"Per L’Aquila ad oggi le scelte fatte sono tutte merito della Giunta regionale precedente: il Delta medico, “già pronto da tempo per eredità” come dichiarato dal direttore generale della Asl Testa, e la postazione del 118 sono frutto di decisioni già prese dalla giunta Chiodi e poi dal centrosinistra. Ma non c’è nulla che sia merito di questa Giunta".
Ad affermarlo è il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, intervenuto nel corso della seduta straordinaria del consiglio comunale dedicata ai fondi per la sanità regionale svoltosi in videconferenza.
Durante il consiglio, tra Pietrucci e Biondi sono volate scintille, con il sindaco dell'Aquila che ha accusato il primo di aver sostenuto, solo un mese fa, la necessità di realizzare anche all'Aquila un ospedale Covid sul modello di quello di Pescara, salvo poi cambiare idea.
La nota di Pietrucci
Mi batto sempre, per carattere. E durante le emergenze lo faccio come un leone, soprattutto per difendere i diritti, per contrastare errori, per sconfiggere l’arroganza e le bugie. In questi due mesi con un impegno quotidiano ho avanzato proposte con spirito costruttivo, raccogliendo anche idee e suggerimenti dalle migliori competenze locali.
Lo rivendico non per vanto, ma perché sono fatto così: coi problemi mi ci voglio sporcare le mani, voglio metterci la faccia, preferisco espormi, avendo il coraggio di distinguermi dalle scelte non condivise: così ho fatto – quando eravamo al governo – contro lo sdoppiamento del 118, contro l’Aterunica, ecc.
In questi giorni siamo intervenuti sui più drammatici problemi sociali: sul sostegno al Reddito, la Cassa Integrazione, i Buoni-Spesa, l’assistenza all’infanzia, l’organizzazione dell’emergenza.
Ma il cuore del nostro impegno è stata l’emergenza sanitaria: con spirito costruttivo, e consapevoli di tutte le difficoltà oggettive, abbiamo chiesto una vera strategia, con l’obiettivo di percorrere una strada giusta, anche sull’esempio di altre regioni (dall’Emilia al Veneto).
Queste nostre proposte restano urgenti e fondamentali ora che entreremo nella Fase 2 per la quale è indispensabile una programmazione sociale e una infrastrutturazione sanitaria per proteggere operatori, lavoratori e cittadini, monitorare la situazione, evitare rischi futuri, essere pronti ad ogni evenienza.
Ormai è certo: la più efficace azione contro l’epidemia è la medicina territoriale, per individuare tempestivamente i contagi, isolarli e curarli prima della fase acuta e del ricovero in terapia intensiva. Serve dunque (anche per gli asintomatici) uno screening diffuso di tamponi e test sierologici, un potenziamento dei Laboratori Analisi per avere un quadro epidemiologico costante, aggiornato e certo. Servono strutture distribuite su tutta la Regione per l’isolamento ed i ricoveri in quarantena. Bisogna mettere in totale sicurezza il personale sanitario tutto, compresi i dipendenti di RSA ed RA. Si devono proteggere tutti i lavoratori con dispositivi di sicurezza, mascherine, guanti, locali sanificati, giusto distanziamento, turni appropriati. Serve investire nel sostegno ai medici di famiglia, ai medici del lavoro, alle strutture di base. Insomma si deve rafforzare l’intero sistema sanitario pubblico con una strategia per l’intero Abruzzo, per l’Ospedale dell’Aquila, per quelli di Avezzano, Sulmona, Castel di Sangro, Tagliacozzo, Pescina e per Teramo, Atri, Giulianova, e per quelli del chietino e Guardiagrele, ecc.
Poco di questo si è fatto. Anzi, in questi due mesi si è navigato a vista, senza una strategia organica. E le poche scelte sono state viziate da una volontà politica squilibrata e inefficace. Mi riferisco all’investimento di 11 milioni di euro nel Covid Hospital di Pescara, che nasce con una procedura opaca, che sarà pronto solo fra 90 giorni, che senza personale specializzato renderà inutili i nuovi posti di terapia intensiva, che potenziando quella città con 214 nuovi posti letto, di fatto orienterà non per l’oggi ma per il futuro tutta la sanità regionale verso quell’area.
Penso all’accordo fatto con la sanità privata: il DL 18/2020 “Cura Italia” consentiva di utilizzare le strutture, il personale e le apparecchiature che – se necessario – potevano essere requisite e debitamente indennizzate. E invece si è scelto di offrire ai privati accordi operativi e contratti vantaggiosi, a discapito della sanità pubblica.
E infine, oggi, il Consiglio comunale dell’Aquila in cui la destra la butta in caciara, essendo in evidentemente in difficoltà e vergognandosi della sua stessa Giunta regionale.
Hanno dimostrato di non conoscere neanche un atto della precedente programmazione sanitaria (di cui sbagliano a citare numeri e provvedimenti perché non si prendono nemmeno la briga di leggere le carte) e non possono citare niente per la Sanità aquilana da parte del duo Marsilio - Verì per un semplice motivo: non c'è nulla.
Nulla sulla rete ospedaliera, nulla sul Piano Sanitario scaduto a dicembre 2018, nulla sul Programma Covid-19, neanche una parola o un euro sugli investimenti.
Per L’Aquila ad oggi le scelte fatte sono tutte merito della Giunta precedente: il Delta medico (“già pronto da tempo per eredità” come dichiarato dal DG Testa e la postazione del 118 sono frutto di decisioni già prese dalla Giunta Chiodi e poi dal centrosinistra.
Ma non c’è nulla – nulla – che sia merito di questa Giunta, anzi: ci sono 31 milioni di euro per il programma Covid, altri 80 milioni per il Fondo sanitario, alcune centinaia di milioni sugli investimenti ospedalieri e questa Giunta regionale per L’Aquila non ha previsto nulla. Piuttosto dapprima ha aumentato gli stipendi dei manager poi dei dirigenti, poi ha provato a mettere alla Direzione della ASL un suo assessore, mentre gli operatori della sanità restavano senza sicurezza e senza tamponi.
I nostri “eroi” come chiamiamo medici, infermieri e operatori sanitari, meritano una politica migliore. Non serve certo una destra debole e vile che quando governa parla di “responsabilità” e dall’opposizione urla il più sfrenato campanilismo.