Si è tornati a discutere, a L'Aquila, nel campo largo dei progressisti. E non era affatto scontato.
All'indomani della sconfitta, inattesa, al ballottaggio della primavera 2017, la coalizione di centrosinistra è andata in frantumi, attraversata da rancori e spaccature che, di fatto, hanno reso impossibile dare corpo ad una opposizione forte e credibile al governo di Pierluigi Biondi; un problema per la città e per la stessa maggioranza di centrodestra: inutile ribadire l’importanza delle minoranze in un sistema che voglia dirsi pienamente democratico.
D’altra parte, le forze progressiste - in senso 'largo' - non hanno saputo costruire un progetto di città alternativo, e credibile, a quello della destra, incapaci, così, di tenere alto il livello del dibattito pubblico e di rappresentare uno stimolo alla partecipazione per i tanti che, oggi, si sentono esclusi dalle decisioni, pure importanti, che segneranno il futuro della città.
Per questo, il percorso di Costituente L’Aquila, avviato lunedì con l’iniziativa pubblica all’Auditorium Ance, e così l’incontro organizzato mercoledì dal comitato 3e32 per i dieci anni del presidio sociale di Casematte, hanno rappresentato un primo passo verso la ricostruzione possibile di un campo largo di opposizione sociale, prima ancora che politica, al governo cittadino.
“L’appuntamento di lancio di Costituente L’Aquila è stato un successo nella partecipazione e, cosa ancor più importante, nella qualità del dibattito, grazie alle forze del centrosinistra che l’hanno organizzato e alle associazioni, sindacati, istituzioni, cittadini che hanno portato il loro contributo di idee, passione, amore per la città”, sottolinea il coordinatore regionale di Articolo 1, Fabio Ranieri. “Da qui bisogna ripartire per la costruzione di una alternativa ad una amministrazione comunale ferma, chiusa e senza idee. L’Aquila non può più aspettare la sua seconda rinascita, quella economica, sociale, culturale che deve consegnarci nei prossimi anni una città più bella, con maggiore qualità della vita, con reali opportunità di lavoro per i suoi giovani, più giusta ed eguale".
In questo senso – Ranieri se ne dice convinto – costruire una alternativa è davvero possibile "a patto che le forze progressiste si facciano carico di un percorso aperto; per questo, rilanceremo con cadenza mensile degli appuntamenti tematici dentro la cornice della Costituente cui chiameremo a partecipare forze politiche, associazioni, cittadini così da rimettere insieme idee e pezzi di iniziativa politica. Il tempo delle discussioni su eventuali fronti elettorali arriveranno: la città, però, non può aspettare tre anni e, dunque, siamo in campo da subito”.
L’evento di lunedì "ci ha soddisfatto", aggiunge Enrico Perilli della segreteria regionale di Sinistra Italiana; “è vero che è stato un poco prolisso, ma abbiamo ascoltato tante persone alla prima esperienza politica pubblica e tutti hanno portato un contributo importante. E’ soltanto il primo passo – riconosce l'ex consigliere comunale – ora dobbiamo continuare a lavorare sui temi, in maniera approfondita, mantenendo un profilo culturale, certo, ma anche politico, di alternativa, per costruire un progetto di città con le migliori intelligenze”.
Perilli non lo nasconde: “ci è sempre stato rimproverato, a ragione, di ritrovarci a due mesi dalle elezioni per costruire cartelli elettorali poco credibili; stavolta, stiamo costruendo un percorso che parte da lontano, dall’ascolto della città: il fatto che non si voterà per i prossimi tre anni non potrà che aiutarci. Dispiace piuttosto ci siano sempre strascichi polemici: ci vorrebbe maggiore generosità e fiducia, da parte di tutti; non stiamo costruendo vetrine elettorali: ci sarà spazio per tutti coloro che vogliano portare il loro contributo”.
Il carattere unitario dell’iniziativa non era affatto scontato, aggiunge il segretario cittadino del Pd Stefano Albano, “in un momento in cui le forze politiche di centrosinistra tendono a scindersi, i partiti a rompersi. E’ un valore. Ci eravamo posti l’obiettivo di dar vita ad una iniziativa di qualità che avesse una risposta di partecipazione importante: l’obiettivo può dirsi ampiamente raggiunto; seppur ‘corposo’, l’incontro è stato piacevole, dinamico, interessante, un confronto tra voci autorevoli della città che mancava da tempo”.
