Sospendere la delibera di giunta sul nuovo piano di dimensionamento scolastico.
La richiesta viene dai consiglieri comunali di opposizione, che, all'unanimità, si schierano a fianco di sindacati, insegnanti e genitori facendo proprie le istanze emerse nell’assemblea aperta tenutasi lunedì scorso nell’aula magna del dipartimento di Scienze Umane. Una riunione al termine della quale era stato firmato un documento unitario per dire no alla riorganizzazione delle scuole materne, elementari e medie che l’amministrazione Biondi vorrebbe attuare.
Riorganizzazione che, a questo punto, è osteggiata non solo dall’istituto Rodari – il primo a mobilitarsi e a muovere delle critiche – ma praticamente da tutto il mondo della scuola cittadino.
“Chiediamo alla giunta di sospendere la delibera per almeno un anno e di portare il provvedimento in consiglio comunale” afferma Angelo Mancini (L’Aquila Sicurezza Lavoro) “Inoltre chiediamo all’assessore Bignotti di confrontarsi pubblicamente con la città e di rendere noti tutti i verbali del tavolo tecnico. Non è vero, come ha detto lui, che il nuovo piano è stato approvato con il sostegno unanime di tutti gli attori coinvolti. Al contrario, durante le riunioni del tavolo erano emersi dubbi e perplessità di molti dirigenti scolastici. L’assessore venga a mostrare quei verbali in un’assemblea pubblica. Provvedimenti così importanti devono essere discussi con tutta la cittadinanza, non possono essere presi con atti unilaterali della giunta. Parliamo di scuole, non si scherza sulla pelle degli studenti e delle loro famiglie”.
Le critiche che l’opposizione muove al piano di dimensionamento, però, non riguardano solo il metodo ma (molto) anche il merito.
“Si fa questo piano” osserva Mancini “senza che sia stata ricostruita una scuola, senza aver completato le verifiche di vulnerabilità sismica degli altri edifici, con un piano di assetto, quello disegnato da un'altra delibera, la 356, dove ci sono scritte cose assurde, come il trasferimento della Carducci nella caserma Rossi, a fianco di un’altra scuola media, la Dante Alighieri, che però, in base alla riorganizzazione, farà parte di un differente istituto comprensivo (oggi sono nello stesso, ndc). Per non parlare del fatto che il Rodari si ritroverebbe con 300 alunni di meno rispetto ai mille attuali o della mancata previsione della presenza di un compensivo nel centro storico”.
“Tra l’altro” aggiunge Mancini “non si capisce bene qual è la ratio di fondo alla base del nuovo piano. I comprensivi rimarranno sempre 6, come le direzioni e gli istituti attuali, il che significa che non ci sarà alcuna razionalizzazione. Inoltre si ignora che c’è una sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale la legge statale che imponeva il passaggio obbligato ai comprensivi”.
Giustino Masciocco (Articolo 1) sottolinea le discrepanze tra piano di dimensionamento e piano di assetto: “Se una giunta lavora in modo collegiale, ogni assessore dovrebbe sapere cosa fanno gli altri. Invece abbiamo assistito all’assessore Raffaele Daniele che ha dovuto sospendere la delibera con il nuovo piano di assetto perché si era accorto che molte cose non tornavano. Il cronoprogramma sulla ricostruzione delle scuole presentato dalla giunta è un documento vuoto: l’unica scuola di cui si prevede la ricostruzione a breve termine è la Mariele Ventre, il cui iter però era stato avviato dall’ex assessore Maurizio Capri. Tutte le altre hanno tempi tra i 25 e i 50 mesi ma non sono nemmeno stati affidati gli incarichi di progettazione. I due piani, di dimensionamento e di assetto, dovrebbero inoltre incastrarsi anche con il Prg e il Pums ma anche questo non è stato fatto. E’ impossibile mettere insieme tutti questi tasselli senza una piattaforma in cui di discute e ci si confronta”.
“Bignotti ha presentato il nuovo piano di dimensionamento riducendolo a una mera questione di numeri” osserva Carla Cimoroni (Coalizione sociale) “L’assessore è arrivato a dire che il piano potrà essere cambiato dopo qualche anno se darà dei problemi. Ma ignora che ogni nuovo piano di dimensionamento comporta un lavoro enorme da parte di insegnanti e dirigenti di progettualità didattica e di costruzione di reti e rapporti con i genitori. Non si può svilire tuttpo questo lavoro parlando solo di cifre. Senza contare che il nuovo piano è stato fatto fotografando la situazione attuale, che tra pochi mesi sarà già cambiata, e non avendo in mente invece alcuna idea di futuro della città”.
Un piano di dimensionamento costruito sui numeri del presente e non su una previsione del futuro, dice l’insegnante Francesca Stecca dell’istituto Rodari, è scritto sulla sabbia: “Le cifre cristallizzate nel provvedimento della giunta sono destinate a cambiare in poco tempo. Noi docenti assistiamo quotidianamente a decine di richieste di trasferimenti degli alunni da parte delle famiglie, perché magari queste ultime tornano ad abitare nelle loro case passando da una zona della città all’altra. E poi i progetti formativi e didattici che noi facciamo e che sottoscriviamo con i genitori dei nostri studenti hanno durata triennale, non può esserci quella flessibilità di cui parla Bignotti. Non si può giocare sulla nostra pelle e su quella dei ragazzi, perciò chiediamo che il nuovo piano venga accantonato e che si inizi anzitutto a ricostruire le scuole, rendendole moderne, sicure e all’avanguardia”.