negli ultimi trent'anni, non hanno rispettato le convenzioni urbanistiche che, a fatica, si stanno ora tentando di risolvere? Se così fosse, News-Town ne ha scritto lungamente e in maniera dettagliata. Dimostrando, tra l'altro, che alcuni dei costruttori coinvolti avevano finanziato la campagna elettorale del primo cittadino. E che gli avevano fornito la sede elettorale in comodato d'uso gratuito. Anche per quelle inchieste, tra l'altro, abbiamo ricevuto minacce di querela. Se non di loro, di chi si sta parlando? Di quale rete trasversale di amicizie che spaziano da destra a sinistra? Se abbiamo pubblicato le intercettazioni è proprio per squarciare il velo che soffoca la nostra città. E' ora che il primo cittadino parli chiaro e denunci cosa sta accadendo a L'Aquila.

E' vero, le intercettazioni sono di tre anni fa. Il sindaco dovrebbe sapere bene, però, che l'ultima archiviazione per i procedimenti istruiti a seguito dell'informativa della Sco è datata 16 settembre 2013. Tre mesi fa. E gli atti di un procedimento sono pubblicabili solo a seguito della chiusura delle indagini preliminari. Fino ad allora, a meno che non siano nella conoscenza degli indagati, sono coperti da segreto. Questione di metodo, di nuovo. Insomma, non c'è alcun calcolo politico dietro la decisione di pubblicare le intercettazioni. E lasciarlo intendere è operazione che serve soltanto a creare ulteriore chiacchiericcio. E a garantire ulteriori impunità. Siamo abituati a parlare con i fatti, circostanziati e spiegati il meglio possibile. Ci piacerebbe arrivassero risposte altrettanto circostanziate.

Più avanti, nel lunghissimo post pubblicato su Facebook, Cialente lascia intendere di nuovo che ci penserà la Procura. Che se qualcuno si riterrà calunniato, si difenderà nelle sedi opportune. E poi invita News-Town a pubblicare tutte le telefonate con Lisi, centinaia. "Anche quelle sono d'interesse pubblico", sottolinea. Riconoscendo così, seppur involontariamente, che l'inchiesta ha una grande rilevanza pubblica. E compito del giornalista è sollevare questioni di rilevanza pubblica. "Prendere stralci di telefonata, a piacere, non è corretto", scrive ancora. Non l'abbiamo fatto e il primo cittadino sa benissimo che è così. Le intercettazioni non sono state in alcun modo stravolte a fini giornalistici. Il nervosismo di questi giorni pare confermarlo. Siamo pronti a risponderne in ogni sede.

Ultimo chiarimento, anche questo dovuto ai lettori: non sappiamo a chi si riferisce Cialente quando parla di noto pregiudicato della stampa aquilana. Possiamo immaginarlo, comunque. Le intercettazioni, però, non sono arrivate in redazione per mano di un collega. Anzi. E siamo certi che altre redazioni avessero ricevuto l'informativa della Questura dell'Aquila. Hanno deciso di non pubblicarla. Evidentemente.

Noi crediamo sia compito della stampa far da cane da guardia della democrazia. E' il nostro lavoro, l'abbiamo scelto. E non vogliamo esser complici di un sistema omertoso. In alcun modo. Non lo saremo in futuro. Per questo, abbiamo deciso di pubblicare le intercettazioni nonostante - dopo le prime due puntate dell'inchiesta - gli avvocati di alcuni tra i protagonisti dell'informativa della Questura abbiano diffidato formalmente NewsTown a diffondere altro materiale. L'ex assessore Lisi, sulle pagine de Il Messaggero, ha annunciato qualche ora dopo di aver presentato delle querele.

Ci preoccupa, figurarsi. Se necessario, andremo fino in fondo. Risponderemo alle querele fino a dimostrare le nostre ragioni. E siamo sicuri di aver ragione, di aver esercitato con coscienza - come facciamo ogni giorno - il nostro diritto di cronaca. Sancito, tra l'altro, dalla Costituzione e da alcune leggi dello Stato. Non possiamo girare la testa dall'altra parte. Perché vogliamo che le buone pratiche, quelle che si scontrano quotidianamente con il tessuto d'interessi trasversali denunciati dal sindaco, smantellino una volta per tutte il malaffare. Per L'Aquila, per noi che abbiamo deciso di viverci e per chi ogni giorno prova a fare del suo. Nel rispetto del bene comune.

Il sindaco, se ne ha voglia, risponda nel merito. Le intercettazioni sono pubblicate sul nostro sito, nella sezione Inchieste. Avrà tempo e modo di leggerle con attenzione. E risponda, in particolare, alle richieste del suo partito. "Sulla vicenda delle intercettazioni pubblicate dalla testata 'News-Town' teniamo innanzitutto a premettere che in tutti questi anni, con i ripetuti e doverosi controlli delle forze dell’ordine e della magistratura, niente è emerso di penalmente rilevante a carico dell’amministrazione comunale aquilana, che ha gestito significative risorse per la ricostruzione", si legge in una nota firmata dal Pd cittadino. "Altri enti, a cominciare dalla Provincia e della Regione, non possono dire altrettanto.

Detto questo, la vicenda, sebbene non abbia rilievo penale, suscita, alla lettura delle intercettazioni, inquietudine. Perciò riteniamo che i fatti debbano essere chiariti, senza ulteriore esitazione, dai soggetti chiamati in causa, nella considerazione che alcuni di essi sono attualmente al lavoro nell'Amministrazione comunale, e che per la rilevanza della questione in sé - la ricostruzione - è opportuno che non ci siano dubbi né ombre. Chiediamo che vengano applicate le norme relative al piano anticorruzione, con la rotazione periodica dei dirigenti e di tutti i cosiddetti ruoli sensibili. Se la trasparenza è essenziale, nella nostra città è determinante: ricostruiamo una casa di vetro, dove tutto sia chiaro, utilizzando gli strumenti normativi esistenti". In fondo sono le stesse richieste di Rifondazione Comunista, partito che sostiene la sua maggioranza, e della senatrice 5 stelle Enza Blundo. Sono le stesse richieste di Appello per L'Aquila, l'unica voce che si è alzata dalle opposizioni. Preoccupante, anche questo.

Al di là delle parole su Facebook, la città ha bisogno di risposte. Immediate.

Ultima modifica il Lunedì, 16 Dicembre 2013 18:30

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