Altro obiettivo era ricostruire un clima positivo tra le forze progressiste della città, “che non si respirava da due anni, dalla sconfitta elettorale; l’iniziativa ha rappresentato una iniezione di fiducia, una ventata d’aria fresca. In molti ci hanno scritto: il messaggio è stato lo stesso, non vi azzardate a fermarvi”.
Albano è convinto che quella tracciata sia la strada giusta: “è positivo che, finalmente, sia diffusa la consapevolezza che è necessario stare insieme, stare uniti, evidenziare gli elementi che ci uniscono e non quelli che ci dividono. D’altra parte, c’è da ricostruire innanzitutto un argine culturale alla destra al governo della città. Per questo, mi ha fatto particolarmente piacere la presenza di Vittorio Sconci, tra coloro che stanno dando vita ad Italia Viva qui a L’Aquila”.
La Costituente è un esperimento: “in corso d’opera ci saranno da migliorare tanti aspetti, ma il percorso va sostenuto e consolidato. Dalla giornata di lunedì è venuto fuori un primo manifesto, ogni iniziativa che verrà di qui ai prossimi mesi inserirà un nuovo capitolo: da oggi a Natale contiamo di organizzare almeno un paio di appuntamenti, e con l’anno nuovo l’ambizione è di portare questo nostro percorso nelle frazioni, nei quartieri per ascoltare i bisogni dei cittadini e produrre con loro delle proposte concrete”.
E’ stata assai partecipata anche l’iniziativa organizzata dal comitato 3e32 a Casematte, “oltre le aspettative” sottolinea Alessandro Tettamanti, uno degli esponenti del comitato, “sia per quantità che per qualità della partecipazione; abbiamo pensato di mettere in campo una modalità d'assemblea aperta: su un foglio bianco, con dei pennarelli, abbiamo chiesto agli oltre sessanta partecipanti di scrivere una parola, una frase, per raccontare ciò che vorrebbero per la città. Ebbene, tutti si sono lasciati coinvolgere: ne è venuta fuori una sorta di bussola, un canovaccio che abbiamo seguito nel corso degli interventi che si sono succeduti”.
A cosa tendeva la nuvola di parole che ne è venuta fuori? “Mi pare si possa dire che c’è una rinnovata voglia di partecipazione, di protagonismo, di tornare a fare qualcosa per la città cercando piccole vittorie concrete agendo sui territori, nei quartieri, vincendo l’apatia, quella rassegnazione che sta pervadendo L’Aquila negli ultimi tempi. Non rassegniamoci, è il messaggio emerso: ripartiamo, migliorando insieme la qualità delle nostre vite. Curando un’area verde, rendendo migliore i posti che frequentiamo, per esempio, si possono ottenere dei risultati che cambiano in meglio la qualità del vivere comunitario”.
Come per ogni assemblea, la sfida, ora, è fare in modo che “non l’iniziativa non resti fine a sé stessa” aggiunge Tettamanti; “per questo, ci rivedremo il 13 novembre: con la mappa delle parole emerse mercoledì, vogliamo iniziare a costruire un significato comune, avviando una campagna per parole chiave, giocando con la città così da reimpossessarci dei percorsi decisionali. Immaginiamo di dividerci in sottogruppi, per aree tematiche così da lanciare una vera e propria campagna di comunicazione”.
Questo a breve termine; sul medio periodo, invece, intendiamo “disegnare una mappa dei bisogni, stando tra la gente, nei quartieri, coinvolgendo chi, magari, non partecipa alle iniziative del 3e32 o della Costituente. Personalmente, penso al quartiere dove vivo, a Pettino: vorrei poter prendere un caffè all’aperto, leggere un libro in un parco, avere un luogo di aggregazione, di confronto; è lì che vivo, è lì che voglio incidere. Ognuno sarà chiamato a definire la ‘sua’ mappa dei bisogni, che passa anche dal lavoro, per esempio; non potrà che essere trasversale”.
Tettamanti è persuaso che i due appuntamenti pubblici, la Costituente e l’assemblea a Casematte, organizzate casualmente a distanza di pochi giorni, rappresentino “un bel segnale per la città: a me piace la parola Costituente, sta a rappresentare qualcosa di non ancora costituito, da costruire; per questo, le due iniziative non sono affatto in contrapposizione, ma complementari nelle loro differenze; il nostro è stato un approccio dal basso, abbiamo fatto parlare chiunque ne avesse voglia e, a Casematte, l’età media era evidentemente più bassa. Ma più o meno il 30% dei presenti alla Costituente ha partecipato alla nostra assemblea: mi pare davvero un bel segnale da cui ripartire per ridare slancio ad una opposizione sociale al governo cittadino”.