Una delibera frutto di una “procedura gravemente illegittima, connotata da atti pasticciati e confusi, non rispettosi delle norme di contabilità nazionali, delle previsioni statutarie e di quelle regolamentari”.
Così Giovanni Legnini definisce l’ormai famigerato documento redatto a mano approvato il 12 dicembre dalla giunta regionale, con cui è stata riscritta, per volontà della Lega, la finanziaria regionale.
Legnini, in una conferenza stampa tenuta insieme ai consiglieri di centrosinistra Dino Pepe, Antonio Blasioli e Silvio Paolucci (Pd), e a Sandro Mariani (Abruzzo in comune), ha chiesto la revoca immediata del provvedimento, attaccando anche il presidente Marsilio (“Siamo di fronte a un bilancio approvato in sua contumacia, la sua assenza è totale. Non è nemmeno evocato dalla sua maggioranza, il che ne rivela la sua totale ininfluenza”) e l’assessore al Bilancio Liris (“Non conosciamo il suo pensiero”).
“Per la prima volta dopo molti anni” ha affermato Legnini “la Regione avrebbe potuto godere di maggiori risorse frutto del risanamento finanziario e del riordino contabile effettuato nella precedente legislatura grazie al lavoro di Silvio Paolucci. Anziché prendere delle decisioni, la maggioranza ha preferito disperdere queste risorse in mille rivoli, nascondendole anche nelle pieghe dei fondi di accantonamento con lo scopo, magari, di usarli nel corso dell’anno. Non si capisce cosa voglia e proponga la Lega, al di là del foglietto scritto a mano”.
“E’ incredibile, inoltre” ha proseguito l’ex vice presidente del Csm “che in tutta la finanziaria non si parli mai di ricostruzione, che pure dovrebbe essere la priorità per questa regione. Per la prima volta nella storia, poi, l’Abruzzo non riceve né dal governo nazionale né dall’Ue risorse aggiuntive”.
Legnini ha illustrato poi, insieme a Silvio Paolucci, gli emendamenti che il centrosinistra presenterà in commissione, “proposte puntuali e precise” che riguardano una serie di materie: piccoli comuni (6,7 milioni di euro da destinare a opere per la viabilità), artigianato (6 milioni), cultura (3,8 milioni), rientro dei cervelli abruzzesi in fuga (3 milioni), indennizzi agli agricoltori per danni da fauna selvatica (2 milioni di euro), dissesto e erosione delle coste (1 milione), sicurezza e protezione civile (400mila euro), giustizia (600mila euro per i tirocinanti dei tribunali), Arta (370mila euro), negozi storici abruzzesi (100 mila euro), sociale (800mila euro aggiuntivi per caregiver, associazione invalidi civili, inserimento dei disabili nello sport).
Paolucci ha annunciato un altro emendamento per assicurare il trasporto pubblico gratuito agli studenti con Isee inferiore a 15mila euro: “A copertura di questa misura proporremo di stanziare i soldi che la maggioranza ha destinato al festival dei cartoni animati”.
“La giunta poteva cogliere i frutti del percorso di risanamento portato avanti nei cinque anni di governo del centrosinistra” ha continuato l'ex assessore, che ha annunciato anche che porterà la delibera incriminata alla Corte dei Conti e agli altri organi di vigilanza competenti “Il riallineamento contabile che abbiamo portato a termine ha consentito la riduzione dell’indebitamento per un importo pari a 350 milioni, un avanzo i cassa pari a 400 milioni e altre risorse per 15 e 70 milioni che si libereranno tra il 2020/2021 e il 2022”.
Antonio Blasioli ha sottolineato i “continui litigi interni alla maggioranza. Ancora una volta si ripete quello che denunciamo da tempo e cioè che questa giunta non ha ancora approvato una legge organica”.
“Questa finanziaria non stanzia risorse per settori strategici come il turismo o la lotta all’erosione delle coste” ha attaccato Dino Pepe “E anche sui fondi comunitari il centrodestra è stato smentito: non ci sarà nessun disimpegno, l’Unione europea non si riprenderà nemmeno un euro”.
“Regna una grande confusione” ha concluso Sandro Mariani “Il centrodestra dimentica completamente la ricostruzione, smentisce se stesso, non parla di sanità né di scelte strategiche future. Abbiamo assistito all’assessore Mauro Febbo rivendicare, in commissione, la scelta di togliere i fondi per la legge 55, quella che finanzia attività culturali messe a bando, e riassegnarli ad altre iniziative scelte discrezionalmente”.