Martedì, 16 Aprile 2013 10:44

Indagato Cialente per voto di scambio, avrebbe promesso posti a Fli

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Il sostituto procuratore della Repubblica Stefano Gallo - secondo quanto apprendiamo dal Messaggero - ha aperto un'inchiesta per accordi preelettorali tra Massimo Cialente ed i coordinatori regionali di Fli e Pd, Daniele Toto e Silvio Paolucci.

Attualmente l'unico iscritto nel registro degli indagati per voto di scambio sarebbe il primo cittadino Massimo Cialente.

Nel caso di ballottaggio, in cambio dell'apparentamento a Cialente dell'aspirante sindaco Enrico Verini, sarebbero stati promessi ai candidati di Futuro e Libertà posti in giunta e cariche in enti in cui il Comune ha posti nei consigli direttivi.

"Non capisco quale sia il reato - ha dichiarato oggi a NewsTown il Sindaco Cialente -  Gli apparentamenti sono previsti della legge. E' chiaro che si fanno sulla scorta di un discorso: chi va al governo di una città lo esercita attraverso gli assessorati. Tanto è vero che il gruppo di Pierluigi Mancini si è apparentato con me. (Probabilmente però Cialente si riferisce al consigliere Angelo Mancini n.d.r.) Non avendo avuto un assessorato, hanno iniziato una opposizione durissima. Forse si sono sbagliati con la lettera inviata da Berlusconi che, prima delle elezioni, ha promesso di restituire l'Imu". 

Gli accordi poi, sia per contrarietà di alcune liste che appoggiano Cialente, che dello stesso Verini e del segretario comunale di Fli Stefano Morelli, restii ad ogni intesa col centrosinistra, sono saltati ed è quindi poi è svanito anche l'accordo politico.

Enrico Verini, interpellato dal pubblico ministero, per ricostruire quanto accaduto, ha dichiarato "mi è stato chiesto dell'accordo e se lo avessi firmato ed io ho risposto negativamente. Posso dire con tutta tranquillità che neppure Cialente ha mai firmato nulla".

Il primo cittadino dell'Aquila, invece a maggio 2012, quando la stampa rese pubblici i suoi scambi di mail con Daniele Toto, coordinatore regionale di Futuro e libertà, si difese spiegando le sue ragioni: «l'accordo di apparentamento era nato a Pescara, io invece ho provato a proporre un accordo politico offrendo, in risposta alle sollecitazioni del segretario regionale Toto, postazioni di governo come è giusto che sia perché chi è in maggioranza programmatica, è giusto che abbia anche responsabilità dirette e chiare. Successivamente ho parlato anche con Verini per trovare questo accordo, ma sul mio programma e senza accettare alcun altra proposta. Questo accordo non c'è stato».

Ultima modifica il Martedì, 16 Aprile 2013 16:57

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