Martedì, 07 Aprile 2020 14:10

'Affaire' Liris, ecco cosa raccontano le 'carte': revocato il provvedimento di reintegro retribuito nella struttura dirigenziale Asl

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Continua a far discutere la decisione dell'assessore regionale Guido Quintino Liris di tornare a lavorare, sebbene part time, nell'azienda sanitaria locale; in queste ore, abbiamo pubblicato le denunce del centrosinistra regionale e locale [qui e qui], la presa di posizione della deputata Stefania Pezzopane che aveva annunciato una interrogazione parlamentare [qui] e la replica dell'assessore regionale, ed ex vice sindaco dell'Aquila, che ha difeso le sue ragioni [qui]. 

Della vicenda si è discusso stamane, in seno alla conferenza dei capigruppo del Comune dell'Aquila con l'audizione del manager della Asl 1, Roberto Testa, che ha spiegato come il provvedimento di reintegro di Liris sia stato revocato. 

NewsTown ha potuto visionare gli atti prodotti in questi giorni - non ancora pubblicati sul sito - e, dunque, siamo in grado di chiarire i contorni della vicenda. 

Il 31 marzo scorso, l'assessore regionale Guido Liris invia una nota al direttore generale della Asl, protocollata col numero 68955, chiedendo "l'interruzione dell'aspettativa a suo tempo concessa per l'incarico istituzionale" e il contestuale reintegro "nella struttura da te diretta"; Liris sottolinea nella missiva "la non incompatibilità tra l'esercizio della professione di dirigente medico della Asl e il mio ruolo di assessore regionale", e cita a supporto l'art. 14 D. Lgs 39/2013, la Legge regionale 30 dicembre 2004/ nr. 51, la Sentenza del Consiglio di Stato n. 5583/201, le delibere Anac 58/2013 e 149/14. 

Lo stesso giorno, il 31 marzo, il manager della Asl Roberto Testa, con nota protocollata nr. 69003/19, concede il nulla osta alla riassunzione "con vivo piacere ed entusiasmo, in un momento così particolare di emergenza sanitaria, nel quale - scrive Testa - la sua esperienza di medico igienista e il suo impegno sociale costituiscono quel connubio e valore aggiunto di cui questa Azienda si potrà avvalere".

Aggiunge il manager: "Vorrà concordare con la U.O.C. Personale le modalità di rientro in servizio e di svolgimento della sua attività, condivisa con lo scrivente pari al 30% del suo debito orario settimanale che, per l'expertice della S.V., vorrà svolgere in staff a questa direzione".

E così si procede.

Con provvedimento 189 del 1° aprile, firmato dal direttore del personale Errico D'Amico, Liris viene riammesso in servizio "con assegnazione in staff alla Direzione generale", dunque nella struttura dirigenziale del manager, al 30% del monte orario e con trattamento economico spettante nella misura percentuale.

Liris prende regolare servizio il 2 aprile. 

Quel giorno, la notizia viene resa pubblica e arriva la presa di posizione del Pd Abruzzo che, con nota firmata dal segretario Michele Fina, dai consiglieri regionali Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Blasioli e Sandro Mariani e dai parlamentari Stefania Pezzopane e Luciano D'Alfonso denuncia come, in realtà, Liris sia incompatibile per il disposto del d.lgs. 165/2001 obbliga gli eletti in Consiglio regionale all'aspettativa obbligatoria.

Stando agli esponenti di centrosinistra, Liris sarebbe incompatibile nella sua funzione di consigliere regionale che, pur nominato in Giunta, non decade, tant'è vero che, in caso di ritiro delle deleghe, l'assessore tornerebbe sul suo banco all'Emiciclo. Dunque, il Pd chiede le immediate dimissioni, invitando il presidente del Consiglio regionale, in caso contrario, "ad avviare, come è suo obbligo, il procedimento di decadenza del consigliere Liris".

Il giorno dopo, l'indomani della presa in servizio nello staff della Direzione generale con orario part time al 30% e compenso economico nella stessa misura percentuale, Liris scrive al manager della Asl (la nota viene protocollata col num. 71480/20): "pur nella consapevolezza che il ruolo di assessore regionale non sia incompatibile con quello di dirigente medico ai sensi dell'art. 3 della Legge Regione Abruzzo n. 51/2004 - leggiamo dalla nota - e che l'art. 68 del D. Lgs 165/2001 stabilisca l'incompatibilità di dirigente medico soltanto con il ruolo di consigliere regionale che, nella Regione Abruzzo, essendo a sua volta incompatibile con quello di assessore regionale, non possa essere ad esso equiparabile anche ai sensi dell'art. 3bis, comma 4, della L. R 51/2004", l'assessore regionale dichiara di voler considerare la sua prestazione come volontaria, rinunciando "ad ogni corrispettivo di natura economica".

E dunque, lo stesso 3 aprile la direzione generale - con nota invita al Direttore U.O.C. del personale - "nel prendere atto della revoca da parte dello stesso dipendente", dispone si provveda a predisporre "in via di autotutela la revoca del provvedimento" che aveva reintegrato in Azienda l'assessore regionale.

Con riferimento alla richiesta di Liris di frequentare come medico volontario igienista le strutture aziendali, "ci si riserva di valutare tale ulteriore specifica richiesta", viene messo nero su bianco. E così, con provvedimento 193 del 3 aprile, Errico D'Amico procede con la revoca "ripristinando gli effetti giuridici ed economici dell'aspettativa".

Questi i fatti.

Ora, è chiaro - e di certo rispettabile - che Liris potrà offrire, se dovesse essere autorizzato, il suo servizio come medico volontario igienista; tuttavia, non è affatto trascurabile la discussione che si era innescata a seguito della notizia di un reintegro dell'assessore nella staff dirigenziale della Asl con contratto part time al 30% e con retribuzione parametrata all'impegno, considerato che, in effetti, si sarebbe ingenerata una questione di opportunità - prima ancora di discutere l'incompatibilità - se è vero che il manager della Asl, Roberto Testa, è stato indicato dalla Giunta regionale e che la Regione è chiamata ad esercitare il dovuto controllo sulle strutture dirigenziali delle Aziende sanitarie locali; ciò, di fatto, avrebbe significato una sovrapposizione tra controllore e controllato. Se si aggiunge che Liris è assessore al Bilancio, ed è dunque delegato a stanziare le risorse che le direzioni delle Asl gestiscono, oltre che a vagliarne il bilancio, è evidente come la nomina sarebbe stata almeno inopportuna. 

Sta di fatto che il provvedimento è stato revocato.

Ultima modifica il Martedì, 07 Aprile 2020 16:09

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