Sì al rispetto della dignità di ogni persona umana, "quale che sia il colore della sua pelle, la sua storia, la sua provenienza". Sì anche "ai doveri di solidarietà verso i più deboli e di accoglienza verso chi bussa alle nostre porte, fuggendo spesso da fame o violenza alla ricerca di un futuro migliore per sé e i propri cari".
No "ad ogni logica di esclusione, come ad ogni esasperato atteggiamento identitario e a qualsivoglia rifiuto pregiudiziale del diverso".
Sono alcuni passaggi del messaggio scritto dall'arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte, presidente della Conferenza episcopale abruzzese e molisana, in occasione delle elezioni regionali in Abruzzo.
Un voto, sottolinea Forte, che ha una "valenza non solo regionale, poiché in gioco ci sono problemi e sfide che riguardano l'intero Paese".
Il messaggio di Forte non contiene, ovviamente, indicazioni o consigli su chi votare, limitandosi a esprimere l'auspicio dei vescovi affinché "tutti gli elettori esercitino il diritto al voto".
Tuttavia, è lecito pensare che a qualche esponente della Lega e di Fratelli d'Italia, le due forze politiche che più insistono sul pugno di ferro da usare contro i migranti e sui richiami alla purezza delle origini, tanto da avere fatto di entrambi i temi gli assi portanti della propria campagna elettorale ("Prima gli italiani" diventato poi "Prima gli abruzzesi") siano fischiate le orecchie nel leggere l'appello di Forte all'accoglienza, al rispetto della dignità dei migranti e al rifiuto degli eccessi identitari.
E infatti Marco Marsilio, in una nota, al di là delle rituali dichiarazioni di apprezzamento dell'intervento di Forte, scrive: "Non ritengo che il voto dei cattolici possa orientarsi verso un solo partito e neppure verso un solo schieramento" aggiungendo subito dopo "Sarebbe antistorico perseguire tale obiettivo. L’esistenza del “partito cattolico” in Italia, infatti, ha corrisposto a condizioni storiche e geopolitiche irripetibili e che, di fatto, con la fine della Guerra Fredda si sono esaurite".
Il candidato del centrodestra, poi, cambia completamente argomento e, con un certo, malcelato sussiego, usa l'arma del benaltrismo: "Mi permetto" ribatte "di aggiungere il tema dei mutamenti antropologici derivanti dalla destabilizzazione dei vincoli naturali e le relative conseguenze sul concetto di persona, genitorialità, famiglia" arrivando a lanciare la proposta di una "Consulta sulle grandi sfide del Terzo Millennio".
"L'appello di monsignor Forte, ma come mi piace chiamarlo padre Bruno, è un appello di altissimo profilo e grandissima efficacia e io lo condivido totalmente perché è un richiamo alla responsabilità, alla solidarietà, all'inclusione e ai valori migliori che devono animare l'impegno politico e l'impegno sociale di ciascuno di noi" commenta invece il candidato di centrosinistra Giovanni Legnini.
Il messaggio di Forte
“Si approssima" scrive Forte "il voto per le elezioni regionali in Abruzzo e in alcuni comuni dell’Abruzzo e del Molise. Questo voto presenta una valenza non solo regionale poiché in gioco ci sono problemi e sfide che riguardano l’intero Paese. Perciò, nella recente sessione della Conferenza Episcopale Abruzzese Molisana Regionale noi vescovi, in quanto pastori del popolo che ci è affidato, abbiamo espresso l’auspicio che tutti gli elettori esercitino il loro diritto al voto e ci siamo scambiati alcune riflessioni, ispirate alla dottrina sociale della Chiesa e in particolare al messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale della pace 2019 su La buona politica al servizio della pace".
"Ne riprendo alcune qui di seguito, assumendomene ovviamente la personale responsabilità e sviluppandole su aspetti che toccano in particolare il territorio della Chiesa locale a me affidata. Le articolo in alcuni ‘sì' ed alcuni ‘no’. I ‘sì’ riguardano anzitutto il rispetto della dignità di ogni persona umana, quale che sia il colore della sua pelle, la sua storia, la sua provenienza. Da un tale rispetto conseguono i doveri di solidarietà verso i più deboli e di accoglienza verso chi bussa alle nostre porte, fuggendo spesso da fame o violenza alla ricerca di un futuro migliore per sé e i propri cari. In collaborazione con l’azione della Prefettura varie nostre realtà ecclesiali hanno ben operato in tal senso e continueranno a farlo secondo il bisogno. Questo 'si' si congiunge a un appello all’Unione Europea perché si lavori a promuovere un’Europa dei popoli, solidale e partecipativa nel gestire il flusso epocale delle migrazioni. Un altro 'si' necessario è quello all’impegno prioritario da parte di chi sarà eletto nei confronti dell’emergere e dell’allargarsi delle povertà, del fondamentale problema del lavoro dei giovani, fra cui si diffonde la paura del futuro data l’insicurezza delle possibilità che si aprono per loro, e della situazione di emergenza del post-terremoto, che esige una sollecitudine da incentivare con determinazione".
