"È del tutto lecito chiedere i fondi per completare la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma 2009, ma ad oggi non capisco quale siano i dati a disposizione che hanno portato Biondi a dichiarare con matematica sicurezza che nel 2020 gli stessi termineranno, nè tantomeno cosa lo induca a pensare che la rinascita del capoluogo e dei comuni del cratere possa essere derubricata dall'attuale governo all'archivio dei processi conclusi. È chiaro che se così fosse questa sarebbe una battaglia di tutte le forze politiche presenti in Consiglio, anche se è difficile comprendere come quest'ultimo non sia stato minimamente informato, se non coinvolto, di queste sue cocenti preoccupazioni; mi sfugge la sicurezza con la quale il primo cittadino lanci grida di allarme e toni accorati che, non supportati da fatti incontrovertibili, mal si attagliano alla caratura di amministratori che hanno l'onere di ricostruire i propri comuni".
A dirlo è il capogruppo di Italia Viva in Consiglio comunale, Paolo Romano, in merito all'appello affidato dal sindaco del capoluogo al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, stamane a Teramo per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Unite.
Degli oltre 5 miliardi stanziati nel 2015 dal governo Renzi per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma 2009 - spiega Romano - "restano ancora a disposizione 1 miliardo e 300milioni di euro. Serietà imporrebbe, prima di coinvolgere anche moralmente il Presidente della Repubblica, che il sindaco Biondi, promotore e primo firmatario dell'appello, predisponga un puntuale cronoprogramma sugli interventi da ultimare con allegato il tiraggio economico fin qui avuto almeno sulla ricostruzione del capoluogo e delle frazioni, così come fece, per accedere allo stanziamento dei primi 5 miliardi, l'amministrazione di centrosinistra".
Aggiunge Romano: "I 300 milioni che più o meno corrispondono alla cifra annualmente utilizzata dal nostro Comune per la ricostruzione privata, dovrebbero accendere altri campanelli d'allarme nella mente del primo cittadino; se a questo innegabilmente basso tiraggio aggiungiamo poi tutte le pratiche parte II licenziate da USRA che, pur avendo i fondi accantonati, ancora aspettano di poter diventare cantieri poiché mancanti del titolo edilizio che deve rilasciare il Comune dell'Aquila, non posso non pensare che il sindaco si sia buttato avanti per non dover cadere all'indietro. Prima di scrivere al presidente Mattatella, ripeto, Biondi dovrebbe spiegare perché esista, dati USRA alla mano, una differenza tra l'importo complessivo emesso (su centro storico e frazioni) di circa 4miliardi e 300 milioni e il contributo realmente concesso pari a 2 miliardi e 276 milioni".
Non è peregrino che il governo, stretto nella morsa di altre contingenze economiche e dalle legittime richieste fondi dei terremoti e delle altre calamità naturali che dal 2009 hanno continuato a flagellare la penisola, "debba poter valutare con precisione la richiesta di fondi per L'Aquila e il cratere. Il Comune dell'Aquila dunque dovrebbe essere puntuale nel reclamare fondi specificando in quale arco temporale essi vadano spalmati, senza cercare di alzare strumentalmente il dibattito tramite la figura del presidente Mattatella" conclude Romano.