"Oggi con l'arrivo simultaneo e in conferenza stampa dei tre leader della destra italiana per le Regionali in Abruzzo si anima una vera bolla propagandistica per distanza dal merito delle scelte dei cittadini abruzzesi. Sono preoccupati perchè hanno capito la forza del nostro progetto".
Lo ha detto l'ex vice presidente del Csm e candidato della coalizione civico popolare, Giovanni Legnini, in riferimento alla conferenza stampa che Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi stanno tenendo a Pescara, a conclusione della campagna elettorale. "In Abruzzo si dovrebbe scegliere tra 4 candidati e invece ministri e leader sono venuti 30 volte, per un totale di 50 giorni lavorativi sottratti agli impegni di governo - l'affondo di Legnini - Questa è una operazione senza precedenti: litigano a Roma e proiettano sull'Abruzzo i loro problemi nazionali di governo. Da un anno il centrodestra non si vedeva insieme pubblicamente, ci hanno proposto un candidato, Marsilio, frutto di spartizioni e teleconferenze e oggi infine si vedono a Pescara perché la crisi politica del governo è sempre più evidente", ha proseguito Legnini nel suo incontro con la stampa a Pescara.
"Lega e M5S pongono qui in Abruzzo un campo di battaglia di un conflitto insanabile: Salvini sta a Roma con i 5S e in Abruzzo con Meloni e Berlusconi - continua il candidato del centrosinistra - è evidente che dopo le europee ci sarà una crisi di Governo e qui, invece, si comportano come se ci fosse una continua propaganda, come se fossero all'opposizione".
Dunque, Legnini si rivolge provocatoriamente alle forze di centrodestra: "Perché avete scelto un candidato non abruzzese? Perché avete barattato interessi su un tavolo di scambio con altre pedine? Noi in Abruzzo diciamo che Marsilio è una fregatura, a Roma si direbbe 'è na sola'. Prendo a prestito una affermazione cara a Berlusconi, affermando che la destra in Abruzzo per queste regionali 'è pubblicità ingannevole': è noto che Marco Marsilio è un dipendente della destra romana".
Legnini non lesina una stoccata anche a Sara Marcozzi, "che dipende da chi a Roma confeziona i messaggi propagandistici M5S da 10 anni, e ora che sono al Governo ovunque collezionano fallimenti".