"Va poi segnalato il particolare bisogno di attenzione che richiede l’ambito della sanità: pur convenendo sull’urgenza e l’opportunità del riassetto della rete ospedaliera, non si può non segnalare la necessita’ di tener conto dei bisogni della gente sul territorio, perché essi appaiono a volte sottovalutati a favore di una logica aziendale, che non si addice ai doveri di un servizio pubblico. Connessa all’attenzione prioritaria alla salute come bene comune, non può mancare quella riguardante l’ambiente: la tutela e la promozione di quello che è l’autentico patrimonio collettivo della nostra gente di Abruzzo è dovere primario di ogni amministratore. Un pericolo crescente cui badare con attenzione e’ quello dell’emergenza rifiuti, che esige soluzioni su vasta scala e lungimiranti, mentre l’urgenza dell’intervento sulla distribuzione e la certificazione della qualità dell’acqua è improcrastinabile. Infine, nel campo dell’energia lo sviluppo 2delle fonti rinnovabili – da quella eolica, a quella solare, a quella idroelettrica – non potrà non caratterizzare una terra generosa come la nostra.
"I ‘no’ che mi sembra vadano detti sono anzitutto quello ad ogni logica di esclusione, come ad ogni esasperato atteggiamento identitario e a qualsivoglia rifiuto pregiudiziale del diverso. Per sua natura il cristiano sa di essere chiamato ad uno spirito di fraternità universale, fondato sull’esempio del Cristo e sul suo ‘comandamento nuovo’, la carità. Parimenti, va rifiutato ogni atteggiamento di rinuncia al cambiamento e all’audacia imprenditoriale, come ogni operazione di delocalizzazione rivolta unicamente al maggior profitto: il nostro territorio ha più che mai bisogno di partecipazione attiva e responsabile e di coraggio e fiducia nell’avviare nuove possibilità di impresa e di lavoro. Anche in questi ambiti si esprime la speranza della fede, nella concretezza di iniziative imprenditoriali avviate con responsabilità e creatività personale, ma non di meno con generosità e cura del bene comune".
"Al fine di approfondire queste tematiche abbiamo deciso come Conferenza Episcopale di istituire un Osservatorio territoriale sulla promozione del bene comune nella vita sociale e politica, che avrà il compito di monitorare urgenze e problemi presenti sul territorio e di incoraggiare approfondimenti e proposte per affrontarli nel modo più adeguato possibile. In quanto Pastore del popolo a me affidato invito i cattolici a impegnarsi con decisione e generosità al servizio del bene di tutti e ad essere vigili affinché i ‘sì’ e i ‘no’ proposti siano recepiti e sia data risposta concreta ed efficace alle urgenze segnalate. Il Signore benedica la nostra gente e l’intera Nazione Italiana”.
La nota di Marsilio
Ho letto con interesse e rispetto l’intervento di S. E. Monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, diffuso da diversi organi di informazione. Ritengo si tratti di una iniziativa importante. Viviamo, infatti, un tempo di crisi e di grande difficoltà, che investono l’ambito materiale non meno di quello morale.
Credo che in queste temperie Cesare e Dio debbano confermare le loro specificità ma, al di là degli ambiti di rispettiva competenza istituzionale, come tali inviolabili, debbano anche parlarsi e collaborare per la promozione del bene comune.
In tal senso, non ritengo che il voto dei cattolici possa orientarsi verso un solo partito e neppure verso un solo schieramento. Sarebbe antistorico perseguire tale obiettivo. L’esistenza del “partito cattolico” in Italia, infatti, ha corrisposto a condizioni storiche e geopolitiche irripetibili e che, di fatto, con la fine della Guerra Fredda si sono esaurite.
Quanto mai vivi, invece, risultano oggi i temi e le problematiche che si riconnettono alla tradizione cristiana, e più specificamente alla dottrina cattolica, e che richiamano le sfide inedite che il nuovo Millennio ci ha consegnato, anche sotto il profilo politico, le quali acquisiscono una speciale rilevanza tanto per chi crede quanto per chi non ha il dono della fede.
Monsignor Forte, da par suo, ne ha individuate alcune, rilevantissime: le nuove povertà, la fine del Welfare State così come l’abbiamo conosciuto nel Novecento, i crescenti disagi delle zone più periferiche, la distruzione dei corpi intermedi e delle comunità, le conseguenti difficoltà d’integrazione.
A queste problematiche mi permetto, da parte mia, di aggiungere il tema dei mutamenti antropologici derivanti dalla destabilizzazione dei vincoli naturali e le relative conseguenze sul concetto di persona, genitorialità, famiglia.
E’ evidente che ognuna delle tematiche richiamate può essere sviluppata con sensibilità differenti, sia dai laici sia dai cattolici. Non di meno, è assolutamente necessario che intorno ad esse si apra un dibattito, senza alcuna volontà di prevaricazione e di egemonia, evitando le risposte scontate e tanto più le reazioni istintive e irriflesse.
Se dovessi avere l’onore di presiedere la regione Abruzzo, mi impegno a incoraggiare questo dibattito in tutti i modi istituzionalmente idonei. So bene che le risposte vanno date innanzi tutto con i fatti e attraverso scelte di governo positive. Ma per nutrire questa azione si potrebbe immaginare una Consulta sulle grandi sfide del Terzo Millennio, nella quale chiamare a raccolta le migliori energie del mondo cattolico e del mondo laico, per aiutare ad abbattere steccati e far sì che risposte meditate e non scontate possano scaturire da un confronto vero lontano da ogni volontà egemonica.
Nei miei interventi mi riferisco spesso alla necessità di innescare un nuovo sviluppo dell’Abruzzo e mi riferisco sia allo sviluppo economico che a quello spirituale, perché è la storia di questa terra e dei suoi grandi uomini come Silone, Croce, D’Annunzio, Spataro, ad averci insegnato che queste due dimensioni procedono insieme.