Giovedì, 06 Febbraio 2014 14:50

Centro antiviolenza, Di Giovambattista: "E' giusto fare chiarezza"

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"Non c'è nessun mistero sui fondi per i centri antiviolenza dell'Aquila affidati, nel 2012, alla consigliera di parità Letizia Marinelli e alle arcidiocesi abruzzesi e poi svaniti perché il relativo decreto del commissario per la ricostruzione fu annullato dalla Corte dei Conti non essendo - la consigliera - nelle funzioni di soggetto attuatore".

A dirlo Antonio Morgante che, fino al 22 gennaio, è stato coordinatore della struttura complessa denominata 'Attuazione del programma di governo e controllo strategico', voluta dal presidente Gianni Chiodi. "Risulta naturale che, considerata la provenienza dei fondi (stanziati dal 'Decreto Abruzzo' del maggio 2009, ndr), la presidenza del Consiglio abbia affiancato come soggetti di cui il commissario doveva avvalersi le diocesi abruzzesi, considerata la loro eccellente esperienza in materia per ristrutturare o costruire centri antiviolenza (con 1,5milioni di euro) e la consigliera di parità della Regione Abruzzo, per la costruzione di un centro poliedrico per le donne (con ulteriori 1,5milioni di euro)".

L'ordinanza del presidente del Consiglio, però, è arrivata molto tardi - ha sottolineato Morgante - oltre due anni e mezzo dopo il terremoto: "I fondi sono stati trasferiti alla contabilità speciale del commissario solo a giugno del 2012, a due mesi dalla cessazione dello stato di emergenza, impedendo di fatto l'esecuzione di qualsiasi realizzazione". Poi, l'affondo: "I fondi sono a disposizione del Comune dell'Aquila dal 15 settembre 2012 e sarebbe interessante sapere cosa ci hanno fatto. Quelli per la costruzione di un centro poliedrico, invece, secondo l'ultima Legge di stabilità, sono a disposizione della Provincia dell'Aquila dal 1° gennaio 2014".

Morgante ha inteso rispondere così alle polemiche scatenate dalla notizia - diffusa in prima pagina da molti quotidiani nazionali - che Letizia Marinelli, nominata consigliera di parità poco tempo dopo la notte trascorsa con il governatore all'Hotel Sole di Roma, fosse stata investita della gestione dei fondi per la costruzione di un centro poliedrico per le donne, a L'Aquila.

E stamane l'assessora alle Politiche sociali, Emanuela Di Giovambattista, ha replicato - documenti alla mano - alle sue parole. Smentendo, tra l'altro, che i fondi siano nella disponibilità del Comune dell'Aquila. "E' giusto fare chiarezza", ha sottolineato. "In nome della trasparenza e di una informazione chiara e vera".

 

I percorsi tortuosi dei 'fondi Carfagna'

L'assessora ha ricostruito i percorsi tortuosi dei cosidetti 'fondi Carfagna'. A partire dal decreto 39 del 2009, che all'articolo 10 comma 5 prevedeva - non senza vaghezza - 'la ripresa delle attività dei centri di accoglienza, di ascolto e di aiuto delle donne e delle madri in situazioni di difficoltà, ivi comprese quelle derivanti dagli effetti degli eventi sismici', autorizzando la spesa di 3 milioni di euro. L’anno seguente - con il 'Piano Nazionale contro la violenza e lo stalking', approvato dal Governo nell’ottobre 2010 - la questione viene chiarita: per i 'Centri antiviolenza e servizi di assistenza, sostegno, protezione e reinserimento delle vittime', si prevede 'il sostegno ai Comuni interessati da eventi sismici per la ripresa delle attività, la ricostruzione e il restauro degli immobili adibiti a fornire aiuto alle donne dell’Abruzzo'. E’ chiaro come i beneficiari dei fondi fossero, dunque, i centri antiviolenza.

L’8 novembre 2011 viene emanata l’ordinanza 3978 del Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi: l’articolo 10 dirotta metà dei 3 milioni di euro 'alla diocesi de L’Aquila e alle altre diocesi abruzzesi' mentre l’altra metà viene affidata alla consigliera di parità della Regione Abruzzo, Letizia Marinelli, per la realizzazione di un centro poliedrico per le donne. Progetto che non sarà mai realizzato. Si legge all'articolo 10: 'Il commissario delegato (Chiodi, ndr) provvede a realizzare un centro poliedrico per le donne… avvalendosi della consigliera di parità dell’Abruzzo come soggetto attuatore… nel limite massimo di 1,5 milioni di euro'. E il soggetto attuatore è responsabile della spesa: dovrà presentare un progetto entro 30 giorni. Non solo. L'ordinanza stabilisce che 'agli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo, pari a 3 milioni di euro, si provvede a valere sulle risorse di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge n. 39 del 2009, che verranno trasferite sulla contabilità speciale del Commissario delegato', da cui si deduce che le risorse non sono ancora state trasferite.

In effetti - spiega Di Giovambattista - "i fondi verranno trasferiti dal Governo al Commissario delegato per la ricostruzione tra giugno e luglio del 2012. E' una delle poche cose vere che dice Morgante".

Ad agosto, il presidente della Regione - nel rispetto dell’ordinanza governativa - emana il decreto attuativo 134 per versare i fondi all’Arcidiocesi de L’Aquila: in ballo c'è il progetto Samaria per la realizzazione di un centro antiviolenza e di aggregazione. Come detto, per 1milione e mezzo di euro. Passa poco più di un mese, però, e la Corte dei Conti blocca l’assegnazione dei fondi poiché il progetto prevede l’acquisto di un immobile situato a L’Aquila e il completamento di un immobile a Pescara - quindi fuori cratere - di proprietà della fondazione Abruzzo-Pescara.

