"Quelle del consigliere Romano sono affermazioni irresponsabili".
A parlare è il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, che risponde così alle dichiarazioni rilasciate dall'esponente e capogruppo di Italia Viva Paolo Romano a commento dell'appello lanciato dal primo cittadino al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sensibilizzare governo e istituzioni nazionali sul problema del rifinanziamento della ricostruzione (i fondi attuali, programmati con la legge di Stabilità del 2014, termineranno infatti a fine 2020).
"Mi sembra" afferma Biondi "che alcuni esponenti politici, pur di dar vita a un eterno conflitto di parte, dimentichino che ci sono delle mura che non possono essere valicate e queste mura sono gli interessi e il rispetto dei bisogni di questa città. Con la situazione economica attuale e con le incertezze governative di questa fase politica, dire che rispetto ai finanziamenti della ricostruzione è tutto a posto è da irresponsabili".
"Mi piacerebbe" dichiara Biondi "che queste stesse affermazioni si facessero davanti alle istituzioni culturali, che nel 2020 termineranno i contributi straordinari ricevuti per le problematiche vissute per il sisma; davanti all'Università, al GSSI e ai laboratori del Gran Sasso, che vedranno terminare gli stanziamenti per ricerca e innovazione; davanti alle piccole e medie imprese del Cratere, che godono di incentivi e programmi di accesso al credito; davanti ai 56 Comuni del Cratere che stanno affrontando un difficile percorso insieme al Formez per fare un piano unico per le aree omogenee attraverso i fondi Restart".
"Non è vero" osserva Biondi "che ci sono ancora 1,3 miliardi residui. Quando si parla di numeri, bisogna sforzarsi di acquisire i rudimenti che richiede il fatto di amministrare, benché dall'oposizione, una città capoluogo di regione, un Comune complesso e pieno di problemi come L'Aquila, che di banalità, pregiudizi e frasi fatte ne ha visti e sentiti fin troppi. Riguardo i fondi, c'è tutta una programmazione di cui bisogna tener conto. Quando si dice che ci sono ancora 1,3 miliardi da spendere è come dire che una persona è ricca perché ha in tasca 1 milione e 300 mila euro quando però ha anche debiti per un milione e 350 mila euro".
"In base ai dati del 2019" precisa Biondi "per la ricostruzione privata sono stati assegnati, all'Aquila, al Cratere e ai Comuni fuori Cratere, 751 milioni di euro. Siccome sia L'Aquila che il Cratere stanno accelerando, probabilmente l'assegnazione per il 2020 sarà superiore. Ma anche ammettendo che sia di nuovo di 750 milioni, del miliardo e 300 milioni di euro rimarrebbero circa 550 milioni".
"C'è poi" aggiunge Biondi "tutta la programmazione relativa alla ricostruzione pubblica. Sebbene sia ferma da due anni, perché la Struttura di missione per tutta la fine del 2018 e per buona parte del 2019 si è girata i pollici, per colpa anche di continui cambiamenti al vertice, che hanno portato alla nomina di ben tre responsabili la programmazione ha previsto 52 milioni per le sedi istituzonali, 49 milioni per i beni culturali, 24 milioni per le università e 30 per le scuole. Con questi numeri, i 550 milioni di euro residui scenderebbero a 390 milioni. Se poi si aggiungono anche i 20 milioni per l'assistenza tecnica, i 15 milioni per i bilanci dell'Aquila e dei Comuni del Cratere, arriviamo a un residuo che ammonta a poco più di 350 milioni".
