Sabato, 03 Novembre 2018 21:35

Decreto sicurezza in Senato, intrecci con le elezioni regionali: gli equilibri politici a Roma potrebbero lanciare Marsilio come candidato del centrodestra

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Da una parte, lo scontro tra la ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e il Guardasigilli Alfonso Bonafede che vorrebbe il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, "una bomba atomica" per l'avvocata vicina a Matteo Salvini, a raccontare delle continue tensioni tra Lega e Movimento 5 Stelle che stanno minando la tenuta del Governo; dall'altra, la fronda interna ai pentastellati, con almeno quattro senatori - Paola Nugnes, Matteo Mantero, Gregorio De Falco ed Elena Fattori - pronti a votare contro il così detto 'Decreto Sicurezza'. Una grana per Luigi Di Maio

A Roma, sono ore caldissime che potrebbero avere ripercussioni anche in Abruzzo, alle prese con la campagna elettorale verso le elezioni regionali. E vi spieghiamo il motivo. 

La Lega sta spingendo per il voto di fiducia al 'Decreto sicurezza', considerato l'ostruzionismo delle opposizioni che hanno presentato decine e decine di emendamenti che farebbero slittare l'approvazione del provvedimento; per Matteo Salvini, però, il decreto non va toccato nel suo impianto, e tempo non ce n'è più: vuole passare all'incasso. Tuttavia, Luigi Di Maio ha capito che legare la salvezza dell'esecutivo alla legge voluta dal leader del Carroccio creerebbe un problema politico di difficile gestione; significherebbe - con ogni probabilità - ritrovarsi con quattro voti in meno, essere costretti a espellere quattro senatori e indebolirsi dal punto di vista dei numeri e dell'immagine. Per questo, vorrebbe un'apertura rispetto ad alcuni emendamenti sostenuti dai dissidenti a 5 Stelle, anche perché non è da escludersi che la fronda possa allargarsi si dovesse arrivare ad un punto di rottura. 

Un problema, se si considera che, a Palazzo Madama, la maggioranza giallo-verde ha un margine di 10 senatori.

Ecco perché, comunque andrà, Salvini potrebbe aver bisogno dei voti di Fratelli d'Italia che neutralizzerebbero i dissidenti del Movimento. Anzi, dovesse andare davvero così il leader del Carroccio uscirebbe persino rafforzato dal dibattito in Senato, con l'alleato (fino a quando?) Di Maio che potrebbe ritrovarsi invece con un movimento spaccato. Chiaro, dunque, come il Carroccio, di qui alle prossime settimane, abbia tutto l'interesse a tenere salda la coalizione di centrodestra sui territori

E' questo il motivo per cui gli accordi presi al tavolo romano sulla spartizione delle Regioni, in questo momento, sono più saldi che mai; dunque, l'Abruzzo andrà a Fratelli d'Italia, a meno che non sia Giorgia Meloni a chiedere che il patto venga rivisto. Difficile da credersi. A meno di altre sorprese, insomma, il candidato governatore della coalizione di centrodestra dovrebbe uscire dalla rosa di nomi ampiamente annunciata: Marco Marsilio, Giandonato Morra, Massimiliano Foschi.

In questo quadro, il favorito è senza dubbio il senatore Marsilio - romano ma di origine abruzzese - vicinissimo a Meloni, sostenuto anche dal sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi e da altri maggiorenti del partito regionale; d'altra parte, Morra viene dalla dolorosa sconfitta alle amministrative di Teramo e Foschi, professionista stimato, è digiuno di politica, un profilo che non viene considerato all'altezza di una sfida come le elezioni regionali, soprattutto se il candidato del centrosinistra dovesse essere Giovanni Legnini che, tuttavia, non ha ancora sciolto le riserve, in attesa delle 'mosse' del centrodestra.

Il cerchio potrebbe chiudersi se, come si sussurra da giorni, Marsilio dovesse trovare l'accordo con Fabrizio Di Stefano, in piena campagna elettorale con le così dette 'Civiche d'Abruzzo'. Ne sapremo di più ad inizio settimana, col 'Decreto sicurezza' che inizierà il suo iter in Senato. 

Ultima modifica il Sabato, 03 Novembre 2018 22:43

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