Secondo la Corte dei Conti così non solo verrebbero drasticamente ridotte le risorse destinate all’erogazione dei servizi, ma 'l’acquisizione di un immobile di proprietà, ovvero la realizzazione di consistenti interventi di ristrutturazione, non può ritenersi coerente con la ratio sottesa al finanziamento pubblico'.

Il progetto Samaria viene bocciato. Il milione e mezzo che la Regione pensava di destinare all'Arcidiocesi dell'Aquila resta, così, congelato. Al contrario, il milione e mezzo assegnato alla Consigliera di Parità è ancora destinato alla realizzazione di un Centro poliedrico per le donne. E Letizia Marinelli ne è il soggetto attuatore. Siamo a settembre del 2012.

 

Che fine hanno fatto i soldi?

Da allora sono passati 17 mesi. Che fine hanno fatto i soldi? L'assessora Di Giovambattista prova a spiegarlo. "Nel novembre del 2013, la consigliera di parità Letizia Marinelli ha inviato una lettera alla Presidenza del Consiglio dei Ministri denunciando - ad un anno dall'emanazione - alcune problematiche nel modus operandi del decreto attuativo firmato da Chiodi. La Marinelli spiega nella lettera come il decreto non descriva alcuna modalità esecutiva se non la semplice proposizione di una scadenza alla progettazione dell'intervento (trenta giorni, come detto ndr). Senza fornire, in altre parole, indicazioni di supporto". Nella lettera, Marinelli sottolinea come già alla fine dell'agosto del 2012 avesse comunque presentato un progetto di massima al commissario Gianni Chiodi. Dalla data di ricezione, però, non è pervenuta alcuna comunicazione dalla presidenza della Regione Abruzzo.

Insomma, c'era un progetto di massima già ad agosto del 2012: che fine ha fatto e cosa prevedeva? "A marzo 2013 - spiega ancora l'assessora Di Giovambattista - il presidente Chiodi invia una raccomandata al Diset. Si dice impossibilitato a dar seguito al progetto del Centro antiviolenza perché non più Commissario alla Ricostruzione, sottolineando però che la Consigliera di Parità ha svolto il suo lavoro. C'è un progetto, insomma. Dunque, ad aprile viene istituito un tavolo di concertazione che si riunisce nel mese di giugno. E il Comune dell'Aquila non viene invitato a partecipare".

Cosa emerge dall'incontro? "Il verbale della riunione, con lettera firmata da Mancurti, viene inviato agli uffici competenti della Regione Abruzzo il 10 luglio 2013. Mancurti invita a ridestinare i fondi previsti, in un primo momento, per il Progetto Samaria. E' la Regione, infatti, che deve occuparsi in via ordinaria della programmazione delle risorse destinate alle politiche sociali. E' chiaro dunque che i soldi non sono mai stati a disposizione del Comune dell'Aquila, come sostiene Morgante". E il milione e mezzo nella disponibilità della Consigliera di parità, Letizia Marinelli? "A seguito dell'incontro, si stabilisce che la consigliera possa avvalersi della consulenza degli uffici speciali per la ricostruzione. In effetti, il 31 luglio 2013, incontra Esposito e Aielli che non mancano di esprimere delle perplessità in merito al progetto presentato. Dunque, la convenzione non è stata mai stipulata. Ed in effetti - incalza l'assessora Di Giovambattista - anch'io ho più di una perplessità: a leggere il verbale dell'incontro al Diset, si scopre come nessuno degli intervenuti avesse avuto contezza del progetto della Marinelli. A quanto pare, non si trattava d'altro che di documenti e procedure per istruire un bando di gara aperto alle associazioni che avessero inteso proporre un vero progetto. Nulla di più".

In altre parole, in 17 mesi la consigliera di parità della Regione Abruzzo non è riuscita a lavorare su di un progetto di Centro poliedrico destinato alle donne. Pur avendo a disposizione un milione e mezzo di euro.

 

Ed ora?

"Per fortuna - sottolinea Di Giovambattista - alla fine di novembre, con il voto di fiducia dell'Assemblea del Senato, è stato approvato un emendamento firmato da Pezzopane e Chiavaroli che ha sbloccato i 3milioni di euro destinandoli alla Provincia che dovrà ora realizzare progetti d'intesa con il Comune dell'Aquila" Non manca una stoccata al presidente Antonio Del Corvo che, stamane, ha sottolineato come la Provincia non avesse mai chiesto di gestire i 3milioni. Una responsabilità che è piovuta addosso all'ente dopo il voto in Senato. "Parole che mi lasciano perplessa", ha detto l'assessora. "Pensavo ne avessero parlato con la senatrice Chiavaroli".

Sta di fatto che Del Corvo ha spiegato di essere già in contatto con il sindaco Cialente, per capire se il Comune dell'Aquila ha una idea progettuale: "Le idee non mancano", ha concluso l'assessora alle Politiche sociali. "Non è un mistero siano già state individuate delle strutture: la scuola materna di viale Duca degli Abruzzi, per un Centro Poliedrico. E il convento di Santa Teresa in via Roma che, una volta tornato agibile, ospiterà il centro antiviolenza. Cosa da fare ce ne sono moltissime: bisogna mettere in rete una serie di servizi che andranno adeguamente strutturati, c'è bisogno di professionalità, di case rifugio e centri d'accoglienza. Progetti in mente ne abbiamo moltissimi. E sono assolutamente necessari".

Ultima modifica il Giovedì, 06 Febbraio 2014 15:15

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