Domenica, 10 Marzo 2019 14:31

Renzi a Pescara: "Marsilio inaugurerà le opere finanziate dal Masterplan"

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"Torno a Pescara anche per andare a vedere le tante cose che sono state fatte": così Matteo Renzi, arrivando davanti al Municipio del capoluogo adriatico, gremito all'inverosimile per la presentazione del suo libro 'Un'altra strada. Idee per l'Italia di domani'.

Al suo fianco il senatore Pd Luciano D'Alfonso, ex presidente della Regione Abruzzo, "con il quale cerchiamo di lavorare insieme" le parole di Renzi. In platea, tra gli altri, Giovanni Legnini e il sindaco di Pescara Marco Alessandrini, il deputato dem Camillo D'Alessandro, gli ex consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci e Luciano Monticelli oltre a diversi amministratori Pd. "Penso che il neogovernatore Marco Marsilio, al quale con spirito istituzionale facciamo gli auguri di buon lavoro, avrà molte opere pubbliche da inaugurare, tutte finanziate dal Masterplan dell'Abruzzo, quelle fatte con D'Alfonso ai miei tempi a Palazzo Chigi. Quando erano in campagna elettorale - l'affondo di Renzi - parlavano contro di noi e contro il Masterplan, adesso useranno le forbici per tagliare i nastri delle opere pubbliche che abbiamo finanziato. Bene così, bene per l'Abruzzo, bene per chi crede nelle istituzioni".

Renzi non è stato tenero col laboratorio politico di Legnini: "Ho grande stima di Legnini, ma il 10 febbraio non si è vinto" la stoccata, ribadendo, così, la sua perplessità sulla linea politica intrapresa dai dem con la segreteria di Nicola Zingaretti, quella di una coalizione larga ed inclusiva sul modello abruzzese.

Dunque, l'ex premier non ha mancato stilettate al così detto 'governo del cambiamento': "Quando siamo partiti non immaginavamo un Governo così incompetente e cialtrone da aver messo in ginocchio l’economia italiana in 6 mesi. Giù gli occupati, giù il Pil, giù la fiducia dei consumatori". Poi altre bordate; a Luigi Di Maio, "fautore di forme di assistenzialismo, preferisce la politica della paghetta", e così a Matteo Salvini "che cambia idea costantemente sulla base di un algoritmo, di ciò che dice il social network di turno. E' alla continua ricerca di follower, dico che è una Chiara Ferragni che non ce l'ha fatta". E ancora: "Salvini era comunista ed è diventato leghista, era contro l'Europa ora è per l'Europa, tirava le uova contro i Carabinieri ora si mette le magliette della Polizia".

"Ci hanno fatto ripiombare nella crisi economica e ci hanno portato a odiare gli altri", ha aggiunto l'ex premier; "c'è una cultura dell'odio, del migrante, del diverso che è inspiegabile se non attraverso una scommessa sulla paura: questa è la riflessione sul libro oggi". Dunque, Matteo Renzi ha citato Sergio Marchionne: "diceva che un abruzzese non si arrende mai e aveva ragione; ha saputo risollevare le sorti della Fiat: soltanto chi rischia crea lavoro".

Un ultimo cenno alle vicende personali, con la famiglia travolta da scandali: "Mi sono chiesto: vale la pena continuare? Io ho detto sì. Ho fatto il sindaco di Firenze, ho fatto il Presidente del Consiglio, noi siamo quelli antipatici ma abbiamo portato l’Italia in crescita. E’ arrivato Conte e siamo tornati indietro. Se continuo a combattere è perché voglio un Paese che non viva di odio, inquietudine, minacce, paura come vogliono Di Maio e Salvini. Tra i fiorentini, non è Dante che mi ha ispirato né Leonardo, ma è Gino Bartali, sì, sì, quello che correva in bici e che salvava gli Ebrei, Giusto tra i Giusti. Ho avuto la fortuna di incontrarlo quando ero corrispondente di un giornale locale. Gli chiesi: ‘Ma la borraccia l’ha data Coppi a te o tu a lui? Mi ha guardato e mi ha detto: ‘nanni’ (ragazzo in fiorentino ndr) secondo te Coppi era un ‘bischero’? No Gino, risposi. 'Ma nemmeno io', ribatté lui. Ecco, c’ho pensato tante volte, non è importante chi ha dato la borraccia, è importante il gesto di umanità, fiducia, bellezza, solidarietà, amicizia nei momenti di difficoltà, ed è questo il modello di politica che vorrei nei prossimi anni".

Ultima modifica il Domenica, 10 Marzo 2019 21:17

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