"Il fabbisogno di 4 miliardi non lo ha calcolato il Comune dell'Aquila" prosegue Biondi "Lo hanno quantificato i due uffici speciali, che sono una diretta emanazione del governo. Noi abbiamo chiesto un finanziamento spalmato in cinque anni, che ci garantisca ogni anno quel flusso di cassa necessario a farci stare tranquilli, a far stare tranquilli cittadini e imprese e a non interrompere un percorso virtuoso. Lanciare messaggi diversi è da irresponsabili, significa non avere contezza della situazione attuale, che non è più quella di cinque o sei anni fa, quando sull'Aquila c'era un'attenzione diversa e c'era ancora la voglia di far valere i nostri diritti con proteste e manifestazioni. Vorrei far presente che anche con i 4 miliardi aggiuntivi, la ricostruzione dell'Aquila sarà comunque venuta a costare la metà di quella dell'Irpinia, che, calcolata con i valori attuali, ammonta a 47 miliardi di euro, e sarebbe in linea con quella del terremoto di Marche e Umbria del 1997, che però ha colpito prevalentemente piccoli centri".
"Per fortuna" conclue Biondi "i sindaci del Cratere, che devono tutelare gli interessi dei propri territori e non aprono la bocca solo per darle fiato, hanno sottoscritto all'unanimità il documento. Ringrazio il sindaco di Teramo per l'ospitalità che mi ha concesso ieri e soprattutto ringrazio il presidentente Mattarella che mi ha ricevuto malgrado l'incontro non fosse previsto dal protocollo. Il fatto che abbia acconsentito e che abbia recepito il documento sta a testimoniare ancora una volta la grande attenzione che il Capo dello Stato continua a riservare all'Aquila e a questo territorio".
Romano: "Da Biondi nessuna spiegazione"
Continua il botta e risposta tra il sindaco Biondi e il capogruppo di Italia Viva in Consiglio comunale Paolo Romano che ricorda come il primo cittadino, durante la conferenza stampa di fine anno, lo scorso 30 dicembre, avesse dichiarato che il residuo di risorse fosse pari a "1,3 miliardi di euro per tutto il cratere che - le parole del sindaco in conferenza stampa - coprirebbero i bisogni del 2020 e di parte del 2021".
"È chiaro che Biondi non è in grado di ricordare quello che dice ma neppure in grado di spendere quello che ancora residua sui fondi della Ricostruzione - replica ora Paolo Romano - cioè ripeto, 1,3 miliardi di euro, e pretende che il governo stanzi subito e senza giustificativi altri fondi per avere a disposizione il 4%; questo senza avere compreso il meccanismo stesso del 4%, senza aver mai spiegato in Consiglio come lo stesse adoperando - tanto da aver costretto la sua stessa maggioranza a voler mettere in piedi una commissione d'inchiesta sul tema - e senza avere mai neanche provato a mettere a sistema quei fondi in modo da generare virtuosismi una volta terminati".
"Mi sembra davvero un atteggiamento responsabile e lungimirante, da vero primo cittadino. Chiarisco al sindaco di non avere mai dichiarato che fosse sbagliato chiedere fondi per la ricostruzione della nostra città, ma che fosse irrituale chiederli senza un'opportuna pianificazione della spesa da presentare a Roma, pianificazione che, se basata sul sempre più esiguo tiraggio di cui è capace il Comune, tema sul quale Biondi sfugge, non può che far fare un severo esame di coscienza a questa maggioranza.
"Biondi - prosegue Romano - dovrebbe spiegare alla città perché esiste, dati USRA alla mano, una differenza tra l'importo dei pareri complessivi emessi (su centro storico e frazioni) pari a 4miliardi e 300 milioni e i contributi realmente concessi pari a 2 miliardi e 276 milioni".
"Leggo, al contrario, solo boriose giustificazioni. Come quella che preconizza un'accelerazione della privata nel 2020: mi congratulo per i poteri medianici del sindaco; dove altri amministratori si sarebbero limitati all'auspicio, Biondi legge il futuro, lo stesso nel quale, tutti sanno, si vorrebbe vedere su uno scranno più comodo altrove".
"Tirare in ballo anche la ricostruzione pubblica ha infine del paradossale; in primo luogo perché da finanziare è rimasto ben poco al contrario degli edifici pubblici che il Comune non riesce ancora a ricostruire, in secondo luogo perché se fossi in Pierluigi Biondi mi farei tagliare la lingua prima di ficcarmi in un discorso che contempla l'edilizia scolastica, tante e tali sono state le sue incapacità sul tema", conclude Romano.